Un mondo Verde

Eleonora Delfino

Dal 1885 ha ospitato i militari dell'esercito, ma da ieri le note dell'Alza bandiera, del Silenzio non suoneranno più tra le sue mura. La caserma "Mezzacapo" dismette gli abiti militari per indossare quelli civili. Un passaggio di consegne tra il ministero della Difesa e quello dell'Interno che sancisce il cambiamento d'uso dei locali della storica caserma. Una parte della struttura infatti ospiterà gli uffici della Prefettura (oggi siti nella sede dell'ex hotel "Centralino"), un'altra ala invece accoglierà l'Ufficio personale e l'Ufficio stranieri della Questura. Una caserma che si conferma capiente e funzionale visto che ci sarà posto anche per l'ufficio amministrativo Nic (nucleo informazioni per il pubblico).

Un cambiamento non solo formale ma anche strutturale, infatti con l'inizio del 2010 si avvieranno i lavori di adeguamento, un deciso restayling progettato dal Provveditorato Opere pubbliche del ministero delle Infrastrutture, che comporterà interventi per un totale di 5 milioni di euro. Il passaggio di consegne suggellato dalla sottoscrizione di un documento da parte del generale Martinello e di Vincenzo Nuccio e Annamaria Perugini dell'Agenzia del Demanio oltre che da una sobria cerimonia, in cui si depone una corona di alloro al monumento ai Caduti.

Una caserma di cui il generale di brigata, a capo del comando militare esercito "Calabria" Pasquale Martinello, ripercorre la storia ricordando le valorose gesta di Luigi Mezzacapo patriota del risorgimento a cui la struttura è dedicata. Si riavvolge il nastro ricordando le diverse fasi che la caserma ha affrontato, dalle dolorosa perdita di numerosi soldati nel terremoto del 1908, al trasferimento a Catanzaro. «Nel 1996 a seguito della strutturazione delle Forze Armate, il 21. distretto militare di Reggio venne trasferito a Catanzaro ed unificato al distretto militare regionale. Oltre alle funzioni di reclutamento, forza in congedo e matricolare venne trasferita a Catanzaro la documentazione matricola storica» spiega il generale Martinello. «Nel 1996 contemporaneamente al trasferimento del distretto militare a Catanzaro, veniva trasferito alla "Mezzacapo", da Cosenza il comando operativo territoriale che ebbe sede a Reggio fino al settembre del 2007 quando anche questo comando venne trasferito a Catanzaro. Ma la struttura – sottolinea il comandante – non è stata abbandonata, grazie anche alle sinergie interistituzionali».

Condivisione d'intenti su cui mette l'accento anche il prefetto, Francesco Musolino. Collaborazioni «che ci portano a distanza di due anni a riutilizzare questo immobile. Operazione avviata dal mio predecessore, resa possibile grazie all'impegno del sottosegretario Francesco Nitto Palma». Un cambiamento che non vuole segnare una decisa inversione di rotta, ma vuole custodire e conservare quello che la Caserma ha rappresentato per la città per oltre un secolo. Infatti incalza il prefetto: «L'iniziativa si avvia nel segno della continuità, nello spirito di servizio ai cittadini. Riusciremo a non far rimpiangere ai cittadini l'utilità di questo sito. La storia è unità e continuità – aggiunge il rappresentante di Governo – infatti rimarrà qui un piccolo ufficio del comando».

Dopo il trasferimento non indolore degli uffici a Catanzaro, finalmente la "Mezzacapo" torna ad aprirsi ai reggini con nuovi servizi che coinvolgono anche la Questura. «Trasferiremo qui l'ufficio del personale e l'ufficio immigrati che s'integrerà con lo sportello unico della Prefettura» sostiene il questore Carmelo Casabona soddisfatto per la soluzione. «Avremo spazi più adeguati, offrendo un servizio più dignitoso agli stranieri oggi costretti, così come il personale, a dover operare in degli spazi angusti». Una chiave di lettura con cui il questore Casabona guarda al trasferimento come ad un «esempio di civiltà ed accoglienza» oltre che un'operazione improntata «all'efficienza e alla funzionalità».

Nella giornata delle grandi occasioni il comando militare ha voluto presentare anche il "Calendesercito 2010". Il calendario «con cui vengono mostrate ai cittadini le attività che l'Esercito svolge nell'ambito delle missioni internazionali» sostiene il comandante Martinello. Il tema di quest'anno è la multietnicità, infatti nel corpo circa 1500 soldati hanno un solo genitore di nazionalità italiana. «Siamo la prima istituzione che accoglie questi giovani dando concretezza alla Costituzione. Giovani che sono entrati con maggior convinzione a servizio del Tricolore».