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La Mafia ha vinto

Post n°158 pubblicato il 09 Marzo 2007 da ayrton86as

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“La Mafia ha vinto!”Questo è il titolo del libro scritto da Buscetta per mano di Falcone.
Parlare di Mafia non è facile, di certo è un’ argomento molto vasto. Cercheremo, quindi, di essere i più concisi possibile, limitandoci a raccontarvi i rapporti che esistono tra Stato e organizzazioni mafiose.Gli eventi parlano da soli e fanno largamente riflettere su quanto effettivamente lo stato non solo non abbia combattuto la mafia ma addirittura sia entrata con essa in fruttuosi rapporti economici. Lo stato, innanzi tutto, non ha mai attaccato la mafia per prima ma ha soltanto arrestato qualche esponente della malavita organizzata, sempre e soltanto dopo eclatanti attentati, sotto le pressioni dell'opinione pubblica; ma questa strada non porta da nessuna parte in quanto il mafioso se lasciato tranquillo mentre fa i suoi affari non avrà alcun interesse a farsi notare; succede così che pm come Falcone e Borsellino (come altre vittime di mafia vedi Mattarella e tanti altri politici e giornalisti che hanno perso la vita per aver alzato la voce) comincino a rompere questa pace. Oggi questi uomini vengono ricordati all'unanimità dalla stampa come eroi, ma quando cominciarono ad evidenziare i rapporti tra mafia e stato ( riportatigli dai pentiti che in quegli anni raggiunsero il numero più alto) erano accusati dalla stampa di destra ( di essere toghe rosse) e di sinistra ( di eccessivo protagonismo ). Dopo la loro morte toccò a Caselli prendere le redini del pool di Palermo;egli fu fondamentale nei processi, scaturiti dopo l’assassinio di Salvo Lima (europarlamentare in stretti rapporti con la mafia ), a carico di Andreotti, Carnevale e Dell'Utri. Il primo (Giulio Andreotti), nonostante i rapporti che ebbe con la mafia fino agli anni '80 con i boss di Cosa Nostra ovvero Bontate e Badalamenti (questo dice la sentenza), è un senatore a vita, non colpevole poiché il reato è caduto in prescrizione (poiché sono passati i fatidici 22 anni e 6 mesi anche grazie ai ritardi procurati dai continui rinvii dell’imputato); il secondo (Carnevale) è il giudice supremo della Cassazione nonostante egli, con la medesima carica che possiede oggi, assolse tempo fa decine di mafiosi e pilotò anche i processi, sempre di matrice mafiosa, dove non era stato assegnato (prosciolto perché secondo le nostre leggi le accuse dei sui colleghi non possono essere utilizzate in quanto le verità delle riunioni processuali sono top secret); il terzo (Marcello Dell’Ultri), braccio destro di Berlusconi, nonostante abbia fatto assumere come stalliere di Arcore un noto mafioso (Mangano) e sia stato condannato a due anni dalla procura di Torino, è rimasto un parlamentare di Forza Italia.
Tutti i politici sono sempre stati contro l'operato di Caselli perchè erano loro ad essere accusati d'essere il baluardo della mafia (è sintomatico che per fermare Falcone ci volle il tritolo e per fermare Caselli un decreto), ma mai nessun politico inveì contro il successore Grasso che durante il suo operato fece pietà e misericordia avvantaggiando mafiosi e combattendo questi ultimi solo a parole e non nei fatti. Queste notizie sono poche e servono solo per far capire a chi leggerà quest'articolo che la mafia non è una piaga del sud, la mafia non è più rurale, la mafia non è più quella del pizzo: la mafia è appalti, rapporti economici con i vertici dello stato, e capite bene che c è un "piccolo" conflitto d'interessi d'un Berlusconi a combattere la mafia quando con Pippo Calò (conosciuto come il cassiere della mafia) investe 113 miliardi del vecchio conio in Sardegna, tant'è che sotto il suo governo furono emanate molte leggi che favoreggiano la mafia e che comunque oggi sotto il governo di sinistra ancora sono in vigore;questo perchè indipendentemente dai partiti sono implicati tutti e cambiano i direttori d'orchestra ma gli strumenti sono sempre quelli;allora mi chiedo, a che pro andare a votare?. Queste cose non si sanno se non le si cerca, ed io consiglio a chi si interesserà dell'esoterismo della mafia di leggere 'gli intoccabili' di Marco Travaglio. Le verità di questi rapporti sono sconcertanti e solo l'un per cento se ne conosce. Celebri sono le parole di Buscetta a Falcone:"se io ti racconto dei rapporti tra mafia e politica io finirò in un manicomio criminale e tu finirai ucciso"; la previsione si avvera.
Ci congediamo chiedendo scusa per l'eccessiva lunghezza di questa sorta
d'articolo che ho scritto di getto assieme all’autore del blog. Questo post lo abbiamo scritto con entusiasmo perchè siamo ragazzi del sud che vivono la mafia da vicino, e prima di salutarvi vi chiediamo di non prendere per vere le verità sui fatti riportati da terzi, ma andate sempre direttamente alla fonte.

Eduardo Fazzari e Andrea Squillace

 
 
 
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