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Pierca
Inizio la mia storia, come hanno già fatto tanti pittori. Non nomino il paese ove nacqui, perché era popolato da gente dedita al pettegolezzo carico di cattiveria; le invenzioni di quegli abitanti generosi di dicerie mi ripugnavano. Spero non ricordino nemmeno il mio nome: vivano nella loro putrefatta abitudine! I miei genitori - Angelica e Antonio - mancarono in tarda età. Ero primogenita e dopo di me nacquero due gemelle: Carla e Maria. Carla era vivace, sempre in movimento con il pallone; Maria, calma e appassionata di bambole e cucito, molto possessiva per ogni cosa che le piaceva. Lucrezia - la nonna paterna - viveva con noi; felice del nostro affetto, era orgogliosa di avere una nuora sempre in pieno accordo in ogni decisione. Tutta la famiglia viveva con serenità e nel reciproco rispetto. Frequentai le scuole elementari nel paese natale ed i primi tre anni dell’Istituto Magistrale ad Albino nel collegio (nel quale trascorsi il periodo più brutto della mia vita) del Sacro Cuore. A causa di una grave malattia sospesi gli studi per tre anni; nel 1939 mi diplomai presso l’Istituto Magistrale delle suore del Sacro Cuore, a Brescia. Nel 1940 decisi di stabilirmi - nonostante i bombardamenti - a Brescia per cercare un insegnante che mi preparasse all’esame d’ammissione al Liceo Artistico o all’Istituto d’Arte. Presi alloggio al convitto di S. Zanino, da dove - in caso d’allarme - si raggiungeva velocemente il rifugio nella galleria sotto la collina del castello; l’insegnante al quale mi affidarono fu Enrico Ragni (che avrei poi sposato nel 1952). Per vivere ricevevo aiuti dalla famiglia ed impartivo lezioni a chi come me doveva frequentare una scuola d’arte. Nel 1942 mi iscrissi all’Istituto d’Arte Governativo di Venezia ma i continui bombardamenti mi costrinsero ad interrompere gli studi. Nel 1944 Enrico Ragni vide i lavori pittorici che - oltre i compiti assegnatimi - eseguivo a casa; entusiasta, organizzò - a Rovereto, alla Galleria Delfino dell’editore Gaifas - la mia prima personale. Nel 1946 Cavellini espresse il desiderio di ospitare nella propria abitazione una personale di Santomaso e Vedova; Ragni riferì ad entrambi gli artisti - di cui era amico - l’idea di Cavellini. Inizialmente rimasero indifferenti in quanto non volevano incontrare pittori bresciani ma Ragni promise il proprio interessamento e li convinse per l’accettazione. Alla mostra presenziarono Valsecchi, Marchiori, il collezionista avvocato Alberini, Ragni, Cavellini ed io. Tutto riuscì bene e Alberini acquistò molti dipinti. Il merito di aver portato a Brescia la pittura astratta fu indiscutibilmente di Enrico Ragni. Nel 1948 conseguii il diploma di licenza presso l’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma e nel 1951 partecipai - a Roma - al concorso per gli esami di stato ed ottenni (nel 1954) l’abilitazione all’insegnamento del disegno in tutti gli istituti medi, inferiori e superiori. Insegnai per 32 anni (e furono anni interminabili, soprattutto se alla presidenza era incaricata una donna) nelle scuole medie e superiori.
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