Creato da purceddduzzzi il 09/10/2009
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« Il battello ebbro e altr...BOUQUET »

ILLUSIONI CERTE DI ESSERE REALI E NON TIRARE A VIVERE

Post n°4 pubblicato il 14 Ottobre 2009 da purceddduzzzi

                                                                                                 NEBBIA

                                         La nebbia era una galassia distesa sui petali dei fiori,

                                                      io e lei eravamo statue tristi che facevano 

odi all’ingresso misteriosissimo in paradiso

degli umani,

semplicemente saldate uno all’altra  sperduti

sotto l’abbraccio,

dentro il tunnel che pulsava di resina di due alberelli di prugne

 con ragnatele di brina,ci sembrava che il mondo

fosse una eterna lode ma noi non

capivamo dove salisse,irrompevano insetti che schizzavano le rinunce del rinascimento con i loro ancheggiamenti,

io e lei eravamo non occhi eravamo le voci di saggi maniscalchi sulle

nostre saldature;stormi, stormi di uccelli solo un frastuono gigantesco tutt’intorno,bussole e cannocchiali e una

luna così vicina da riconoscere le sue abitudini e io e lei eravamo

 un funerale di pietra che chiedeva di evocare solo feste e pioggie scordate. Danzavano fra le foglie, le ombre. Correvano

le linee prima degli spigoli, si inginocchiavano i marciapiedi alla salvezza, io e lei forse eravamo quelli che la statue raffiguravano e ci chiedevamo cosa mai avessimo fatto da star sempre lì

chiedevamo vita essendo solo pietre perchè eravamo andati via rincorrendo il piegarsi delle chiome degli alberi più alti,schizzando l'ombra,cercando di addestrare il panorama a portarci l'osso solo per rubargli una carezza,fischiando più del vento alla luna, 

 Si alzarono in volo animali, balzi e cadute e tuffi e avvitamenti, il mare che volle urlare, onda sonora, nucleare, agghiacciate circonferenza di pianeta dalle rive 

la certezza degli uccelli che mangiavano in volo.

Con la tenacia della schiuma delle onde che veniva intrappolata dalla nebbia scomparsa all’alba sulle nostre saldature

 verdi di nessuna o di qualche speranza vista da noi due la musa che si infilava una spada nel punto più sensibile del cuore

pregando di vedere come due innamorati riconoscono Dio solo per

frottole al mondo quando la nebbia va via.

ALESSANDRO IDISIUM     lupoeditore

 

 

CHE SON PER NOI,CUOR MIO

Cosa sono per noi, cuor mio, le distese di sangue
E brace, e mille omicidi, e lunghe grida
Di rabbia, singhiozzi di ogni inferno che rovesciano
Ogni ordine; e l'Aquilone ancora sui rottami

E ogni vendetta? Niente!... - Ma sì, la vogliamo ancora
Tutta quanta! Industriali, principi, senati,
Crepate! potenza, giustizia, storia, abbasso!
Ci è dovuto. Il sangue! il sangue! la fiamma d'oro!

Diamoci alla guerra, alla vendetta, al terrore,
Mio Spirito! Giriamoci nel Morso: Ah! passate,
Repubbliche di questo mondo! Imperatori,
Reggimenti, coloni, popoli, basta!

Chi può smuovere i turbini del fuoco furente,
Se non noi e coloro che immaginiamo fratelli?
A noi! Romanzeschi amici: ci piacerà.
Non lavoreremo mai, o flutti di fuoco!

Europa, Asia, America, sparite.
La nostra marcia vendicatrice ha occupato tutto,
Città e campagne! - Saremo schiacciati!
I vulcani salteranno! e l'oceano colpito…

Oh! amici miei! - mio cuore, è certo, son fratelli:
Neri sconosciuti, se solo andassimo! andiamo! andiamo!
O sventura! mi sento fremere, la vecchia terra,
Su di me sempre più vostro! la terra si scioglie,

                                                Non è niente! sono qui! sono sempre qui.

 

ARTHUR RIMBAUD

 

CREATURE DELLA NOTTE

Pipistrelli di velluto nella notte

Falene dai battiti silenziosi

Inchiostro di rettili dormienti

Buio profondo negli occhi delle belve.

Creature della notte

tessono ragnatele

nella mia testa.

Riflessi di tenebra sulla pelle dell'iguana

Cobra avvinghiati ai rami del male

La morte dei remoti dinosauri

Un pozzo nero nelle fauci del caimano.

Creature della notte

muovono artigli nella mia testa.

Tutti i colori del nero,camaleonti

Agonia di bisce intrecciate

Il grido del coyote ferito

Topi famelici rodono l'alba.

Creature della notte

strisciano nel mio cervello

smarrito.

JIM MORRISON

 

 

 
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