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Maisetti: «Ora le ronde anche su bus e treni»

Post n°277 pubblicato il 10 Agosto 2009 da Capodiponte
 


BresciaOggi - 08/08/2009

SICUREZZA. Il neo assessore promette una sostanziosa riorganizzazione: più coordinamento con le altre forze dell’ordine e, se servirà, pattugliamenti notturni
Maisetti: «Ora le ronde anche su bus e treni»
«La Provinciale darà il contributo che serve Il progetto: narcotest in dotazione agli agenti»


(pag. 13)

Quando ha ricevuto la telefondata del presidente della Provincia Daniele Molgora, un paio d’ore dopo l’approvazione del pacchetto Maroni, ha capito: la delega alla Sicurezza sarebbe stata sua. E del resto Mario Maisetti, 59 anni camuno «doc», delle materie che tanto stanno a cuore alla sua Lega si è occupato per lungo tempo anche ad Angolo Terme, il Comune di cui è stato sindaco e di cui ora è vicesindaco. Con un «pallino» che ancora non gli è passato: la lotta allo spaccio e al consumo di stupefacenti tra i giovanissimi.
Maisetti, ai tempi della formazione della giunta per lei si è sempre detto che la delega alla Sicurezza sarebbe stata la più adeguata. Il presidente Molgora le ha affidato uno dei compiti più importanti per il Carroccio. Perché, a suo parere?
«Penso per la mia esperienza ad Angolo Terme. Nel nostro Comune siamo stati molto attenti soprattutto al problema della droga tra i ragazzi. Da sindaco e da genitore ho incentivato molto il volontariato presidiando la scuola e il territorio. un tema su cui intendo avere anche nei prossimi anni un occhio di riguardo».
Lei è ancora vicesindaco ad Angolo Terme...è importante restare sul territorio?
«Io continuo e intendo continuare a dedicare tempo al mio Comune. Certo, gestire l’assessorato è più semplice che fare il sindaco. Qui si parla di deleghe specifiche, mentre da primo cittadino dovevo essere anche un po’ tuttologo».
La polizia provinciale ha iniziato la sua attività con una funzione prevalentemente ittico - venatoria, e da qualche anno sta cambiando volto. Che futuro vede per il Corpo?
«Appena arrivato, ho avviato subito una specie di riforma. Finora la provinciale aveva soprattutto un ruolo di supplente, interveniva a sostegno dei Comuni sguarniti di vigili. Con il presidente Molgora si è deciso di dare un segnale forte: cercheremo di coordinarci di più con le altre forze dell’ordine con obiettivi di prevenzione. Il controllo in provincia è già molto buono, ma con la prefettura e la questura cercheremo di rivedere le priorità e i punti più a rischio. Su questa questione, invierò anche una lettera ai Comuni per capire quali sono le loro esigenze e cercare di fare un lavoro più organico».
Quanto alla funzione ittico - venatoria?
«Il nucleo rimarrà ma farà capo all’assessore alla Caccia, il collega Alessandro Sala. Ci è sembrato più logico: loro sanno ovviamente dove bisogna intervenire con urgenza. Però i due nuclei avranno la possibilità di interagire in base all’esigenza di uomini».
Diceva che il consumo di droga è, a suo parere, una delle emergenze più attuali. Come pensa di combattere questo problema?
«Quando avremo le risorse, vorrei che anche ai nostri uomini venisse dato in dotazione il narco test per effettuare i controlli necessari».
La polizia provinciale darà una mano al giro di vite sull’immigrazione clandestina?
«Gran parte delle risorse votgliamo, certo, investirle per l’attuazione del pacchetto Maroni. Ma veda, vorrei precisare che io non sono assolutamente razzista. Pensi, la prima persona che ho assunto da sindaco è stato uno straniero. E poi la mia famiglia è un vero e proprio meltinng pot...Comunque sì, lavoreremo sia per i controlli anti contraffazione sia anti immigrazione clandestina. E faremo la nostra parte anche sul fronte delle ronde».
Il tema è più che mai attuale: il Broletto parteciperà in qualche modo?
«Abbiamo dato tutta la nostra disponibilità. Ci siamo seduti di recente al tavolo con le altre istituzioni per studiare anche l’ipotesi di predisporre pattugliamenti di volontari sui treni e anche sugli autobus extraurbani. Noi abbiamo garantito che qualora i Comuni non avessero vigili a sufficienza per far da supporto e punto di riferimento, potremo intervenire con i nostri agenti».
Mi pare che per la polizia provinciale si prefiguri un vero e proprio ruolo di "forza dell’ordine" a tutti gli effetti....
«Effettivamente ci sono riorganizzazioni in vista. Ho mandato una circolare per la questione dei distaccamenti, che devono essere tutti coinvolti su progetti condivisi. Dopodiché stanno emergendo esigenze operative nuove a cui bisognerà far fronte. Per esempio, qui in via Romiglia abbiamo un paio di celle, una maschile una femminile: ma perché diventino operative serve il piantonamento dei nostri uomini, che ora sono di turno solo fino alle 20. Pure se verranno a crearsi esigenze di pattugliamento serale, bisognerà ripensare alla gestione del personale che è un tema particolarmente delicato. Il nostro organico è sufficiente ma l’organizzazione degli agenti va migliorata».

LA PROMESSA. Delega alla Motorizzazione: in cantiere due progetti per i disabili

«Non soltanto multe Cultura della guida»

Spiega che il suo obiettivo, in materia di sicurezza stradale, non è vessare gli automobilisti ma insegnare loro a non violare le regole, aiutarli ad imparare quella che chiama una «cultura della guida». Del resto Mario Maisetti, assessore provinciale alla Sicurezza, ammette che per le multe negli scorsi anni la polizia provinciale ha incassato davvero poco.
Insomma, i 9 milioni che la giunta Cavalli aveva previsto di entrate dalle multe erano davvero troppi? Ha fatto bene Molgora a prevedere da subito un taglio alle entrate di 7,5 milioni?
«Effettivamente le contravvenzioni che la provinciale dà per la velocità portano quasi nulla alle casse delBroletto».
In una conferenza stampa durante la campagna elettorale il presidente ha annunciato che la vostra non sarebbe stata la politica dell’«autovelox dietro l’angolo». Intendete mantenere la promessa?
«Basti pensare che gli autovelox li abbiamo prestati alle Pubbliche Amministrazioni che ce li richiedevano. Personalmente, sono d’accordo con la politica del tutor. Penso che dovremo fare un ragionamento sulle strade più a rischio e lavorare soprattutto sul tema della sensibilizzazione».
In che modo ritiene che sia possibile intervenire?
«Con una nostra presenza costante dobbiamo fare prevenzione. Gli automobilisti devono capire che bisogna cambiare mentalità. Il modello francese è quello a cui io voglio puntare.vverti una prima volta gli automobilisti con il cartello che riporta i limiti di velocità; una seconda volta li diffidi dall’andare troppo veloce. E la terza volta scatta la contravvenzione. Su questo tema è stato fatto anche un incontro con l’assessorato ai Lavori Pubblici guidato dal collega Mauro Parolini, con cui naturalmente c’è l’intenzione di avviare una collaborazione».
A lei è stata affidata anche la delega alla Motorizzazione, all’Autotrasporto e alle Autoscuole che sono state in un qualche modo scorporate dall’assessorato ai Trasporti guidato fino all’anno scorso da Valerio Prignachi...
«Effettivamente, sono molto soddisfatto di avere ottenuto la delega alla Motorizzazione con cui sto già prendendo familiarità. Diciamo che questo tipo di materie si possono incrociare con quelle della sicurezza alla guida, almeno per quanto riguarda lo studio della pericolosità e via dicendo».
C’è qualche progetto specifico in campo?
«Abbiamo due progetti rivolti in modo specifico ai disabili. Uno con le scuole guida: contribuiremo alla fornitura di due autovetture attrezzate. Ce ne sarà una a Brescia e una in Valle Camonica, dove questo problema è particolarmente sentito».
E l’altro?
«L’altro pure riguarderà il mondo della disabilità. Abbiamo sentito anche la Fiat su questa iniziativa. L’obiettivo è predisporre una sorta di totem, un simulatore per i disabili che servirà per aiutarli a conseguire la patente».
Lei, come altri colleghi, promettete di riservare un’attenzione particolare al tema della disabilità...
«Più che altro riteniamo sia un impegno doveroso. I disabili non sono una vetrina, uno strumento per procurarsi visibilità. Bisogna fare per loro qualcosa di concreto. È questa la direzione in cui intendiamo muoverci».


Natalia Danesi

 
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