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I 10 videogame pił difficili della storia

Post n°338 pubblicato il 19 Agosto 2010 da Convallaria_majalis
 
Foto di Convallaria_majalis

I 10 videogame più difficili della storia


I videogame veramente difficili, quelli del tipo "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate", ormai sono rari.

Un game design più sofisticato e l'interesse di produttori e sviluppatori a non alienarsi i potenziali clienti fanno sì che, bene o male, tutti possano sperare di vedere ai titoli di coda. Mal che vada si abbassa il livello di difficoltà, senza dirlo agli amici per non fare brutta figura.

 

Un tempo invece umiliare il giocatore era pratica comune; gran parte dei titoli più difficili mai pubblicati risale infatti all'era preistorica degli arcade e del NES.

Arrivare in fondo era roba da veri duri: non c'erano salvataggi (al massimo un paio di continue), le vite erano pochissime, si moriva dopo un solo colpo...

 

Va da sé che il concetto stesso di "difficoltà" è del tutto soggettivo e relativo.

Giochi inaccessibili per uno possono rivelarsi una passeggiata sul velluto per un altro. Alcuni però hanno messo in crisi intere generazioni di player, al punto di guadagnarsi la fama di autentici bastardi.

 

A seguire, ecco 10 tra i più tosti di sempre.

 

DEFENDER (arcade, 1980)

Uno dei giochi più influenti degli anni Ottanta, Defender era uno sparatutto a scorrimento laterale così complesso (già a livello concettuale) e difficile che nelle prime partite non potevi sperare di durare più di una manciata di secondi. Insert coin, start, boom.

 

CONTRA (NES, 1987)

Qui la comunità di giocatori di Internet si divide in due fazioni. Molti sostengono che fosse difficile in modo brutale, altri rispondono che bastavano un paio di settimane di applicazione per spararselo tutto usando una vita sola.

In effetti non era impraticabile, ma le femminucce non avevano speranza di farcela.

 

ZELDA II: THE ADVENTURE OF LINK (NES, 1987)

Quando uscì fu uno shock per tutti quelli che avevano amato il primo Zelda, per due motivi.

Uno: i livelli erano inquadrati di lato, tipo platform, e non da sopra a volo d'uccello.

Due: era dannatamente difficile.

Chi è sopravvissuto fino a raggiungere lo scontro finale con Dark Link merita rispetto.

 

GAIARES (Mega Drive, 1990)

La console a 16 bit di Sega aveva un gran catalogo di sparatutto, e Gaiares era uno dei più originali e spettacolari.

Peccato si divertisse a trattare il giocatore come carne da macello.

 

NINJA GAIDEN (Xbox, 2004)

Era uno degli action più belli per la console Microsoft, e non solo, ma era anche dannatamente difficile, perlomeno rispetto agli standard degli anni 2000.

L'odio verso il giocatore è una lunga tradizione della serie: già il primo in assoluto, il Ninja Gaiden per NES del 1988, era una bruttissima gatta da pelare.

 

SILVER SURFER (NES, 1990)

Se andate a cercare nei forum le discussioni sui giochi difficili, Silver Surfer viene citato con una certa costanza, a riprova che chi lo ha provato non se lo è dimenticato mai più.

Si trattava di uno sparatutto a scorrimento orizzontale nel quale morire era più facile che contare fino a tre.

 

SUPER GHOULS 'N GHOSTS (Super Nintendo, 1991)

Portare il mitico Sir Arthur fino a salvare la principessa era un'impresa che richiedeva nervi saldi e precisione chirurgica nei movimenti.

Il vero incubo erano i salti: una volta staccati i piedi da terra, non potevi più modificare la traiettoria e finivi spesso addosso a qualche nemico comparso dal nulla un secondo prima. E giunto in fondo al gioco, ti rispedivano al primo livello per rifare tutto da capo.

Ma sono scherzi da fare?

 

DEMON'S SOUL (PlayStation 3, 2009)

Probabilmente non troverete nulla di più ostico su una console moderna.

Mentre gli altri giochi si ammorbidiscono, Demon's Soul ti sbatte in faccia tutta la sua intransigenza.

Niente sconti, niente pausa durante i combattimenti, livello di sfida esasperato: un gioco quasi inaccessibile, ma al tempo stesso bellissimo e incredibilmente gratificante – quando si riesce a sopravvivere.

 

MEGA MAN (NES, 1987)

Tutta la serie non scherza, ma il primo era micidiale, anche perché mancava ancora di quei perfezionamenti di gameplay che hanno reso "accessibili" i sequel.

I boss erano delle carogne senza pari.

 

BATTLETOADS (NES, 1991)

Bello, ma con un tasso di mortalità fuori dalla norma: da molti è ricordato come il gioco più difficile mai concepito.

In particolare erano temutissimi i livelli di velocità, come il Turbo Tunnel o il Volkmire's Inferno: a bordo di mezzo volanti, bisognava evitare una serie di ostacoli mentre lo schermo schizzava a 300 all'ora.

La maggior parte dei comuni mortali arrivava qui, le prendeva di brutto e alzava bandiera bianca.

 

 

(Filippo Ferrari)

 

 

 

 

p.s. Io invece sono stata traumatizzata da Wonder Boy. Uno dei miei traumi infantili, di quelli che ti porti dietro per tutta la vita. Ricordo ancora d’estate al mare, mio cugino che se lo finiva come fosse stato un piatto di pasta, ed io deficiente che non terminavo neanche il primo livello. Mah…da allora ho odiato tutti, o quasi, i vari videogiochi e consolle varie. (Convallaria_majalis©)

 

 

 

nella foto: un’immagine del mio Wonder Boy. ;-)

 
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