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Aldo Moro: l'intervista di Paolo Cucchiarelli a Giovanni Fasanella

Post n°35 pubblicato il 08 Maggio 2015 da carancini
Foto di carancini

Da Paolo Cucchiarelli ricevo e pubblico:

Aldo Moro: Fasanella, Senzani presento' Markevitch a Moretti

Torna in libreria il volume sul famoso direttore d'orchestra

(di Paolo Cucchiarelli)

(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Igor Markevitch, il direttore d'orchestra indicato da una fonte del Sismi degna del maggior credito come uno degli uomini che interrogarono Moro rimane una domanda senza una risposta definitiva. A far luce ci hanno provato Giovanni Fasanella e Giuseppe Rocca riproponendo per Chiarelettere "La storia di Igor Markevi?", un libro che cerca di afferrare la personalita' eclettica e multiforme di un uomo con un piede sul podio e un altro nelle vicende piu' complesse della nostra recente storia. Fu Giovanni Senzani, il "capo" mai entrato nella vicenda Moro, a presentare Markevitch a Mario Moretti e questo fatto riapre la validita' della pista di Firenze, "testa pensante" del rapimento e della sua gestione.

Giriamo alcune domande a Giovanni Fasanella. - Chi e' Igor Markevitch e che ruolo ha avuto secondo la vostra ricerca?

"Quello di intermediario (non di 'Grande vecchio'!) tra alcuni servizi segreti esteri di rango e le Br per la liberazione di Aldo Moro; o, comunque, per una 'gestione' della vicenda che evitasse il rischio di una grave destabilizzazione degli equilibri interni italiani e internazionali. Moro era detentore di segreti Nato sensibili e in una sua lettera a Cossiga, allora ministro dell'Interno, aveva minacciato di rivelarli ai brigatisti. E forse aveva gia' cominciato a farlo.

- Nessuno ha mai chiarito con elementi convincenti perche' si scelse via Caetani per riconsegnare il cadavere di Moro? Quale e' per ora il punto piu' avanzato della questione?

"Il dato di fatto e' che, stando ai risultati dell'autopsia e agli esami compiuti su alcuni materiali rinvenuti sulle ruote della Renault rossa e nei risvolti dei pantaloni di Moro, il presidente della Dc fu assassinato non piu' di un'ora prima del ritrovamento del cadavere, e fu ucciso in un luogo distante non piu' di 40 metri da via Caetani. Perche' Moro si trovava nelle immediate vicinanze di Palazzo Caetani, dove tra l'altro due agenti del Sismi lo avevano cercato mentre era ancora in vita? L'ipotesi al momento piu' fondata e' che i brigatisti che sequestrarono Moro in Via Fani non fossero gli stessi che lo avevano in custodia durante gli ultimi giorni, se non addirittura negli ultimi secondi di vita; e che Moro avesse trascorso l'ultima parte della sua prigionia in un luogo molto vicino alla via in cui fu trovato morto. Probabilmente, man mano che la trattativa procedeva, ci furono passaggi di mano dell'ostaggio, a cui corrisposero anche trasferimenti fisici da un covo all'altro. Alla fine, Moro arrivo' la' dove avrebbero dovuto liberarlo. E dove, invece, fu assassinato".

- Ci sono elementi che la Commissione Moro potrebbe sviluppare nelle sue indagini su Igor?

"Si'. Innanzitutto dovrebbe cercare di spiegare perche' Moro venne assassinato, mentre invece la sua liberazione sembrava ormai certa. Quanto a Markevitch: chi gli chiese di intervenire e perche' venne chiesto proprio a lui? aveva legami con ambienti diplomatici, dell'intelligence e intellettuali che per varie ragioni avevano avuto a che fare con il terrorismo? La figura chiave per rispondere a queste domande e' l'ex brigatista fiorentino Giovanni Senzani: fu lui a presentare Markevitch a Mario Moretti, stando a un rapporto del Ros. E' curioso che Senzani, personaggio di levatura intellettuale e politica di gran lunga superiore a quella dei brigatisti finora noti, membro della direzione strategica brigatista all'epoca del sequestro, sia stato inquisito e condannato per reati compiuti prima e dopo, ma non e' mai comparso in un'inchiesta sul caso Moro. Bisogna ripartire da lui, da Senzani. E sarei davvero sorpreso se la Commissione parlamentare e la magistratura non avessero ancora deciso di ascoltarlo".

- In appendice del libro c'e' una importante sentenza per tutti quelli che scrivono inchieste: cosa indica?

"Rocca ed io, autori del libro, abbiamo subito un vero e proprio ostracismo e pressioni di vario genere dagli ambienti piu' disparati. Siamo stati anche citati in tribunale dagli eredi di Hubert Howard, agente della propaganda e guerra psicologica britannica in Italia durante la guerra, marito di Lelia, l'ultima erede dei Caetani, e cugino di Markevitch (detto tra parentesi, Hubert Howard e Markevitch, prima che gli Alleati entrassero a Firenze, trattarono segretamente con i nazisti per evitare che distruggessero l'immenso tesoro artistico della citta'). Ebbene, il tribunale civile di Roma ha dato ragione a noi e torto agli Howard, stabilendo un principio di fondamentale importanza per il giornalismo d'inchiesta: in vicende di eccezionale gravita' come il sequestro e l'assassinio di Moro, i giornalisti hanno il diritto-dovere di formulare anche delle ipotesi, per arrivare alla verita'. Purche' fondate, naturalmente.

 E nella sentenza ha aggiunto che l'ipotesi del nostro libro lo e'". (ANSA).

 

 
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