« . | . » |
( di altri frammenti - ricordi)
Post n°5 pubblicato il 06 Maggio 2011 da Carezze_E_Lame
mi crollò il mito del più carino del palazzo (post precedente) Che fu sostituito da un altro, che abitava al terzo piano, proprio sotto di me; alto, magrissimo, un po' scuro di carnagione, moro, occhi neri lucenti. Con lui ho scoperto il sesso, anale, perché davanti ci facevamo male entrambi, nonostante fossi già signorina, e questa sessualità precoce col tempo divenne un conflitto, e mi creò imbarazzo nel mentre la vivevo e malessere anni dopo, ripensando a questi episodi. Godevo, lo ammetto, ma soprattutto lui mi faceva stare bene, perché lui era il primo a cercare solo me, infatti non aveva nessun'altra e mi baciava come io desideravo, meglio del primo. Poi, dopo molti mesi, non ricordo, forse un anno, mi ritrovai con lui e altri due ragazzi del quartiere nella sua stanza, e tirò fuori, per iniziare, due giornali pornografici che teneva nascosti camuffati nell'armadio sotto i vestiti. E mi fece notare quelle che per lui erano le posizioni e gli scatti migliori, e m'invitava a cominciare a toccarglielo. Poi, uno di quei due ragazzi si spogliò. Volevano scoparmi in branco, ma il suono del campanello di casa interruppe tutto. Sua mamma era rientrata dalla spesa, e mi fecero segno che tutto era rinviato. Quando ci lasciammo, dopo un quarto d'ora circa, rincasai e mi sentii stranita, ma andai in camera a giocare e non pensai. Lui, poco dopo, alluse in giro, per le strade, di averlo fatto con me. Non ebbi il coraggio di picchiarlo nè di obiettargli nulla ; lui era più grande di me e mi aveva letteralmente "presa" ... ma io non potevo pensare nemmeno lontanamente che lui voleva fare di me una baby troia; ero delusa e mi veniva da vomitare al pensiero. Fu il trasloco di residenza ( i miei avevano trovato l'occasione di una casa libera in un altro quartiere), dopo due mesi, col conseguente abbandono di quella zona, di quella periferia squallida e degradante, a farmi svincolare da quel laccio, ma solo in apparenza, perché quel laccio condizionò anche i futuri approcci in età adolescenziale ... Confidai questo molti anni dopo a un prete, che non lo considerò un peccato da parte mia, dicendomi che ne ero, semmai, vittima, anzi disse che avrei dovuto, forse, dire tutto questo molto tempo prima, invece che trascinarmelo dentro per anni, per il bene di me stessa, per liberarmene, insomma fu comprensivo. Ma io feci la prima comunione, a dieci anni, con quel tarlo che iniziava a rodermi, e non mi sentivo in pace con me stessa; nutrivo disprezzo e disistima verso la mia persona. Tutto quello che ho vissuto in quei due anni, le violenze sessuali presentate come gioco carino, e la violenza apertamente adottata come unica arma di difesa ad altra violenza, in un episodio che scriverò dopo, continuò nel tempo a confondermi le idee e i comportamenti, spesso contraddittori, e opposti, fatti di un misto di accondiscendenza e ripulsa estreme verso i ragazzi ... Non sono mai riuscita a trovare il giusto equilibrio nei rapporti, l'amore che volevo, anche fisico, sì, ma l'amore non è solo questo, e io lo sapevo bene, solo che avevo il terrore a dirlo e a spiegarlo, anzi quando mi muovevo in una direzione di rapporto in questo senso, e volevo una storia completa, di vita, di condivisione più profonda, loro mi mollavano o semplicemente, quando una situazione non mi piaceva più, troncavo, ero io a scappare, per poi cominciare daccapo uguale con un altro ancora sperando che tutto fosse diverso ... è quello che ho vissuto, e verso cui ancora non riesco, in parte, a liberarmi, nel senso che provo una sorta di amore/odio verso l'universo maschile. Ed è forse il motivo per cui sono sola da molto tempo e ho paura a fidarmi di un uomo e di abbandonarmi totalmente a lui. Divento un istrice e mi vergogno della parte più tenera di me, ma che è stata distrutta a dieci anni, senza che nessuno l'abbia mai saputa scorgere e tirar fuori. Voglio e non voglio l'amore al tempo stesso. Così tronco le storie a metà, anche adesso che avrei la maturità umana per poterle vivere. Ma anche di questo, la maturità, non sono sicura. Ho una voglia pazzesca di innamorarmi di nuovo, e quando mi ricapita, ho paura. Sento che la vita è breve, a tratti ho l'impressione di morire; per poi cadere nella sensazione opposta, cioè di vedere davanti a me una vita lunghissima, ma di doverla passare in solitudine. Solitudine che odio e amo al tempo stesso, che per tanto tempo ho confuso per libertà, ma non è così. Invidio chi ha avuto una crescita umana e sessuale senza violenze o esperienze premature che bruciano, e demoliscono l'intero apparato ideale che ci si fa dell'amore, oltre quello genitoriale che fortunatamente in me resta intatto . Invidio chi si è già sposato, dopo una scoperta graduale e consapevole dell'amore, e magari si lamenta perchè dice che se potesse tornare indietro vorrebbe stare single e grattarsi la pancia nel tempo libero dal lavoro senza coniuge e figli a carico. A me l'amore è stato negato e strappato finora, e chi ce l'ha ci sputa pure sopra, col dovuto rispetto per tutti, compresi separati e divorziati. Se ho scritto questo, è per sfogo di una cosa che mi porto dentro da più di 20 anni, e l'unica cosa che mi preme di dire è di stare vicino ai vostri figli, ma capisco che non sempre loro si fanno aiutare e tendono a nascondere le cose brutte ai genitori, forse per paura di sconsiderate reazioni. Io ho già pagato per il mio silenzio, avevo paura e vergogna, e sono stata down d'umore per molto molto tempo, sfociando in uno stato di blanda depressione. |
Inviato da: Carezze_E_Lame
il 08/09/2011 alle 22:13
Inviato da: PIU_0_MENO
il 08/09/2011 alle 21:33
Inviato da: Carezze_E_Lame
il 06/09/2011 alle 14:29
Inviato da: PIU_0_MENO
il 06/09/2011 alle 14:17
Inviato da: Carezze_E_Lame
il 05/09/2011 alle 22:26