Creato da casadecolmeia il 17/08/2010
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« Turismo responsabile?La vecchia foto »

Davanti al camino

Post n°14 pubblicato il 01 Novembre 2010 da casadecolmeia
 
Foto di casadecolmeia

Una sera d'autunno davanti al camino... solo. Fuori il vento si è finalmente calmato, dopo aver diffuso nel vasto giardino le foglie rosse e gialle dei liquidambar.
Metto sul giradischi un vecchio disco di vinile: pianoforte, il mio Debussy che da tanto non ascolto...la fiamma vivace riscalda la stanza, la fa vivere, disegna attimi di luce sulle pareti bianche...mi verso un armagnac, me lo sono meritato dopo questi giorni di folle attività. Lo sorseggio con gusto mentre il pianoforte va dritto al cuore.
Il cognac induce alla meditazione, alle riflessioni....uno scoppiettio, una fiamma birichina evidenzia un vecchio libro lassù, nell'ultimo ripiano della libreria, come per destare la mia attenzione su ciò che non voglio ricordare.
Prendo il libro, lo sfoglio a caso già sapendo che si aprirà proprio a quella pagina ormai consunta...leggo (*).

<"Ti ricordi?" ci diremo l'un l'altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento.
Ma tu - ora mi ricordo - non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati.
Mai passasti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, nè battesti mai alla porta del castello deserto, nè camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, nè ti addormentasti sotto le stelle d'oriente, cullata da piroga sacra.
Dietro i vetri, nella sera d'inverno, probabilmente noi rimarremo muti, io perdendomi nelle favole morte, tu in altre cure a me ignote.
Io chiederei: "Ti ricordi?", ma tu non ricorderesti
.>

Mi fermo, non posso continuare. Lascio cadere il libro sul tappeto mentre la mente è percorsa dagli spiriti delle foreste,  dai folletti degli alberi, dalle fate che abitano i boschi, dal galoppare sfrenato di cavalieri invisibili, da bauli colmi di mappe che portano a tesori sconosciuti, dalle sirene del mare, dai maghi buoni della mia fanciullezza felice, tutti lì, tutti presenti ad affollare ancora la mia mente di bimbo.

E mi sento in colpa per non ....
Mi alzo, metto altra legna sul camino, cerco di distrarmi osservando la pioggia che cade nel pozzo e riga il vetro della finesta. Ma il libro è lì, altre pagine vogliono essere lette.

<Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare - lo prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, nè guarderò le nubi, nè darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi.
Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all'amore.
Ma io ti avrò vicina. E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo.
Ma tu - adesso che ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili da valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi.
Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso tra le innumerevoli ombre.>

Chiudo il vecchio libro, osservo la fiamma allegra del camino che non riesce più a trasmettere quel calore di cui ora avrei bisogno. E mi accorgo che tanto tempo è passato, tante incomprensioni, tante burrasche per pochi istanti di felicità...

ma mi manchi...mi manchi.

(*) Dino Buzzati, La Boutique del mistero

 
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