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Riflessioni di un borghese molliccio

Post n°177 pubblicato il 23 Giugno 2008 da LaCattivaStrada84
 

Supponiamo che alla Fine non ci sia veramente nulla e che tutto cio’ che abbiamo investito si riveli tragicamente inutile, con l’aggravante di aver visto morirci l’una dietro l’altra tutte le persone care, quelle per cui abbiamo sorriso, pianto, vissuto.

Quello e’ l’aspetto peggiore della questione, quello che da contenuto all’etichetta “TRAGICITA’” che tanto mi piace accostare spesso alla Vita, quando mi ci trovo a riflettere.

Di RIDICOLO ce ne e’ altrettanto, se teniamo conto che – sempre IPOTIZZANDO che alla fine non ci sia veramente nulla che compensi i nostril sforzi – mille futili, stupide battagliucce ci distolgono l’attenzione da cio’ che merita veramente di reputarsi importante.

E allora, dando per scontato cio’ che si fa ? C’e’ chi tutto cio’ non lo da troppo per scontato, e prova a CREDERE in qualcosa, spesso religioni o idelogie, che ci spronano ad andare avanti.

Nonostante io sia molto critico verso queste forme di sovrastrutture umane, allo stesso tempo le rispetto molto perche’ sono forse i mezzi piu’ credibili che l’uomo ha a sua disposizione per non abbandonarsi ad un nichilismo disperato.

Il nichilismo ( cioe’ il suppore il nulla finale, svuotando di senso la Vita) ce l’abbiamo tutti in dosi diverse: c’e’ chi lo combatte credendo in Qualcosa, chi ci si abbandona, e in entrambi i casi ci sono diversi livelli di consapevolezza.

C’e’ il nichilismo ottuso, gretto e stupido dei materialisti che vivono come larve, succhiando il lato piu’ superficiale della vita, fottendosene di tutto il resto, privi di aneliti, beffandosi arrogantemente di chi prova a trovare un Senso al tutto.

C’e’ chi, senza arroganza, al nichilismo si abbandona per vigliaccheria, o semplicemente per debolezza umana, autodistruggendosi ( chi si droga )o sempliceemente lasciandosi andare.

C’e’ chi arriva in questa terribile condizione anche attraverso strade molto spesso tragiche e  nobili, passando per esperienze terribili, o semplicemente votando la propria esistenza ad una ricerca coraggiosa e critica della conoscenza.

C’e’ chi al contrario, prescindendo se consapevolmente o inconsapevolmente, al nichilismo non si vuole abbandonare decidendo semplicemente di CREDERE .

A volte e’ un semplicistico corollario di ingénue e patetiche illusioni ( come la maggior parte dei ragionamenti umani, pervasi di autoinganni), a volte passa comunque da un difficile e tormentato lavoro interiore.

Quello di CREDERE e’ forse l’unico mezzo che l’uomo ha per rispondere al meglio alla tragicita’ intrinseca dell’esistere, sempre premettendo la validita’ della mia ipotesi iniziale.

Ora veniamo un po’ al SODO DELLA QUESTIONE, ovverossia cosa mi porta a fare tutte queste belle riflessioni e su quail premesse le baso.

La risposta e’ triste, perche’ a portarmi a riflettere in codesta maniera non sono chissa’ quali esperienze di dura vita, ma tutti quei momenti di scazzo, che io borghesuccio viziato, non riesco a gestire degnamente e reagisco in questa maniera, provando a dare una dignita’ proprio a quell NICHILISMO che tanto accuso, di cui tanto parlo, e che TANTO PERVADE ANCHE ME.

Le mie riflessioni potrebbero anche essere alquanto profonde, se almeno mi fossi GUADAGNATO il diritto di farle. Ma non e cosi’.

E allora, per sfuggire a questa triste condizione ( perche’ e’ triste la condizione di questo stato di pseudo-consapevolezza che penso di avere senza aver pagato mai chissa’ quale prezzo nella mia agiata vita) non rimane che seguire proprio le strade che io stesso reputo valide per non abbandonarsi al nichilismo, ovverossia CREDERE ma con un’importante variabile supplementare e decisiva : sapere nel frattempo prendere al vita con quel DISINCANTO che basta per poterne RIDERE.

Questo lo reputo fundamentale, ancora piu’ del credere, perche’ finendo solo col credere, si rischia di battagliare tutta la vita a vuoto e rendersene conto solo all’ultimo non e’ il massimo del piacere.

Diciamo che gia’ c’e’ una grossissima possibilita’ che questo accada, ma perlomeno vorrei provare fino all’ultimo a non sottomettere mai la mia coscienza critica a quell grande inganno che io reputo sia la vita.

Combattere come se avesse un senso e’ il primo obiettivo che cerchero’ di portare avanti, ma quello piu’ difficile sara’ mantenere e costruire in me quell’Ironia tale che spero all’ ultimo mi possa far morire senza troppa disperazione.

E a tal proposito , spesso ci penso su come mi piacerebbe morire. Mi piacerebbe morire come mio nonno, che coerente fine all’ultimo, si e’ presso beffe della Morte cosi’ come ha sempre fatto della Vita.

Di fronte a quel suo gesto cosi’ pagano – che mi e’ stato raccontato da mia zia – ogni volta mi si riempie il cuore di lacrime.

Mi piacerebbe morire cosi’, possibilmente con lo spirito  di questa canzone

Quando la morte mi chiamerà
forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità
non maleditemi non serve a niente
tanto all'inferno ci sarò già

ai protettori delle battone
lascio un impiego da ragioniere
perché provetti nel loro mestiere
rendano edotta la popolazione
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana
ad ogni fine di settimana
sopra la rendita di una puttana

voglio lasciare a Bianca Maria
che se ne frega della decenza
un attestato di benemerenza
che al matrimonio le spiani la via
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto
con tanti auguri per chi c'è caduto
di conservarsi felice e cornuto

sorella morte lasciami il tempo
di terminare il mio testamento
lasciami il tempo di salutare
di riverire di ringraziare
tutti gli artefici del girotondo
intorno al letto di un moribondo

signor becchino mi ascolti un poco
il suo lavoro a tutti non piace
non lo consideran tanto un bel gioco
coprir di terra chi riposa in pace
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d'oro
ed è per questo che io mi onoro
nel consegnarle la vanga d'oro

per quella candida vecchia contessa
che non si muove più dal mio letto
per estirparmi l'insana promessa
di riservarle i miei numeri al lotto
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati
non vedo l'ora di andar fra i dannati
per rivelarglieli tutti sbagliati

quando la morte mi chiederà
di restituirle la libertà
forse una lacrima forse una sola
sulla mia tomba si spenderà
forse un sorriso forse uno solo
dal mio ricordo germoglierà

se dalla carne mia già corrosa
dove il mio cuore ha battuto un tempo
dovesse nascere un giorno una rosa
la do alla donna che mi offrì il suo pianto
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore
per ogni palpito del suo cuore
le rendo un petalo rosso d'amore


a te che fosti la più contesa
la cortigiana che non si dà a tutti
ed ora all'angolo di quella chiesa
offri le immagini ai belli ed ai brutti
lascio le note di questa canzone
canto il dolore della tua illusione
a te che sei per tirare avanti
costretta a vendere Cristo e i santi

quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità
CHE UN UOMO E' MORTO SENZA PREGARE,
FUGGENDO IL PESO DELLA PIETA'


cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro giù sulla terra
amammo tutti l'identica donna
partimmo in mille per la stessa guerra
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore si muore soli
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli.

 

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