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Post n°196 pubblicato il 07 Settembre 2009 da LaCattivaStrada84

Ci sono stati uomini...

Era gennaio di quest’anno, da poco ero ritornato in Italia e da qualche giorno ero su a Reggio Emilia ,d’appoggio da alcune amiche in attesa di trovare casa a Bologna.

Un anno di assenza  mi aveva portato alle stelle la voglia di fare, di cimentarmi finalmente in prima persona, cosicche’ appena lessi della manifestazione di Piazza Farnese a Roma per solidarizzare con alcuni magistrati vittima dei soliti vergognosi attacchi, la voglia di andarci era tanta, subito temperata dal senso pratico: economizzare e non perdere tempo nella ricerca casa.

E poi c’era un altro problema, chiamiamolo cosi ( eventuale alibi fittizio in realta’): la manifestazione sarebbe stata il giorno dopo,e mica si prende il treno e si parte cosi’ all’improvviso, no???

Leggendo di piu’ al riguardo mi imbattei non so se in un video, o semplicemente nella notizia che fra coloro che sarebbero intervenuti dal palco, ci sarebbe stato Salvatore Borsellino.

Li’ presi la decisione, senza esitare: quel nome da solo bastava per farmi rifuggere sdegnato da qualsivoglia forma di comodo alibi.

Di quella manifestazione avrei dovuto scrivere appena dopo proprio qui sul blog, ci provai anche, ma qualche inconveniente tecnico mi fece desistere dall’ardua impresa di mettere “nero su bianco” il mosaico di emozioni provate quel 28 gennaio.

Un mosaico fatto anche di questioni prettamente personali, non solo inerenti la manifestazione.

Ma di quella manifestazione, non potro’ mai dimenticare proprio l’intervento di Salvatore Borsellino, che oltre a farmi conoscere per la prima volta l’insieme di inquietanti misteri che ancora avvolge la morte del Fratello, ebbe una funzione ancora piu’ forte che quella meramente conoscitiva: fu un pugno nello stomaco, toccante, struggente , il momento piu’ forte ma anche il piu’ alto dell’intera manifestazione.

Da allora mi informai al riguardo, presi ancor di piu’ consapevolezza di alcuni impegni con me stesso e con Qualcun Altro,ma ben poco di pratico: e quel poco di pratico mi ha portato finora a rifuggire certi argomenti qui sul blog, proprio a partire dal primo di cui avrei dovuto scrivere.

Non basta questa descrizione per spiegare a chi legge,l’imbarazzo, l’emozione e un certo tipo di paura provate sabato sera a Milano,quando con Salvatore Borsellino ho avuto la fortuna e l’onore di parlarci di persona.

Balbettavo,ma allo stesso tempo lo sommergevo di parole, e soprattutto mi scusavo per l’eventuale retorica: li si e’ bloccato, e mi ha detto semplicemente :”Perche’ la chiami retorica?Retorica e’ quando non si prova quel che si dice, e dai tuoi occhi e dalla tua espressione non direi proprio che e’ cosi’”.

E io a cercare di spiegargli che a volte le parole banalizzano quel che si ha dentro e poco dopo lui che e’ andato via, quasi di corsa, quasi all’improvviso.

L’ho percepito cosi’ quel suo modo di andar via, e mi sono chiesto se fosse dipeso da commozione ( io , ben lungi dal seguire il suo insegnamento di Roma, ero li’ anch’io a piangere al suo cospetto, e , pur non essendomi mai vergognato di piangere in vita mia,  ho  cercato disperatamente di trattenermi, sentendole quelle lacrime inopportune)o forse da qualche particolare stonato che mi riguardava personalmente

La mia mente malata e’ volte e’ cosi dubbiosa di tutto, che anche sulle cose piu’ importanti si domanda se le stia provando veramente oppure no, o se sia semplicemente un comodo modo per  sembrare migliore soprattutto ai miei occhi.

Da qui viene la paura di essere retorico, e da qui la paura che in quella risposta pacata quell’eventualita’ ( e’ retorico chi non prova cio’ che dice)avesse anche un minimo di probabilita’ nel mio caso personale.

E se cosi’ ieri sono stato percepito?Ma ancor peggio, se cosi’ fosse veramente?

Ammetto che possano essere paranoie eccessive,ma e’  stato tale il coinvolgimento che ho avuto , che mi domando anche il perche’ di ogni apparente dettaglio e anche la motivazione ultima del coinvolgimento in se.

In assenza di altri elementi e soprattutto di testimoni che avrebbero potuto dire la loro al riguardo, preferisco non distruggere, per quella che potrebbe essere una mera pippa mentale,l’importanza di cio’ che e’ avvenuto , anche perche’ il modo migliore per rendere reali e coerenti le mie parole di ieri (ma oserei dire le parole che ogni giorno della mia vita mi ripeto da un bel po di tempo)e’ cercare di costruire su esperienze come questa, delle basi piu ‘ solide per quel che voglio fare e per quel che voglio essere

 

 

 

 
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Post n°195 pubblicato il 02 Settembre 2009 da LaCattivaStrada84
 

Indro Montanelli

“La scoperta che c’è un’Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L’Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L’Italia del 25 luglio, l’Italia dell’8 settembre, e anche l’Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l’avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo”. Indro Montanelli

 
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Post n°194 pubblicato il 23 Agosto 2009 da LaCattivaStrada84

Immagini di un'estate

Riprendere l'abitudine: dannatamente difficile.Eppure da raccontare ci sarebbe sempre, ci sono sempre attimi da fermare, fotografare per poi rivederli e riflettere.

Immagini a random, perche' la prosa scorrevole non viene sempre facile: e allora su uno schermo immagini che corrono veloci...

....il rapporto troppo controverso con i miei genitori, quella rabbia che salta fuori veemente perche' nelle loro debolezze rivedo i miei limiti,la mia insicurezza e capisco perche'...e poi quel retrogusto amaro nel salutare mia sorella e mio "fratello" acquisito ....perche' ancora una volta un particolare sbagliato alla fine rovina il tutto....

...quel tutto fatto da suggestioni da film, chiacchierate, voglia di leggersi dentro ...e poi capisci che nn e' vero che riesci ad analizzare proprio tutto e tante cose di me, e di come sono in alcuni rapporti proprio non me le so spiegare, mr analisi 100% fallisce, e mi riscopro sempre fragile ed esposto...

...e poi quelle emozioni forti, non so se durature, non so se a lungo termine grazie ai ragazzi di castellamare...vorrei scrivergli ma mi blocco pauroso di specchiarmi nella mia retorica...quella per iscritto che rispecchia quella interiore....quando ci si emoziona veramente? e se quello che vivi poi tendi a dimenticarlo, si trattava di vera emozione oppure era solo retorica emotiva?

e poi ..figure femminili...quelle del campo...quella che mi ricorda il mio fantasma principe e mi suggestiona con quel misto di autocoscienza e malinconia...quella che mi riporta ad un'adolescenza perduta....quella dell'ultma sera e chiedermi ancora se ho fatto bene?le passanti....in attesa ancora una volta di riaffrontare il mio fantasma che torna, torna continuamente...e' un tormento o un segno?

e poi quell'amica speciale da troppo abbandonata a se stessa...crisi di rigetto come con i miei..chi ti soffoca d'affetto lo si respinge...grande contraddizione eh razionale meritocratico che non sei altro?

e poi tempo perso...niente studio, niente progetto politico....in assenza di altri esseri umani, il vuoto...tempo buttato, svilito di fronte ad uno schermo, tanto per non pensare, tanto per rilassare svilendola la mente prima di settembre

e il vuoto del blog, sintomatico dei miei tempi morti....

voglio riprendere ad emozionarmi, a vivere...la transizione , se deve esserci, voglio che sia a fior di pelle...condividendo....

"la felicita' e reale solo se condivisa"

 

 
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Post n°193 pubblicato il 27 Maggio 2009 da LaCattivaStrada84

"Se tutti facessimo un po' di silenzio,

 forse potremmo capire"

"Non dico che non hai della sostanza, solo che non sei così complicato come credi".

Un pugno nello stomaco, anche se da tempo esorcizzavo il mio Male pensando la stessa cosa, anche se non metabolizzandone fino in fondo il senso.

La cosa piu' difficile da ammettere, ovviamente anch'essa non "provabile" - perche'  non esistono in natura i "complessitometri" che misurano fino a che livello uno e' complesso, elaborato, complicato, ma pur sempre un pugno nello stomaco.

Ovviamente non puo' esistere assolutezza in queste affermazioni, perche' si tratta di categorie mentali estremamente soggettive ( quelle che riguardano i giudizi sui nostri simili, diamine!), ma cio' non toglie che certi problemi sull'essenza dell'individuo, non siano problemi facilmente catalogabili come "problemi relativi, questione di opinioni".

Penso,nei miei momenti di minima autostima, che il mio volermi credere diverso, complesso, complicato, nevrotico ( questa e' una delle mie ultime autorappresentazioni,e  con quanto autocompiacimento la dico!) sia solo un vezzoso autoinganno per non ammettere che cio' che ho e che ho costruito finora risponde solo raramente alle mie aspettative.

Allora gioco a fare il "diverso", comodo autoinganno di un borghesuccio che non riesce ad ammettere fino in fondo le proprie meschine pulsioni, i propri limiti, la propria mediocrita'.

Non so se questa analisi sia eccessiva o meno, so che c'è di sicuro del vero e che non dipende solo da una distorsione temporanea.

Ma forse, ostinato nella mia ricerca di qualcos'altro che spieghi una realta' ( la mia ) pur cosi facilmente spiegabile, continuo ad insistere " e se c'è dell'altro?"

A livello di ipotesi, senza sentimentalismi, il mio nichilismo ( anche qui celebrazione di un vuoto ben piu' meschino, neanche lontanamente paragonabile al travaglio interiore che dovrebbe indicare questo termine)forse ha pero un'altra radice: seppur nella mia piccolezza, intravedo il nulla al di la', intravedo la mancanza di un senso intrinseco a tutto cio' che ci circonda.

E rieccomi, a nuotare beato nel solito mare di autoinganni celebrativi.Forse.

La verita', come suole dirsi chi non sa veramente calibrarne l'essenza, forse sta nel mezzo.

Piccola meschinita' borghese mischiata ad una sensibilita' leggermente piu' acuita:sono queste le due chiavi di lettura che per ora possiedo,e che voglio/posso/mi fa comodo mischiare.

 

Eppur da qualche tempo agogno anche io a quel silenzio,liberatore innanzitutto dalla mia maschera di comunicatore, di ciarliero, di estroverso.

E allora ben venga la malattia( esageriamo!!!)che mi fa cogliere come molto piu' del silenzio, spesso le parole siano gonfie di vuoto.

Agogno a quel silenzio, sentendo quell'assordante caos sotto casa mia ad ogni ora, soprattutto di sera quando la mediocrita'  vuole autosuggestionarsi, tingersi e chiamarsi introspezione.

Agogno a sentirmi dedicare quel verso, uno dei versi piu' belli della poetica deandreiana   "...e amo la tua solitudine, amo il tuo sguardo".

In quel momento mi sentiro capito. E forse, staro', serenamente, in silenzio

 
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Senza ali e senza te

Post n°192 pubblicato il 18 Maggio 2009 da LaCattivaStrada84

"...come un uccello che ha provato ad esser libero
e che muore appena fuori,
sono restato senza ali e senza te"


Se dovessi cominciare a descrivere questo periodo, dovrei elencare tutti quei fattori che stanno influendo nel rendermi cosi' demotivato, umorale, nichilista.

Sarebbe un interessante esercizio che non so se faro' o meno anche se ho gia' pensato alla chiave di lettura da utilzzare per cominciare a narrare del mio limbo....

Pero' ,da affrontare in maniera così analitica, la questione richiede un approccio di petto, che non so fino a che punto riuscirei ad avere di questi tempi: la mia paralisi e' tale che influisce ovviamente anche sulla descrizione della medesima, rivelandosi così  un cane che si morde la coda.

Eppure,un accenno potrei gia' farlo adesso, partendo da chi non c'e' piu'....

L'eterno dilemma:  vale piu' un disperato grido  di indipendenza e dignita' che mi fa credere ancora che i rapporti umani hanno il presupposto basilare della reciprocita' per esistere e che in mancanza di questo, pur se infarciti da autoinganni, sono arrivati al loro punto di non ritorno OPPURE vale di piu' l'idea che c'e' sempre una possibilita' di cambiamento,  e che e' sempre e comunque doveroso mandare avanti un rapporto, perche' un rapporto trova la ragion d'essere ultima in se stesso e a prescindere da tutte le contraddizioni da cui e' caratterizzato?

Si, e' decisamente ampollosa la forma in cui pongo la domanda, perche' in preda a pensieri travagliati,che vorrei tener cautamente in qualche ripostiglio del mio cervello,non riesco ad essere lucido e chiaro come vorrei.

Eppure, a modo mio affronto: con inerzia a dire il vero, ma tengo botta meglio di altri periodi.

Mi son fatto piu' forte o deve ancora venire la burrasca?

Eppure gran parte del nichilismo e li',anche se la questione potrebbe benissimo essere meglio spiegata e generalizzata sotto il nome di "aneliti incompresi con l'altro sesso".

Quanto dovro' aspettare per elaborare il lutto? E siamo sicuri che l'elaborazione del lutto non e' che un semplice meccanismo che garantisce la conservazione della sanita' mentale ,ma non RISOLVE EFFETTIVAMENTE IL PROBLEMA?

Nel mio modo malato,ma mi manca.Mi mancano i miei aneliti, e' vero, da fottuto egocentrico quale sono, ma mi manca soprattutto lei.

 

Il problema e' che sono stato io a decidere il punto di non ritorno

 

 

" Qualcuno mi protegga
da quello che desidero
o almeno mi liberi
da quello che vorrei
Dall’obbedienza e dal timore
e dalla viltà
guadagnar la libertà
dalla clandestinità "

 
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