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Post n°46 pubblicato il 21 Aprile 2010 da valentinodichiera
Una cosa e' certa 'Le quattro volte' fara' ''parlare la natura e le sue cose''. E' quello che dice con orgoglio il regista Michelangelo Frammartino del suo docu-film 'Le quattro volte' selezionato dalla Quinzaine des Ralisateurs della 63° edizione del Festival di Cannes. Ma poi aggiunge con ancora piu' convinzione:''sono contento soprattutto per la Calabria, la mia terra di origine che si vede nel film, e per Milano, dove vivo, che mostra cosi' di avere un cinema vitale''. ''Il luogo, la terra, il paesaggio, diventa in 'Le quattro volte' protagonista, come d'altronde gli animali e le piante'' spiega Frammartino raggiunto telefonicamente a Berlino dove sta missando il film. L'autore del pluripremiato 'Il Dono', aggiunge subito dopo:'' mia nonna calabrese una volta che abbiamo incontrato in campagna una serpe mi disse in dialetto 'vidi chella ha n'anima'. Come scrive poi Dante nel 'Convivio' tutte le cose hanno un'anima e tutte la loro nobilta'. In Calabria non a caso c'e' stato Pitagora che professava l'animismo''. Insomma spiega il regista ''filmare un sasso o un albero puo' essere rivoluzionario, come fu una rivoluzione a un certo punto fotografare personaggi delle classi umili quando fino ad allora ad essere fotografati erano solo quelli delle classi abbienti''. Tra gli episodi uno con protagonista un pastore calabrese ''quelli sempre considerati con sospetto e che non avevano una volta neppure il diritto di testimonianza'', una sorta di medium con la natura e che si cura, spiega Frammartino ''con la spazzatura della Chiesa che lui beve sciolta nell'acqua, un'antica credenza. E l'unico giorno che ne resta privo, il pastore muore''. Si passa poi alla storia di un capretto seguito dalla nascita fino al suo primo pascolo e poi ancora la storia di un grandissimo abete bianco nel corso delle stagioni e la sua trasformazione in carbone attraverso il mestiere dei carbonai, l'antica arte di trasformare il legno in carbone tra i fumi e le polveri di un cantiere immerso nei boschi di Vibo Valentia. Per fare questo film, girato tra Caulonia, il Pollino e Serra San Bruno, spiega Michelangelo Frammartino ''ho vissuto con carbonai e i pastori cercando di entrare nella loro vita e abitudini''. 21/04/2010 da Strill.it |
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