Creato da Caustica_mente il 26/11/2009

Vuoi giocare?

Ebbene, giochiamo. Ma a modo mio.

 

 

I marziani

Post n°30 pubblicato il 15 Marzo 2010 da Caustica_mente
 

Noi donne quando non sappiamo cosa fare con le mani cominciamo a cincischiare con una penna, oppure martirizziamo un pezzetto di carta, o giochiamo con una ciocca dei nostri capelli. Le più ardite s’impegnano in un’accurata ed approfondita opera di pulizia delle narici.
Gli uomini invece si mettono le mani sul pacco e cominciano a ravanarselo, se poi sono sovrapensiero non s’accontentano di gingillarsi i tesori di famiglia da sopra i pantaloni, ma entrano pure dentro le mutande.
Ma perché pare essere l’unica attività in cui potete tenere occupate le mani? Perché non vi grattate le orecchie o, che so, non giocate con la mollica di pane facendo tante palline? Che per caso volete sincerarvi di essere partiti da casa tutti interi? Oppure controllate che un’oliva non sia più grande dell’altra? O siete accaniti sostenitori della perfetta simmetria quindi state sempre a dividervele affinché il peso sia equamente distribuito? Temete che se stanno tutte e due dalla stessa parte poi andrete via tutti gobbi e sbilenchi come il campanaro di Notre Dame? Oppure lì dentro custodite gelosamente qualche tesoro? Carte di credito? Foto della moglie con dietro il monito “Guida piano e pensa a me?”? Quella dell’amante con la dedica “Ho dimenticato le mutandine, controlla che non siano sotto al letto”? Mah.
Che poi, voglio dire, possibile che gli zebedei e il punteruolo non si lamentino mai di tutta quella rumba? Se voi foste tutti riposanti e arrotolati sotto un caldo involucro ed ogni cinque minuti arrivasse una mano enorme dall’altro a scuotervi, rotearvi, tirarvi, non vi coglierebbe un furioso istinto omicida dopo la terza incursione?
Per forza poi arrivate a casa, la sera, e mentre vostra moglie è intenta in cucina nella preparazione del pollo alla cacciatora di quattro salti in padella, vi tirate giù i pantaloni e tutti preoccupati esclamate: “Guarda qui cara! Sono tutto arrossato. Cosa sarà mai? Dici che devo preoccuparmi?”

 

Altra cosa. Ascoltando la Lucy in tv qualche sera fa, mi sono accorta che stava dicendo una grande verità. Per noi donne fanno ogni sorta di pubblicità di prodotti per le parti intime (a proposito, Lucy hai ragione, quella del Tantum Rosa con la tipa che raggiunge le amiche scusandosi per il ritardo accusando un fastidioso prurito alla iolanda, è davvero degradante): quello alla camomilla che contrasta il bruciore, quello alla lavanda che allevia le irritazioni, quello ai fiori di tarasacco che non impedisce la regolarizzazione del ph naturale, quello che la lava, quello che la stira, quello per profumartela quando sei fuori casa (a quando quello che ti fa ricrescere l’imene ridonandoti la verginità perduta?).
Per gli uomini, al massimo, c’è la pubblicità per la crema contro le emorroidi o la diarrea.
Perché? Voi non vi lavate mai le zone di bassa manovalanza? Avete una coltivazione intensiva di piante grasse lì sotto che non potete usare l’acqua o un detergente? Il sapone potrebbe causare l’essiccazione istantanea della palma da cocco e relativi frutti penzolanti? Temete che sedendovi a gambe aperte sul bidet la forza di gravità l’abbia vinta su di voi e vi si stacchi tutta l’artiglieria rotolando miseramente giù per il tubo di scarico?
Niente panico, se vi lavate non succederà nulla di tutto questo.

Però tutto sommato preferisco un uomo con le mani perennemente sul pacco piuttosto che un uomo perennemente perso nelle sue seghe mentali.

 
 
 

Donne solari

Post n°29 pubblicato il 18 Febbraio 2010 da Caustica_mente
 

Che poi voglio dire, possibile che qua dentro si permetta un simile abuso della parola “solare” nei profili femminili? Nel quadratino dove ci si descrive m’imbatto nove volte su dieci in tale definizione.
Ma come? Tutte solari sono le donne che circolano qui dentro?
Non una che scriva, che so: “Sono mortifera come l’antrace” oppure “Oggi ho ciclo, non posso darvela, quindi fuori dai maroni!”
Macché! Sono solari loro. Anche se si sono svegliate con l’unghia incarnita dell’alluce destro, anche se guardandosi allo specchio hanno notato che è comparso un bubbone di cellulite dove fino al giorno prima regnava il piatto assoluto, anche se un tir ha stirato il loro gatto, anche se al rientro dal lavoro hanno trovato il marito che scopazzava allegramente con un poker di trans, niente, sono positive, sempre pronte a credere all’amore e ai buoni sentimenti (e ovviamente le tre cose che odiano sono, nell’ordine: le bugie, l’infedeltà e la violenza). Solari, appunto.
Ma andate a cagare!
Che poi quando un pover’uomo in cerca dell’anima gemella le approccia, attratto da tanta solarità, pensando d’aver trovato finalmente la donna amica-mamma-amante-suoracontutti-puttanasoloconme, e riesce a strappar loro un appuntamento, facile che dopo dieci minuti di conversazione di fronte ad un caffè, la senta rispondere al cellulare a non si sa chi sbraitando: “Non rompere i coglioni, adesso non ho tempo per te. Le mutande lavatele da solo!”
Bella delusione, no? E dov’è finita tutta la solarità?

 

Come quando capita che un uomo sia vittima di un terribile fiappone al primo rapporto sessuale con una donna. Si sa in tali casi per uscire dall’imbarazzante empasse del momento solitamente è la donna che s’assume tutta la responsabilità della defaillance maschile. Mentre lui se ne sta in un angolino del letto, tutto tremolante e mortificato, lei con calma gli si avvicina e con colpetti rassicuranti sulla spalla che fanno tanto “povero cagnetto Bobby”, pronuncia frasi consolatorie come: “Non ti preoccupare, può succedere”, oppure “Forse la colpa è mia, che non ti piaccio abbastanza” o ancora “Dai, non è la fine del mondo. Vedrai che la prossima volta andrà meglio”.
Solo che l’uomo, dandole le spalle, non s’accorge che le carezzevoli parole non sono supportate da un altrettanto comprensivo sguardo. Anzi, al posto delle di lei pupille sono presenti due incandescenti braci d’odio che se potessero scaglierebbero fulmini atti ad incenerire il malcapitato.
Sapete cosa passa in realtà nella testa della donna solare in quei momenti? "Col cazzo che ci sarà una prossima volta! Appena esco da questa porta non mi vedrai mai più. Cambierò casa, lavoro, città. Falsificherò i documenti e mi cambierò i connotati con un intervento maxillo facciale integrale pur di non farmi trovare da te. Merda, che serata sprecata! Potevo restare a casa a giocare a sudoku o andare a cena con le amiche in quel ristorante macrobiotico che hanno appena inaugurato. Mi sarei divertita di più!”

 

Diffidate delle donne solari, signori. Diffidate.

 
 
 

Ti rendi conto che...

Post n°28 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da Caustica_mente
 

... stai invecchiando quando:

- i ragazzini per rivolgersi a te, ti danno del "lei";
- anche gli ottuagenari per rivolgersi a te, ti danno del "lei";
- entri in profumeria e invece di comprare solo una crema idratante per il viso, devi acquistare anche una crema antirughe per il contorno occhi;
- ti ritrovi con le amiche e invece di spettegolare sugli uomini e confidarvi pene d’amore (più o meno tragicomiche), vi ritrovate a parlare su quanto è rompicoglioni la suocera, di come sia fastidiosa la cervicale che vi opprime da giorni, o a scambiarvi ricette e/o rimedi casalinghi per tirar via le macchie dai vestiti senza rovinarli;
- le tue cugine più giovani vengono a chiederti consiglio dopo aver fatto una stronzata e tu le guardi con beneveola aria di superiorità dicendo: "Te l'avevo detto", dimenticandoti quanto odiavi questa frase quando te la diceva tua madre (e pure con lo stesso sguardo);
- guardando una ragazzina che gira per strada con pancia e schiena scoperta in pieno inverno, pensi che se facessi tu una cosa del genere, rimarresti ferma a letto una settimana con l’influenza e ti alzeresti dal materasso solo per correre in bagno a causa di continui attacchi di caghetta;
- guardi le foto di quando trascorrevi notti brave ballando sui cubi e pensi: "Chi è quella figa?";
- se provi a tirar ancora le ore piccole in discoteca, al momento del ritorno invece di scendere sulle tue proprie gambe dall'auto, chi è con te è obbligato a far rotolare la tua salma sino alla porta di casa;
- prima riuscivi a bere un gin lemon, un tequila sunrise, una piña colada e un coca rhum in una stessa serata senza che ciò avesse ripercussioni sulla tua lucità mentale, mentre adesso, dopo due sorsi di Nero d'Avola saresti pronta a concederti a Lino Banfi scambiandolo per il sosia di Johnny Depp;
- ti si vorrebbero fare solo uomini sposati.

 
 
 

La Bohème 4/4

Post n°27 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da Caustica_mente
 

Quadro IV: Nella soffitta (ancora?!). Qualche mese dopo

 Rodolfo e Marcello, ormai separatisi dalle rispettive, ostentano indifferenza e felicità: trascorrono le loro giornate limandosi a vicenda le unghie dei piedi, affittando dvd porno e gareggiando a chi riesce a stare per più giorni consecutivi senza cambiarsi le mutande. Giungono Colline e Schaunard recando una magra cena. Il musicista ha smarrito la partitura del jingle “Brava brava Mariarosa” e siccome la chiavetta usb per salvare i file in backup non è ancora stata inventata, non ne ha nessuna copia. Di conseguenza la Bertolini ha rescisso il contratto e non l’ha pagato, quindi finite le cene a sbaffo.
(Si vede che ci si sta avvicinando alla fine perché le sfighe aumentano in maniera esponenziale)
Mentre i quattro derelitti cenano con un tozzo di pane secco ed un’aringa pescata una settimana addietro, sopraggiunge Musetta, sorreggendo una Mimì sofferente e quasi esanime. La ragazza è ormai gravissima: il bifidus attivo contenuto negli yogurt che mangia ogni mattina a colazione ha avuto una strana evoluzione e invece di farla andare di corpo e sgonfiarle l’intestino, si è tramutano in un Pokemon che sta lottando con tutte le sue forze per uscire, come Alien dalla pancia di Sigourney Weaver. Nel suo vagare in città alla ricerca di un wc pubblico, Mimì ha incontrato Musetta e le ha chiesto di accompagnarla da Rodolfo, per dargli l’estremo saluto.
Rodolfo adagia Mimì sul letto e gli altri si tolgono dalle balle inventadosi scuse per lasciar soli i due infelici: Colline dice che deve ritirare il vestito in lavanderia, Schaunard deve partecipare al gioco telefonico “Indovina quanti fagioli ci sono nel vaso”, Marcello ha parcheggiato in tripla fila e Musetta deve tenere la solita lezione di solfeggio.
Rimasta sola con Rodolfo, Mimì rievoca i bei tempi andati: “Ricordi quella sera in cui, proprio in questa soffitta, abbiamo cercato la chiave che avevo perso? Tu volevi inchiappettarmi approfittando del favore del buio. Mi ero accorta che avevi nascosto la chiave in tasca, ma non ho detto niente perché speravo riuscissi nel tuo intento. A saperlo che non sapevi dove buttar le mani, ti avrei insegnato un po’ d’anatomia.”
Rodolfo non sa che dire, è commosso e frustrato. Per dimostrare alla morente che lui, anche dopo la separazione, non l’ha mai dimentica le porge la cuffietta rosa che le aveva comprato la sera in cui si erano divertiti nel Quartiere Latino. Mimì la prende tra le mani, la guarda qualche secondo con le lacrime agli occhi e sussurra: “Che regalo di merda”. Poi s’addormenta.
Rientrano gli amici, che cercano di non far rumore per non svegliare la malata, sembra stia riposando così bene. Dopo circa un’ora Schaunard si avvicina al letto e dice: “Ragazzi, secondo me non sta dormendo. Non russa e non sta facendo nessuna bolla col naso.”
Rodolfo si precipita e scopre che in effetti la poveretta è stecchita. Esplode in un pianto disperato, abbracciando la sua amata Mimì. Dopo circa mezz’ora si asciuga le lacrime e dice: “Vabbè, anche questa è fatta. Adesso liberatemi il letto che altrimenti stanotte non so dove dormire.”

Sipario

 
 
 

La Bohème 3/4

Post n°26 pubblicato il 02 Febbraio 2010 da Caustica_mente
 

Quadro III: La barriera d’Enfer. Qualche tempo dopo.

In un cabaret lavora il filosofo Marcello in qualità d'attaccapanni. Convive con Musetta, che per arrotondare le magre finanze, dà lezioni di solfeggio. Come solfeggia lei non solfeggia nessuna. Un giorno fa loro visita Mimì, pallida e sofferente e si confida con Marcello. Anche lei e Rodolfo fanno coppia fissa già da un po’, ma le cose tra loro non funzionano tanto bene: “Si scaccola in continuazione e attacca le palline di moccola sotto le sedie. Lascia i calzini sporchi in giro per casa. Non porta mai fuori la spazzatura e ha ripreso a non lavarsi le ascelle!”. La ragazza non sa più che fare e l’amico, impietosito, decide di prendere da parte Rodolfo e fargli un discorso serio. Intanto Mimì si nasconde dietro ad un albero e ascolta la conversazione.
Marcello: “Rodolfo è venuta Mimì a trovarmi e abbiamo parlato”
Rodolfo: “Sì, parlato. Come minimo te la sarai fatta due volte sulla lavatrice e altre tre sulle scale che portano in cantina”
M: “No, davvero! Ascolta, qui la situazione è grave: mi ha detto che non ti lavi più le ascelle. È vero?”
R: “Uhm. Sì in effetti…”
M: “Allora la povera donna ha ragione!”
R: “No aspetta, non è come pensi. In realtà ho smesso proprio perché la amo. La soffitta dove viviamo è sempre fredda e umida e Mimì è così cagionevole di salute che temo si possa ammalare, restando ancora al mio fianco. Quindi ho smesso di lavarmi le ascelle nella speranza che lo stratagemma serva per convincerla a lasciarmi. Lei merita una vita migliore!”
M: “…”
R: “…”
M: “A Rodò! Raccontamene n’antra!”
R: “Ok. La verità è che non la sopporto più: attacca l’aspirapolvere tutte le mattine alle sette; mi costringe a seguire una dieta macrobiotica e dopo una scopata vuole sempre affrontare discorsi seri ed esistenzialisti, mentre le uniche cose di cui ho voglia io sono una sigaretta, una bella pisciata e mettermi a studiare la nuova formazione della squadra per il Fantacalcio. Poi, c’è anche quella nuova cameriera della pasticceria sotto casa che…”
Mimì, dal suo nascondiglio si lascia sfuggire un singhiozzo e un: “Anvedi sto fijo de ‘na mignotta!”.
Rodolfo la scopre e pensa: “Sono fottuto!”
Tra i due amanti s’intreccia un appassionato colloquio pieno di “Mavvaffan…” e di “Testa di caz...”, “Te possino…” e “Ma và a mmori ammazz…”, “Ho finto venire l’ultima volta che l’abbiamo fatto” e “Ringrazia che ti ciuli ancora, considerando come ti conci per venire a letto. Con quella vestaglia mi sembri nonna Abelarda”, ed altre carinerie di questo tipo.
Al terzetto s’unisce Musetta, cogliendo la palla al balzo per punzecchiare Marcello: “Almeno loro due scopano qualche volta ”. La miccia s’innesca e anche tra Musetta e Marcello scoppia una lite furibonda: “Ha parlato quella che lo solfeggia a tutti tranne che a suo marito”, “Ti sei dimenticato di passare a prendere la bambina a scuola!” "Ma noi non abbiamo una figlia!", "Fa lo stesso, mi porto avanti con le recriminazioni. Un domani che ne avremo una la dimenticherai di certo. E comunque una cosa te le sei scordata davvero: non sei passato in posta per rinnovare il canone Rai!" “Guarda che toccava a te!” “No a te” “No a te” “No a te” No a te” e così via.

 
 
 
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