Noi donne quando non sappiamo cosa fare con le mani cominciamo a cincischiare con una penna, oppure martirizziamo un pezzetto di carta, o giochiamo con una ciocca dei nostri capelli. Le più ardite s’impegnano in un’accurata ed approfondita opera di pulizia delle narici.
Altra cosa. Ascoltando la Lucy in tv qualche sera fa, mi sono accorta che stava dicendo una grande verità. Per noi donne fanno ogni sorta di pubblicità di prodotti per le parti intime (a proposito, Lucy hai ragione, quella del Tantum Rosa con la tipa che raggiunge le amiche scusandosi per il ritardo accusando un fastidioso prurito alla iolanda, è davvero degradante): quello alla camomilla che contrasta il bruciore, quello alla lavanda che allevia le irritazioni, quello ai fiori di tarasacco che non impedisce la regolarizzazione del ph naturale, quello che la lava, quello che la stira, quello per profumartela quando sei fuori casa (a quando quello che ti fa ricrescere l’imene ridonandoti la verginità perduta?). Però tutto sommato preferisco un uomo con le mani perennemente sul pacco piuttosto che un uomo perennemente perso nelle sue seghe mentali. |
Che poi voglio dire, possibile che qua dentro si permetta un simile abuso della parola “solare” nei profili femminili? Nel quadratino dove ci si descrive m’imbatto nove volte su dieci in tale definizione.
Come quando capita che un uomo sia vittima di un terribile fiappone al primo rapporto sessuale con una donna. Si sa in tali casi per uscire dall’imbarazzante empasse del momento solitamente è la donna che s’assume tutta la responsabilità della defaillance maschile. Mentre lui se ne sta in un angolino del letto, tutto tremolante e mortificato, lei con calma gli si avvicina e con colpetti rassicuranti sulla spalla che fanno tanto “povero cagnetto Bobby”, pronuncia frasi consolatorie come: “Non ti preoccupare, può succedere”, oppure “Forse la colpa è mia, che non ti piaccio abbastanza” o ancora “Dai, non è la fine del mondo. Vedrai che la prossima volta andrà meglio”.
Diffidate delle donne solari, signori. Diffidate. |
... stai invecchiando quando: - i ragazzini per rivolgersi a te, ti danno del "lei"; |
Quadro IV: Nella soffitta (ancora?!). Qualche mese dopo Rodolfo e Marcello, ormai separatisi dalle rispettive, ostentano indifferenza e felicità: trascorrono le loro giornate limandosi a vicenda le unghie dei piedi, affittando dvd porno e gareggiando a chi riesce a stare per più giorni consecutivi senza cambiarsi le mutande. Giungono Colline e Schaunard recando una magra cena. Il musicista ha smarrito la partitura del jingle “Brava brava Mariarosa” e siccome la chiavetta usb per salvare i file in backup non è ancora stata inventata, non ne ha nessuna copia. Di conseguenza la Bertolini ha rescisso il contratto e non l’ha pagato, quindi finite le cene a sbaffo. Sipario |
Quadro III: La barriera d’Enfer. Qualche tempo dopo. In un cabaret lavora il filosofo Marcello in qualità d'attaccapanni. Convive con Musetta, che per arrotondare le magre finanze, dà lezioni di solfeggio. Come solfeggia lei non solfeggia nessuna. Un giorno fa loro visita Mimì, pallida e sofferente e si confida con Marcello. Anche lei e Rodolfo fanno coppia fissa già da un po’, ma le cose tra loro non funzionano tanto bene: “Si scaccola in continuazione e attacca le palline di moccola sotto le sedie. Lascia i calzini sporchi in giro per casa. Non porta mai fuori la spazzatura e ha ripreso a non lavarsi le ascelle!”. La ragazza non sa più che fare e l’amico, impietosito, decide di prendere da parte Rodolfo e fargli un discorso serio. Intanto Mimì si nasconde dietro ad un albero e ascolta la conversazione. |
Questo blog non rappresenta una benemerita cippa in quanto se non ho niente di meglio da fare ci scrivo, altrimenti ciccia. Quindi non viene aggiornato con periodicità. Non può per tanto considerarsi un comodino, né uno svuotatasche, nè una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.
PSSST!!!
Ehi, dico a te.
Lo so che ci sei
e che mi stai osservando
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