Cris' personal blog
la seconda parte del diario di bordo...perchè io mantengo le promesse! ^__^
IL PERCHE' DEL BLOG
“Un’immagine vale più di mille parole” non è solamente un modo di dire: dietro un’immagine ci sono realmente parole e sensazioni che una dopo l’altra prendono forma a delineare ciò che nella nostra mente quella determinata immagine suscita. Un’immagine è il “catturare” visivamente, e quindi in maniera concreta, l’attimo; un attimo che fa scaturire dentro noi delle emozioni, dei ricordi, delle associazioni, siano esse positive o negative. E’ un fissare nel tempo un momento, un particolare, un’espressione, è memoria storica. affettiva. personale. o semplicemente emotiva.
Questo blog volutamente dà grande importanza più alle immagine che alle parole, che restano indiscutibilmente di fondamentale importanza in quanto vanno a completare ed esplicitare quello che io “sento” davanti alle immagini che scelgo di inserire. Altrettanto volutamente in questo blog mostro indirettamente una parte di me, di quello che sono e del mio modo di pormi rispetto alle cose. Tra le righe, insomma, traspare un po’ quella che potrei definire come la mia “filosofia di vita”: le mie passioni, i miei interessi, la mia sensibilità, gli ideali in cui credo.
« Messaggio #152 | » |
Post n°153 pubblicato il 29 Aprile 2008 da c.rendina
[…] non so mai bene da dove iniziare, da un po’ di tempo a questa parte, quando mi metto a battere sui tasti per riprendere in mano le redini di questi miei pensieri. mi sono un po’ allontanata dalle vite e dai pensieri altrui che avevo piacere di curiosare la mattina presto a inizio di giornata, in ufficio; mi sono allontanata dai miei stessi pensieri, che da qualche mese a questa parte restano troppo spesso intrappolati in una rete di stanchezza immobile. o che altre volte semplicemente non vogliono uscire, e stanno bene lì, solo per me. ho smesso di comporre piccoli poemi soltanto guardando un’immagine, per il gusto di lasciare andare i pensieri liberamente e poi cercare di incanalarli in parole. la verità è che non ho tempo. non ho più tempo per condividere. non lo rimpiango, certo, anche se ho paura di "disimparare". di perdere l'abitudine all'osservazione, alla riflessione. ma ora ho proprio altro a cui pensare. quando non lavoro leggo i libri per il master, compilo gli esercizi e mi guardo le dispense che i professori mi inviano settimanalmente. non nutrivo alcun dubbio sul fatto che ne sarei rimasta entusiasta, ma non esagero affermando che le mie giornate ultimamente sono state composte soltanto da lavoro, anche nei fine settimana, e da studio: arredamento, mobili, design, preventivi, disegni, ordini, e chi più ne ha più ne metta. e la sera con D. a volte capita che non ne ho ancora abbastanza e mi ritrovi a parlare di stili che mi piacciono, di abbinamenti cromatici e tessili. credo di avere esagerato, anche in questo. credo di avere fatto orari intollerabili a lavoro su un periodo che ormai non stento a definire lungo, troppo lungo. credo di averne sentite abbastanza dai miei colleghi, che a turno non si esimono dal dispensare critiche, giudizi, rimproveri gratuiti ad ogni occasione l’uno sull’altro, ed io in mezzo a tutto questo, che cerco di sdrammatizzare, di non farli litigare per nulla o perlomeno di non abbassarmi ai loro livelli, ma che dentro accumulo fastidio. ci sono cose ben più importanti di cui preoccuparsi, che di scaramucce in un ambiente così viziato, e costrittivo .. credo di essermi ancora una volta persa nei meandri di tutto questo, arrivando esausta ai pochi e preziosi momenti da dedicare a me, a noi. ho cercato comunque di farmi in quattro senza risparmiarmi, anche per la mia vita privata, per preparare tutto per celebrare il nostro anniversario, senza poi godermelo a fondo per la troppa stanchezza - ma a questo ora non mi va di pensare .. ciò che ho in mente sono solo i giorni che passeremo insieme tra poco più di ventiquattr’ore.
[partenza destinazione Roma] |
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Tutte le immagini da me utilizzate sono reperibili in rete richiedendo autorizzazione, ciò non è così per gran parte delle descrizioni e delle poesie inserite in questo blog: a meno che non rappresentino una citazione, infatti, sono tutte di mia personale creazione. Se foste quindi interessati ad utilizzarle nei vostri siti, vi prego gentilmente di chiedermi il permesso. Grazie! ;)
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Sono in una clinica. Seduto su una sedia scomoda in una sala d'aspetto che guarda sul cortiletto interno. Tutto è tranquillo. Silenzioso e pulito.
Francesca è a pochi metri da me in un'altra stanza. Sta per partorire nostra figlia. Alice. Sono emozionato. Sono preoccupato. Penso a loro e penso a me. Francesca è la donna che amo. È un arcipelago. Un insieme di meravigliose isole che io, navigando nelle loro acque, visito in tutte le loro delicate forme. Di lei conosco ogni piccola sfumatura, ogni minuscolo dettaglio. Conosco i suoi silenzi, la sua gioia. I suoi mille profumi, l'ombra dei suoi baci, la carezza del suo sguardo. Amo la rotondità della sua calligrafia. La luminosità delle sue spalle nude e il suo collo a cui ho sussurrato i miei più intimi segreti. Sono incantato dalla capacità che hanno le sue mani di creare attimi di eternità dentro di me. Adoro i territori dove mi conduce quando mi abbraccia. Territori che conosco pur non essendoci mai stato. E nonostante tutta questa conoscenza riesco ancora a emozionarmi e a regalarmi istanti di stupore. Lo so: sono sdolcinato, stucchevole e patetico, ma non posso farci niente. Credo sia la conseguenza naturale di quando si incontra finalmente il piede che calza alla perfezione la scarpetta che tengo in mano da anni.
- Un posto nel mondo -
Fabio Volo