C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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"In italiano...i termini fantasia e fantastico non implicano affatto questo tuffo del lettore nella corrente emozionale del testo; implicano al contrario una presa di distanza, una levitazione, l'accettazione d'un'altra logica che porta su altri oggetti e altri nessi da quelli dell'esperienza quotidiana (o dalle convenzioni letterarie dominanti).
Al centro della narrazione per me non è la spiegazione d'un fatto straordinario, bensì l'ordine che questo fatto straordinario sviluppa in sè e attorno a sè, il disegno, la simmetria, la rete d'immagini che si depositano intorno ad esso come nella formazione d'un cristallo.
La fantasia, dunque, opera secondo una concatenazione di operazioni logiche, ma al principio di quella catena vi è un elemento arbitrario: 'l'immagine piovuta dentro' la fantasia dalla quale viene fuori il racconto".
..E' soltanto su una certa solidità prosaica che può nascere una creatività; la fantasia è come una marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane...."
(Italo Calvino)
Per saperne di più:
Italo Calvino, La fantasia, Una pietra sopra
Italo Calvino, Lezioni americane
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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