C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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Le mille e una notte è indubbiamente il classico della letteratura araba più famoso e conosciuto in assoluto.
E' un’opera vastissima, contenente fiabe, favole, novelle borghesi, racconti popolari di argomento fantastico o realistico, tutti inseriti in un racconto-cornice, elaborati in luoghi e tempi diversi ma che si collocano tutte all'interno del mondo islamico del Medioevo, con un riferimento costante alla città di Baghdad.
Inizialmente tramandate oralmente, da un punto di vista temporale si ritiene che la prima stesura organica sia collocabile attorno al X sec.
È infatti di questo periodo un'opera dal titolo persiano Hazàr afsane (Mille notti), che potrebbe essere identificata col nucleo più antico de Le mille e una notte.
Alcuni personaggi che animano le favole raccontate dalla principessa Shahrazàd fanno parte dell'immaginario di tanti bambini del mondo, come Alì Baba e i quaranta ladroni o Aladino con la sua lampada magica o ancora i viaggi di Sindbad il marinaio.
Le fiabe, raccontate al sultano, si snodano con una struttura a "scatole cinesi" a più livelli: in moltissimi casi sono infatti i protagonisti delle novelle stesse a raccontare nuove novelle.
La raccolta viene fittiziamente inserita in un racconto-cornice che è una fiaba in sé stessa.
Il re Shahriyàr, deluso ed infuriato per il tradimento della moglie, sviluppa un odio mortale per l'intero genere femminile. A causa di ciò egli pretende di avere una vergine ogni notte, da uccidere la mattina seguente.
La strage continua per tre anni finché Shahrazàd, vittima sacrificale, per non essere messa a morte, per mille e una notte tiene desta la curiosità del sovrano con i suoi racconti straordinari, incatenati l'uno all'altro, rinchiusi l'uno nell'altro come in un sistema di scatole cinesi.
Quando Shahrazàd smette di raccontare, il re Shahriyàr ormai ha dimenticato per amor suo l'antico odio per le donne; il tempo e la fantasia l'hanno riconciliato con la vita.
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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