C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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"Molto più profonde di quanto si creda giacciono nell’anima umana le sorgenti dalle quali sgorga la vera poesia delle fiabe, che ci parla magicamente, lungo i secoli, di evoluzione dell’umanità...
Nei tempi primitivi l’uomo vedeva meglio il suo rapporto con il mondo spirituale al di fuori di lui: egli vedeva come i fatti che si svolgevano nella sua anima, gli avvenimenti delle profondità dell’anima, stavano in rapporto con determinati fatti spirituali che vivono nell’universo. Egli vedeva questi fatti spirituali attraversare la propria anima e si sentiva così più apparentato con le entità spirituali e animiche e con i fatti dell’universo. Questa era una qualità della condizione originaria chiaroveggente dell’umanità. Mentre oggi si può avere il seguente sentimento solo in condizioni speciali, in tempi più antichi lo si aveva sovente...
Così ogni fiaba può essere in fondo interpretata; ma si dovrà partire sempre dalla realtà spirituale che sta dietro a tutto il mondo fiabesco...
Il rapporto fra le fiabe e i grandi miti popolari è che si possono svelare i grandi miti dei popoli sulla base delle grandi e complessive connessioni del cosmo, mentre si possono svelare le fiabe conoscendo i segreti del popolo . Tutto nella fiaba sorge in modo che i diversi avvenimenti e le immagini altro non sono che narrazioni di esperienze astrali, come le avevano tutti gli uomini di una certa antichissima epoca. In seguito esse divennero sempre più rare e gli uni le raccontarono agli altri che le accoglievano e le portavano di luogo in luogo".
(Rudolf Steiner, La poesia delle fiabe alla luce della dello spirito, Milano 1981)
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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