C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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"C'era una volta uno stregone maligno, che aveva inventato uno specchio dai poteri diabolici: i paesaggi più belli diventano luoghi spaventosi, le persone più belle diventavano brutte. Non solo: chi si specchiava diventava cattivo e perfido. Lo stregone, con l'aiuto di due diavoletti suoi fidi, decise di portare lo specchio in cielo, per deridere gli angeli e Dio. Iniziò la sua ascesa verso l'alto, ma ad un tratto un lampo giunto dalle nubi ruppe lo specchio in mille pezzi, facendo precipitare a terra i due diavoletti e lo stregone. Ma anche da rotto lo specchio poteva fare dei danni terribili: infatti le sue schegge, se entravano in un occhio o nel cuore di una persona, la rendevano malvagia. Lo stregone, in fondo, era riuscito nel suo intento, almeno in parte...
Inizia così “La regina delle nevi” di H.C.Andersen, la fiaba di un bambino, Kay, il cui cuore, trafitto da una scheggia dello specchio maligno, si trasforma in un pezzo di ghiaccio. Succube del gelo nel suo cuore, Kay dimentica ogni sentimento e vive segregato nel mondo di ghiaccio del cstello delle Regina delle Nevi, da cui potrà salvarlo solo l'amore di Gerta, la sua amica d'infanzia, che con le sue lacrime riesce a sciogliere la scheggia di ghiaccio nel cuore del ragazzo.
Ancora una volta lo specchio è simbolo di comunicazione, ma essendo uno specchio malvagio, interrompe la comunicazione tra gli esseri umani.
Non c'è più un essere umano che vi si specchia ed un riflesso immoto, o estraneo a lui, o dotato di vita propria.
Qui è lo specchio ad impossessarsi e a distruggere l'umanità che entra in contatto con lui.
E' come se, frantumandosi, lo specchio malvagio mandasse in mille pezzi anche l'umanità di colui che vi si specchia.
In un gioco di rimandi, dai frammenti di specchio, al palazzo di ghiaccio della Regina delle Nevi, ai fiocchi di neve, sembra di immergersi in un vero labirinto,come quello degli specchi dei Luna Park, la cui unica via d’uscita è rappresentata dal recupero della memoria di sé da parte del protagonista. Recupero che equivale al superamento della frammentazione iniziale.
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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