Un blog creato da GattoDelCheshire il 05/07/2006

Sorridenterie

Un Gatto senza riso, si capisce, ma un riso senza Gatto! No davvero, non ho mai visto nulla di più straordinario in vita mia.

 
 
 
 
 
 

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Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 20 Settembre 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Il papato di Ratzinger si rivela molto interessante, e nella sua freddezza riesce ad essere più stimolante di quanto sia stata la calda passionalità di Wojtyla, il che è tutto dire.

La vera questione sul tappeto di questi giorni è quella della aggressività della religione, in uno senso naturalmente molto più profondo e nient'affatto banale quale l'ingerenza della religione nelle scelte politiche.

Il fatto è che quando una religione si colora di metafisica - due termini per nulla sinonimi - diviene inevitabilmente aggressiva.
Ora, non si tratta di stabilire se l'Islam sia costituzionalmente aggressivo - certo che lo è -, o se sia più aggressivo il Cristianesimo.

Più profondamente, è la metafisica ad essere aggressiva, perché riduce le cose al rango di oggetti, cioè materialità dotata di senso eteronomo.
Stabilire se l'aggressività dell'Islam nei confronti dell'Occidente sia una forma di reazione al suo atteggiamento - colonialista, imperialista, di globalizzazione e quant'altro - è una questione di lana caprina.
E che l'Islam non abbia dato luogo ad un dominio della tecnica come ha fatto la Scolastica è solo un accidente storico: dopotutto, sono gli Arabi ad aver inventato la scienza moderna, nel senso del suo atteggiamento.

Il che, per paradosso, viene usato come argomento a favore della "civiltà" e del valore illuministico dell'Islam, sino ad inventare un fantomatico "Islam moderato".
Cosa che naturalmente non esiste; così come non esiste nessuna contrapposizione tra Illuminismo (o valore della Ragione generalmente intesa) e fede cristiana.
In senso primo, quella nella ragione è una fede metafisica come qualunque altra, e Nietzsche l'ha dimostrato a sufficienza.
Già dalla postulazione "fide quaerens intellectum" questo dovrebbe esser chiaro, agli occhi di chi vuol vedere.

Il punto è che il postulare l'esistenza di una Verità che trascende l'uomo, e persino il postulare l'uomo come animal rationale, per arrivare alla conclusiva identificazione Verità= Ragione, è un atto di aggressività nei confronti delle cose.

Dopo di che, è solo una questione di diversa coloritura di uno stesso atteggiamento.

"Chi possiede il linguaggio possiede il mondo"

 
 
 

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 14 Settembre 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

La critica alla tecnica è uno dei temi più interessanti e condivisibili trattati da Ratzinger (e Karol Wojtyla, con meno spessore speculativo, ma ben altra passione e capacità comunicativa).
Così come è appassionante il modo di affrontare il tema della alienazione della persona nel mondo della produzione, che tratteggia in modo convincente l'economia come metafisica del nostro tempo.
Due temi che, naturalmente, si tengono in modo molto stretto.

Il limite della teorizzazione wojtyla-ratzingeriana consiste nel non saper riconoscere che proprio il Dio cui essi richiamano alla ricerca è l'origine della separazione tra uomo, significati e cose.
Nel momento in cui la metafisica cristiana, con Tommaso e la scolastica postulano un Dio trascendente, separato dal mondo e irraggiungibile, lasciano il mondo alla sua solitudine rispetto al divino, "e a questo punto gli dèi se ne sono andati".

"Gott ist ein lautes Nichts, ihn rührt kein Nun noch Hier. Je mehr du nacht im greifst, je mehr entwird er dir."

 
 
 

Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 11 Settembre 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Come dice Ratzinger, che l'Occidente abbia smarrito il senso del Divino è senz'altro vero.
Così come è certo che la perdita del Sacro si coniuga con la perdita del senso del rispetto.

Quel che Ratzinger non può ammettere è che la perdita del Divino ha origine proprio nella presupposizione metafisica che sta alla base del cattolicesimo.
Un Dio-ente, che governa le cose al di là di esse, è l'origine della considerazione delle cose come mera materialità dotata di senso altro: è in questo modo di pensare che le cose diventano 'oggetti', che l'uomo ha a disposizione per i suoi scopi.
Né il rispetto di cui parla Ratzinger (e Wojtyla prima di lui) sa andar oltre il pensiero oggettivante, che sta alla base del pensiero scientifico, cioè a dire all'essenza del modo di conoscenza e di azione dell'Occidente.

Ritrovare il senso del Divino non significa dunque ritrovare un Dio al di là delle cose, ma riconoscere il senso della sacra Differenza tra l'ente intramondano e l'Essere.

E la perdita di questa differenza è ciò che vien detto nichilismo, cioè lo spogliare le cose di un significato loro proprio.

"I am the son
and the heir
of nothing in particular"

 
 
 

Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 08 Settembre 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

La presupposizione metafisica riguarda naturalmente anche i rapporti interpersonali, per cui anche le persone vengono ridotte al rango di cose utili-in-vista-di, così che le persone diventano esse stesse risorse.
Se ciò è del tutto evidente nell'ambito della produzione economica, è nell'ambito delle relazioni che il fenomeno diviene particolarmente sudbolo, e fonte di grandi infelicità.

Le persone sono viste come cose, in quanto dotate di un senso che le trascende e al quale esse devono adeguarsi, ed è precisamente la ragione per la quale intendiamo i rapporti interpersonali come economia di dare e avere.

"And you may ask yourself
How do I work this?"

 
 
 

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 07 Settembre 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Il problema della metafisica - di qualunque metafisica - è che ponendo l'origine del senso al di là della responsabilità umana, recide il sacro legame tra gli uomini e le cose, e solleva l'uomo dalla responsabilità della poesia.

Ridotte a materialità priva di senso proprio, le cose diventano così qualcosa di cui l'uomo può disporre, e questa è la strada maestra che porta allo sfruttamento economico, in quanto il mondo stesso viene visto come risorsa.
Così che l'economia ancor più che la manifestazione del principio metafisico, diventa la metafisica stessa del nostro tempo.



"I decree today that life
is simply taking and not giving"

 

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 11 Agosto 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Non è che la poesia sia un valore in sé: se lo fosse, questo sarebbe la negazione del suo significato.
Perché ogni volta che dichiariamo qualcosa essere un valore, lo poniamo perciò stesso in un qualche modo in una posizione metafisica, al di là dei nostri significati.
Mentre quel che fa la poesia è profondamente antimetafisico, col suo interrogare le cose, e farle parlare con parole nuove, autentiche, facendole essere.

E questa è la ragione della profonda gioia, dello stupore, e dell'infinita malinconia, della poesia. Ci pone davanti alle cose, nella loro e nella nostra solitudine: noi, le cose, e le parole che fanno essere il tutto.

Nient'altro.



"You say / One word.
the same / One sound.
thing / It makes
again / the world go 'round"
 
 
 

Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 07 Agosto 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

La poesia non è un atto di arbitrio creativo. Perché presuppone una fondamentale responsabilità, che è poi la responsabilità di esistere.



"You and I breathe so slow
How strange the sound"
 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 06 Agosto 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Le nostre parole sono il nostro sguardo sul mondo.



"Say my name aloud,
And make it new"
 
 
 

Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 05 Agosto 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

La musica, le canzoni raccontano emozioni, e sentimenti.
Ma raccontano anche una storia, la nostra, e raccontano perciò i nostri ricordi, ad essi legati: le sensazioni che provammo, e come.

Anche per questo sono una parte di noi.
Il tempo che fummo, e che in qualche modo torniamo ad essere.



"Who knows where the time goes?"
 
 
 

Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 03 Agosto 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Nominare le cose è un atto d'amore.
E l'amore non è un qualcosa di metafisico, che ci precede e ci chiama, ma qualcosa che abbiamo la facoltà di far accadere, che senza di noi non accadrebbe.

È l'impegno che prendiamo col mondo.

"L'amor che muove il cielo e le altre stelle"

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 25 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Se non avessimo la capacità di creare significati sempre nuovi - se questo non fosse il nostro tratto costitutivo, non sapremmo immaginare.
Non sapremmo sognare.

E senza i sogni, il mondo non sarebbe quello che è.


"To make a prairie it takes a clover and one bee,
One clover, and a bee,
And revery.
The revery alone will do,
If bees are few."
 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 24 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Più propriamente, la Poesia è l'atto con il quale si istituiscono i significati.
Si istituiscono, non si trovano.

L'Istituire è un atto di grande libertà, perciò di grande responsabilità: non un puro atto di arbitrio (come voleva Nietzsche), ma l'ascolto del linguaggio, del modo in cui le parole richiamano altre cose e sono richiamate da esse.
E l'umiltà di accostarle continuamente in modo nuovo, rendendole significanti in un Discorso, che sia sempre nuovo, e mai stabilito come Verità assoluta e definitiva.

La Verità sta nel farsi del discorso, non in ciò che esso dice.


"Go down in your own way
And everyday is the right day"

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 23 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

È la ragione per la quale le cose diventano significanti per metonimia di concetti e modi d'essere: nell'osservare la cosa, si lasciano risuonare le parole, che richiamano altre parole, sino a dipanare un discorso.

Quello che è indebito è l'istruirle a significati che precedono le cose, e non lasciare che fluendo liberamente, ci conducano a differenti punti di vista.

Preferiamo racchiudere questo atteggiamento in un recinto controllato chiamato "poesia", quando invece la Poesia è l'atto del conoscere le cose, confrontandoci con esse.



"Shiny shiny, shiny boots of leather"

 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 22 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Nel momento in cui le parole, ascoltate, parlano di ciò che tacciono, indicando anche altro, si rivela la natura ironica del discorso.

E coglierne intimamente il senso, è sorriderne.



"Now don't you wanna get right with me?"

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 22 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Il continuo rimandarsi e richiamarsi delle parole sembra nascondere il loro senso ultimo, eludendo il nostro desiderio di Verità, che è desiderio di certezze, di rassicurazioni.

Ma non c'è nessun senso nascosto, ciò che vediamo è ciò che è, e ciò che sappiamo ascoltare è il senso che esso ha.

Lasciate a se stesse, le parole sono sole; la nostra responsabilità verso di esse, senza la garanzia di un senso ulteriore che ci protegga, è la nostra solitudine e la nostra malinconia.

"Nomina nuda tenemus"

 

 
 
 

Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 21 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Le cose si rimandano tra loro, attraverso le parole che, significandole, si richiamano, si echeggiano.

E il tentativo di dare ordine al loro significarsi casuale, incessante e reciproco, il modo in cui disponiamo gerarchicamente i significati, fissandoli, è ciò che chiamiamo il Discorso.
E l'ordine dei discorsi è l'ordine del mondo.

Un qualcosa di fittizio.


"A tree is best measured when it is down"

 
 
 

Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 21 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

L'afasia, l'incapacità di trovare le parole, è nella sua essenza l'incapacità di ascoltarle, di lasciarle parlare, e di entrare in colloquio con esse.

Parlare è saper tacere, ed ascoltare.


"Shh, listen..."

 
 
 

Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 20 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Il limite del parlare comune consiste nel fatto che (pensiamo) ad ogni cosa corrisponde un nome, ed ogni nome identifica una sola cosa.

Ma ascolta ad esempio la parola "pane", o vedi del pane e riconoscilo come tale.
Ponendosi in ascolto del linguaggio, subito la parola richiamerà altre parole, altre cose, altri concetti: la tavola di casa, la semplicità, la condivisione, e molto altro.

Le parole indicano ciò che indicano, ma parlano di tutto ciò che tacciono, lasciandolo intendere.


"Da erglänzte im reiner Helle
Auf dem Tische Brot und Wein"

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 19 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

Quand'ero giovane, la musica che ascoltavo mi piaceva perché mi parlava di paesaggi e luoghi lontani, di una vita diversa.

Ora mi rendo conto che quella musica mi parlava, e mi parla, dei paesaggi e dei luoghi che vivevo, e di com'erano, e di com'ero io.

Ed è solo un altrove diverso.


"Think as it was, then again it will be"

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 19 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Foto di GattoDelCheshire

È che del linguaggio, delle parole, ci fidiamo troppo, e al tempo stesso non diamo loro l'importanza che hanno. E che anzi nemmeno sappiamo cogliere.

Persi come siamo nella convinzione che le parole indichino cose e concetti, non riusciamo a cogliere il modo nel quale quelle stesse parole colorano e ci presentano in una luce particolare le cose che incontriamo.

È solo nella poesia che questo diviene evidente: ma anche allora, crediamo che la poesia esprima piuttosto un moto dell'animo, e non il fatto che è il modo nel quale le parole colorano le cose a suscitare uno stato emotivo.



"The world has a way to looking at people
Sometimes it seems that the world is wrong"

 
 
 
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SORRIDENTEZZE AFFINI

Different kinds are needed
For different occasions

I thought that if I ate the food of the area I was visiting
That I might assimilate the point of view of the people there

See me put things together
Put them back were they belong

In the future there will so much going on that no one will be able to keep track of it

Things to do

Home is where I want to be

Making changes day by day
And we still ain't got no plan

 
 
 
 
 

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