Sorridenterie
Un Gatto senza riso, si capisce, ma un riso senza Gatto! No davvero, non ho mai visto nulla di più straordinario in vita mia.
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Post n°11 pubblicato il 18 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Ascoltare le cose: e che vuol dire ciò? Le cose non parlano, in senso stretto. Ma è curioso che diciamo di esse che "non hanno il linguaggio", e che quindi, eventualmente, il linguaggio le parla; mentre di noi diciamo che "abbiamo il linguaggio", come se questo fosse un nostro possesso. Ascoltare le cose significa dunque ascoltare il modo in cui il linguaggio le porta a noi, ce le presenta: il che presuppone un dialogo con le cose, e non un mero appropriarsi di esse da parte di nostra. "There's a word for it And the words don't mean a thing"
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Post n°10 pubblicato il 18 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Non è che l'amore ci renda migliori; non nel tempo perlomeno. Perché ci priva di quel prezioso esercizio che è il vedere le cose con occhi diversi. E ci convince che il nostro modo di vedere è il modo in cui le cose sono e si danno. "Closest thing to heaven - how do you do it?" |
Post n°9 pubblicato il 17 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Interpretare i segni - meglio: leggere le cose e gli accadimenti come segni, rivela la nostra natura essenziale di produttori di significati. Ma al tempo stesso, rivela la nostra incapacità di dialogare veramente con le cose, cioè di ascoltarle senza imporre significati che sussistano al di là di noi stessi. Il che è la più grande delle presunzioni. "Ein Zeichen sind wir, deutungslos"
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Post n°8 pubblicato il 17 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Non si dovrebbe guardare al passato come ad un mancato futuro; né tantomeno continuare pervicacemente a perseguire qualcosa che non è stato, ingannandosi con la frase 'non è stato ancora'. La perseveranza è senza dubbio una virtù, ma occorre cogliere il momento in cui diviene ostinazione, smettendo di essere fiducia nel futuro per diventarne invece la gabbia, neanche tanto dorata. "Some expressions take me back, like Hair of Gold and Running to Me..." |
Post n°7 pubblicato il 15 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Il più grosso equivoco nel confrontarsi con gli altri consiste nella volontà di dimostrare che le cose stanno in un certo modo, dimenticando che le cose non stanno in effetti in alcun altro modo che in quello nel quale noi stessi le disponiamo. La natura di questa dimenticanza non è ovviamente volontaria, né tantomeno consapevole: è l'atto dell'esistere a consistere di questa disposizione. E in effetti, cercare di convincere l'altro a vedere le cose nella nostra maniera, è una richiesta di conferma della solidità del nostro modo di essere; le cose e il loro stato non c'entrano niente.
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Post n°6 pubblicato il 15 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Le cose non andrebbero mai affrontate di petto, almeno nel senso di ritenersi responsabili diretti di esse. E se le poi le cose, come le persone, si dimostrano refrattarie, irriducibili, tanto peggio per loro. "Frankly, my dear, I don't give a damn"
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Post n°5 pubblicato il 14 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Il concetto di giovinezza ha un evidente e fortissimo senso simbolico: è l'età nella quale si costruisce un significato del mondo. Così che la capacità di vedere le cose in modo sempre nuovo può partire solo da una visione già data, e la giovinezza nel senso metaforico - ma più proprio - è qualcosa che si raggiunge nel tempo e con l'esperienza. "You call them the sins of children And children, children must all be saved"
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Post n°4 pubblicato il 13 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
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Post n°3 pubblicato il 12 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
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Post n°2 pubblicato il 11 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
E tuttavia, le cose non siamo noi, e noi non siamo le cose. Nuotiamo nelle cose; e quel che chiamiamo vivere non è la percezione delle cose che ci sfiorano la pelle e ci avvolgono, ma l'atto di avanzare galleggiando, afferrando l'inafferrabile, poggiandoci su di esso, e dandogli un senso e una direzione. "We're afraid to call it love Let's call it swimming..."
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Post n°1 pubblicato il 08 Luglio 2006 da GattoDelCheshire
Dopotutto, non è che le cose ci suggeriscano degli stati d'animo; piuttosto siamo noi ad appiccicarli alle cose, quantunque esse si presentino a noi già cariche di significati che ci precedono. La delicatezza dell'interpretazione sta appunto in questo, credo: nel dialogo tra noi ed esse. Il che consiste nell'ascoltare ciò che suggeriscono, confrontandolo con quel che proviamo, e assumendone il significato nuovo che ne risulta...
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ULTIMI COMMENTI
SORRIDENTEZZE AFFINI
Different kinds are needed
For different occasions
I thought that if I ate the food of the area I was visiting
That I might assimilate the point of view of the people there
See me put things together
Put them back were they belong
In the future there will so much going on that no one will be able to keep track of it
Things to do
Home is where I want to be
Making changes day by day
And we still ain't got no plan
Inviato da: lottersh
il 25/03/2009 alle 07:52
Inviato da: lottersh
il 25/03/2009 alle 06:59
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il 25/03/2009 alle 06:54
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il 25/03/2009 alle 06:46
Inviato da: lottersh
il 25/03/2009 alle 06:30