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14/1/68 TERREMOTO DEL BELICE
Post n°148 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da beppe1406q
14 gennaio 1968, tardo pomeriggio di una piovosa e fredda giornata domenicale. Eravamo davanti alla tv in attesa della trasmissione di un tempo di una partita del campionato di calcio - appuntamento fisso,imperdibile, dei pomeriggi domenicali dei tifosi - quando un'edizione straordinaria del telegiornale ci informò che nel primo pomeriggio erano state avvertite nella Sicilia occidentale, con epicentro nella valle del Belice, delle scosse di terremoto. Si erano verificate delle cadute di cornicioni, crepe nei muri delle case, calcinacci per strada, nessuna vittima, molto panico, la gente che si era riversata per le strade e non voleva rientrare in casa, nonostante il freddo e la pioggia. La notizia mi colpì particolarmente perché in uno di quei paesi ci avevo lavorato per due anni e ci dovevo tornare quanto prima, dopo un periodo di sospensione dovuto al servizio militare, che avevo ultimato da un patio di settimane. Le edizioni successive del tg, quella serale e quella della notte, aggiunsero ben poco a quelle prime scarne notizie. Infatti fu nel corso della notte tra il 14 e il 15 che si ebbero le scosse più forti, quelle che hanno distrutto quattro paesi e ne hanno danneggiato un'altra decina, causando circa quattrocento morti, un migliaio di feriti e settantamila senza tetto. La domenica successiva, insieme ad alcuni amici, sono andato nel Belice, che distava dal nostro paese oltre cento chilometri. Ho visto cose inimmaginabili, cose viste solo al cinema o in tv in qualche documentario di guerra. Nel paese dove ero stato a lavorare ho incontrato un uomo che guardava inebetito le macerie del proprio negozio di alimentari, il più importante del paese. Mi sono avvicinato, l’ho salutato prendendogli la mano, mi guardava come se non mi vedesse, i suoi occhi erano fissi sulle macerie, poi si è riscosso e, riconoscendomi, “ che sei venuto a fare in questo inferno? “. Non ho saputo dirgli niente, gli ho stretto forte la mano tra le mie. Con i miei amici ho continuato a camminare lungo quella che era stata la via principale, la via del passeggio domenicale, che le ruspe avevano liberato dalle macerie per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso. Là c’era il mio ufficio e di fronte il circolo che frequentavo…non ho incontrato nessuno. Solamente distruzione e desolazione. Il paese non c’era più, il mio posto di lavoro non c’era più…dopo un mese sono stato mandato in un altro paese. Il paese di Gina…ma questa è un’altra storia. Da quel giorno quell’angolo martoriato di Sicilia è stato stravolto e per la sua gente è iniziato un lungo calvario, che per la quasi totalità si è protratto per un ventennio, mentre per alcuni, i più sfortunati, continua ancora oggi…dopo 41 anni! Negli anni successivi, vedendo che, nonostante gli stanziamenti multimiliardiari, la tanto promessa ricostruzione non decollava e la gente continuava a marcire nelle baraccopoli, il popolo si chiedeva " Chi ha preso i soldi del Belice?" Questa domanda assillava anche il grande Massimo Troisi!
Massimo Troisi " Terremoto del Belice" |
NEIL YOUNG - HARVEST MOON
"COME UN URAGANO" - RICHARD GERE - DIANE LANE
http://youtu.be/nZNRf28BuVQ
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