Il Circo
Quando il giorno giunge e sentirai dentro di te che qualcuno ti osserva. Se ascolti attentamente quella piccola vibrazione come carezza improvvisa. Se nel voltarti nessuno incrocia il tuo sguardo. Allora capirai che ovunque sarai anche se non innanzi a me io sarò con te...
Benvenuti
nel mondo dello strano
dove anime e cuori lontano
Benvenuti
a voi che di giudizi siete facili
e che di speranza conoscete solo il nome
Vedrete
corpi martoriati da acide lacrime
e occhi vuoti come buchi di catrame
Vedrete
teste piene di sogni e mostri dal sorriso splendente
questo è il circo dell’amore incosciente
Troverete
esseri che bruciano in eterno di passione
e amori spenti come fuochi sotto l’acquazzone
Troverete
mani che hanno grattato la porta di un cuore
solo perché non veniva ascoltato il proprio amore
Troverete
sangue di chi lo ha versato solo per vigliaccheria
senza qualcuno sulla strada che gli faceva compagnia
Sentirete
urla silenziose nel buio della mente
ferita da chi ascoltato gli occhi solamente
Sentirete
gemiti di sesso sfrenato
mentre l’altro pensava a qualcuno ormai andato
Ascoltate
voi dotti di false percezioni e di maschere cerate
sentite le parole dalla vostra morale dettate
Guardate
ciò che vedete in apparenza
senza poter vedere da dietro occhiali d’indifferenza
Questo
è l’antro del cuore spezzato
dall’anima dispersa e del tempo passato
Questo
è il luogo dove tutto nasce puro
e tutto muore impuro
questo è il Circo dell’Amore Oscuro
Un soffio d'anima a tutti e che il Lupo Vi protegga sempre
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Post n°8 pubblicato il 14 Giugno 2015 da NeraAnima
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Post n°7 pubblicato il 31 Agosto 2014 da NeraAnima
E' come se una prigione si costruisse da sola intorno a te. Ti ci trovi dentro e non te ne accorgi, non sai che sta crescendo e le pareti diventano sempre più spesse. Piano piano ti abbraccia, ti accarezza, ti bacia, ti sussurra e poi t'imprigiona. E' così subdolo e attraente che nemmeno sai che ti sta ingannando. Finchè non ti accorgi che anche il minimo rumore t'infastidisce, ti rende nervoso, ti spaventa. Diventa così assordante che senti persino i tuoi pensieri che grattano e che sibillano. Il silenzio è come un urlo che ti strappa grida di dolore tanto preme sulle tue orecchie. Fa male ad ascoltarlo e fa male a parlargli, perchè ti ascolta e ti ammalia. Il silenzio è come sei tu, dentro, nel profondo.Eppure in qualche modo lo cerco e scendo, scendo fin dentro a quel buio senza rumori. Fa male... troppo male.
Un soffio d'anima e che il lupo sempre vi protegga |
Post n°6 pubblicato il 28 Aprile 2014 da NeraAnima
Tutto può essere chiaro o scuro, bianco o nero, di luce o di tenebra, dipende tutto da come si “vedono” le cose. Guardare è facile, basta fermarsi alle apparenze, alle forme, alle sagome che si definiscono innanzi ai nostri occhi ma vedere... si che è difficile. Intersecare le forme agli angoli e agli spigoli che non si vedono, andare oltre alle apparenze filtrando ciò che la luce fa arrivare ai nostri occhi. È nelle tenebre che si impara a vedere, è nell'oscurità che si sensi si acuiscono e si liberano dai tabù della normalità e dell'ovvio. Nel chiaro del sole tutto è visibile, i colori sgargianti e ogni passo sembra sicuro sul nostro cammino, seppur impervio riusciamo a guardare dove il passo si pone. Ma la notte, ma il buio è pieno zeppo di incertezze che ti fanno apprezzare e odiare il resto dei sensi perchè aggiungono dettagli alla fantasia, alla paura e a ciò che è conosciuto. Amo la notte e amo l'oscurità, in essa posso perdermi senza capire dove sto andando, senza guardare ma soltanto vedere e sentire e ascoltare, perdermi in ciò che non conosco per far si che possa prenderne coscienza. Odio essere legato come uno schiavo alle mani di un'ovvietà a cui altri milioni si sentono a loro agio, ove altri milioni si genuflettono calandosi i calzoni solo perchè “è così che funziona”. Mi dispiace... ma non è così che funziona, è così che voi volete che funzioni in modo da non avere la libertà di decidere e preferite che siano gli altri a farlo per voi. Si amo l'oscurità che ho dentro e fuori dai miei occhi.
Un soffio d'anima e che il Lupo Vi protegga sempre |
C'è silenzio nella notte, c'è odore di umido e polvere, c'è calma di zanne e artigli. Qualche volta resto in quell'oscurità a guardare i miei pensieri che lottano fra di loro per venire avanti e presentarsi con un inchino innanzi ai miei occhi rossi di stanchezza, senza ritegno alcuno, senza la minima premura per il mio cervello che non vuole mai arrestarsi. Li guardo dal basso del mio trono e mi chiedo perchè vogliano per forza farsi vivi, una domanda a cui è inutile rispondere poiché non li arresterebbe. Sorrido immaginandomi a prendermi a schiaffi con loro per mandarli via e tornare a guardare il quasi nero del quasi vuoto che mi sta intorno. Poi mi perdo e ritrovo una fessura in quel pozzo che è dentro di me e una scala sotto il miotrono. Quei gradini... potrei descriverli uno ad uno, ogni singola crepa o nodo nel legno. Ogni volta che il piede si poggia su quelle assi, (“sempre più in basso, sempre più giù”), il suono che producono sembra una palla demolitrice che colpisce un muro troppo duro e robusto. Gira, gira e continua verso il basso, (“conosci la strada non puoi dimenticarla”), dove anni di ricordi e sensazioni si riproducono come polpi protetti dalla loro madre, finchè anch'essa non muore per lasciare spazio alla sua legione di figli. Era da tempo che non visitavo questo luogo, che non sentivo il corrimano sotto le dita, (“ascolta ciò che pensi e pensa ciò che ascolti, cantavi una volta”), che non odoravo la muffa mista paura e allegria, l'odore incessante della lussuria e del silenzio. Silenzio […] una parola che ormai non esiste più nella mia testa. Vorrei smetterla di perdermi per dare spazio a ciò che nascondo, anche se non trapela mai ciò che è davvero, (“ma ci sono e sono tuo come tu sei mio”), ma in fondo è da sempre che lo faccio o almeno da che i miei ricordi possono arrivare. Scendo senza fermarmi, senza che passo abbia incertezza, so dove mettere i piedi, so dove non posso scivolare, conosco ogni mattone gelido e viscido di questo pozzo, (“lo abbiamo costruito insieme, giostra e muro, tendone e oscurità”). Meglio che continui a scendere, ormai mi ha sentito e starà già preparando il tè, la panca sarà sempre tra le due lapidi, le lanterne fioche e sporche sempre accese ad illuminare l'entrata chiusa con il lucchetto. La chiave? Dove l'ho messa? (“non serve lo sai, ci sei dentro, quella ti serve per uscire”). Un soffio d'anima e che il Lupo Vi protegga |
Girano le ruote dei carrozzoni tra polvere e macabre canzoni Zoccoli pesanti di cavalli incolore circondati dal vapore del loro sudore Cigolii di legno e ferro che trasportano pesanti ferite racchiuse in prigioni di ortiche appassite E gira e rigira la ruota sul cammino tra pagliacci e artisti coperti di lino Macchiato di lacrime e dolce dolore di rose marcite ne emana l'odore Stride il cancello che separa il loro mondo per portare nel nostro il roboante canto sordo Fatto di storie uniche e inudite che noi sulla pelle le abbiam vissute Un buco nero si apre al finire del cimitero dove si fermeranno per lo spettacolo tetro Date loro un caldo benvenuto prima che il freddo vi renda il cuore muto Ritorna il tendone sporco dal tempo nero di muffa e di terra di campo Trombe squillanti e botti assordanti marciano le funebri carrozze ambulanti Applaudite senza remora al loro passaggio in questo tombale luogo non v'è né razza né lignaggio Esultate al vento freddo del probabile vostro futuro ritorna la nenia del Circo dell'Amore Oscuro Un soffio d'anima e che il lupo Vi protegga |
Inviato da: o3radovicka
il 29/06/2013 alle 18:58