Creato da NeraAnima il 20/06/2013

Il Circo

Quando il giorno giunge e sentirai dentro di te che qualcuno ti osserva. Se ascolti attentamente quella piccola vibrazione come carezza improvvisa. Se nel voltarti nessuno incrocia il tuo sguardo. Allora capirai che ovunque sarai anche se non innanzi a me io sarò con te...

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Post n°8 pubblicato il 14 Giugno 2015 da NeraAnima

Alle volte c'è più male in ciò che sembra giusto che nel male stesso

 

Un soffio d'anima e che il lupo sempre vi protegga

 
 
 

Rumore

Post n°7 pubblicato il 31 Agosto 2014 da NeraAnima

 

E' come se una prigione si costruisse da sola intorno a te.

Ti ci trovi dentro e non te ne accorgi, non sai che sta crescendo e le pareti diventano sempre più spesse.

Piano piano ti abbraccia, ti accarezza, ti bacia, ti sussurra e poi t'imprigiona.

E' così subdolo e attraente che nemmeno sai che ti sta ingannando.

Finchè non ti accorgi che anche il minimo rumore t'infastidisce, ti rende nervoso, ti spaventa.

Diventa così assordante che senti persino i tuoi pensieri che grattano e che sibillano.

Il silenzio è come un urlo che ti strappa grida di dolore tanto preme sulle tue orecchie.

Fa male ad ascoltarlo e fa male a parlargli, perchè ti ascolta e ti ammalia.

Il silenzio è come sei tu, dentro, nel profondo.Eppure in qualche modo lo cerco e scendo, scendo fin dentro a quel buio senza rumori.

Fa male... troppo male.

 

Un soffio d'anima e che il lupo sempre vi protegga

 
 
 

Chiaro e Scuro

Post n°6 pubblicato il 28 Aprile 2014 da NeraAnima

Tutto può essere chiaro o scuro, bianco o nero, di luce o di tenebra, dipende tutto da come si “vedono” le cose.

Guardare è facile, basta fermarsi alle apparenze, alle forme, alle sagome che si definiscono innanzi ai nostri occhi ma vedere... si che è difficile.

Intersecare le forme agli angoli e agli spigoli che non si vedono, andare oltre alle apparenze filtrando ciò che la luce fa arrivare ai nostri occhi.

È nelle tenebre che si impara a vedere, è nell'oscurità che si sensi si acuiscono e si liberano dai tabù della normalità e dell'ovvio.

Nel chiaro del sole tutto è visibile, i colori sgargianti e ogni passo sembra sicuro sul nostro cammino, seppur impervio riusciamo a guardare dove il passo si pone.

Ma la notte, ma il buio è pieno zeppo di incertezze che ti fanno apprezzare e odiare il resto dei sensi perchè aggiungono dettagli alla fantasia, alla paura e a ciò che è conosciuto.

Amo la notte e amo l'oscurità, in essa posso perdermi senza capire dove sto andando, senza guardare ma soltanto vedere e sentire e ascoltare, perdermi in ciò che non conosco per far si che possa prenderne coscienza.

Odio essere legato come uno schiavo alle mani di un'ovvietà a cui altri milioni si sentono a loro agio, ove altri milioni si genuflettono calandosi i calzoni solo perchè “è così che funziona”.

Mi dispiace... ma non è così che funziona, è così che voi volete che funzioni in modo da non avere la libertà di decidere e preferite che siano gli altri a farlo per voi.

Si amo l'oscurità che ho dentro e fuori dai miei occhi.

 

Un soffio d'anima e che il Lupo Vi protegga sempre

 
 
 

Memoria

Post n°5 pubblicato il 05 Gennaio 2014 da NeraAnima
 

 

C'è silenzio nella notte, c'è odore di umido e polvere, c'è calma di zanne e artigli.

Qualche volta resto in quell'oscurità a guardare i miei pensieri che lottano fra di loro per venire avanti e presentarsi con un inchino innanzi ai miei occhi rossi di stanchezza, senza ritegno alcuno, senza la minima premura per il mio cervello che non vuole mai arrestarsi.

Li guardo dal basso del mio trono e mi chiedo perchè vogliano per forza farsi vivi, una domanda a cui è inutile rispondere poiché non li arresterebbe.

Sorrido immaginandomi a prendermi a schiaffi con loro per mandarli via e tornare a guardare il quasi nero del quasi vuoto che mi sta intorno.

Poi mi perdo e ritrovo una fessura in quel pozzo che è dentro di me e una scala sotto il miotrono.

Quei gradini... potrei descriverli uno ad uno, ogni singola crepa o nodo nel legno.

Ogni volta che il piede si poggia su quelle assi, (“sempre più in basso, sempre più giù”), il suono che producono sembra una palla demolitrice che colpisce un muro troppo duro e robusto.

Gira, gira e continua verso il basso, (“conosci la strada non puoi dimenticarla”), dove anni di ricordi e sensazioni si riproducono come polpi protetti dalla loro madre, finchè anch'essa non muore per lasciare spazio alla sua legione di figli.

Era da tempo che non visitavo questo luogo, che non sentivo il corrimano sotto le dita, (“ascolta ciò che pensi e pensa ciò che ascolti, cantavi una volta”), che non odoravo la muffa mista paura e allegria, l'odore incessante della lussuria e del silenzio.

Silenzio […] una parola che ormai non esiste più nella mia testa.

Vorrei smetterla di perdermi per dare spazio a ciò che nascondo, anche se non trapela mai ciò che è davvero, (“ma ci sono e sono tuo come tu sei mio”), ma in fondo è da sempre che lo faccio o almeno da che i miei ricordi possono arrivare.

Scendo senza fermarmi, senza che passo abbia incertezza, so dove mettere i piedi, so dove non posso scivolare, conosco ogni mattone gelido e viscido di questo pozzo, (“lo abbiamo costruito insieme, giostra e muro, tendone e oscurità”).

Meglio che continui a scendere, ormai mi ha sentito e starà già preparando il tè, la panca sarà sempre tra le due lapidi, le lanterne fioche e sporche sempre accese ad illuminare l'entrata chiusa con il lucchetto.

La chiave? Dove l'ho messa? (“non serve lo sai, ci sei dentro, quella ti serve per uscire”).

Un soffio d'anima e che il Lupo Vi protegga

 
 
 

Cigolii del ritorno

Post n°4 pubblicato il 19 Dicembre 2013 da NeraAnima
 
Tag: Circo

Girano le ruote dei carrozzoni

tra polvere e macabre canzoni

Zoccoli pesanti di cavalli incolore

circondati dal vapore del loro sudore

Cigolii di legno e ferro che trasportano pesanti ferite

racchiuse in prigioni di ortiche appassite

E gira e rigira la ruota sul cammino

tra pagliacci e artisti coperti di lino

Macchiato di lacrime e dolce dolore

di rose marcite ne emana l'odore

Stride il cancello che separa il loro mondo

per portare nel nostro il roboante canto sordo

Fatto di storie uniche e inudite

che noi sulla pelle le abbiam vissute

Un buco nero si apre al finire del cimitero

dove si fermeranno per lo spettacolo tetro

Date loro un caldo benvenuto

prima che il freddo vi renda il cuore muto

Ritorna il tendone sporco dal tempo

nero di muffa e di terra di campo

Trombe squillanti e botti assordanti

marciano le funebri carrozze ambulanti

Applaudite senza remora al loro passaggio

in questo tombale luogo non v'è né razza né lignaggio

Esultate al vento freddo del probabile vostro futuro

ritorna la nenia del Circo dell'Amore Oscuro

Un soffio d'anima e che il lupo Vi protegga

 
 
 
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