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11 settembre gli USA sapevano

Post n°178 pubblicato il 17 Aprile 2007 da circololenci

« P rogetto di dirottamento aereo da parte di integralisti islamici radicali»: è il titolo che campeggia sulla prima di cinque pagine di cui è composta una nota del controspionaggio francese

« P rogetto di dirottamento aereo da parte di integralisti islamici radicali»: è il titolo che campeggia sulla prima di cinque pagine di cui è composta una nota del controspionaggio francese. Data: 5 gennaio. Anno: 2001. Il primo problema è che la nota, redatta come si vede all'inizio dello stesso anno che passerà alla storia per gli attacchi con aerei dirottati alle Twin Towers di Nex York City e al Pentagono dell'11 settembre, sarebbe stata trasmessa in pochi giorni alla Cia, attraverso il suo capo a Parigi. Il secondo problema è che il facsimile di quella prima pagina del dossier, insieme a tutte le informazioni contenute e ad altre da ulteriori documentazioni dei servizi, è stata pubblicata sull'edizione di ieri da quotidiano francese Le Monde , che ha attinto a documentazioni sul tema accumulate dagli agenti francesi per ben 328 pagine. Un'occasione di non poco imbarazzo per l'Amministrazione Bush: dato che nulla di tutto ciò compare nelle informazioni trasmesse al Congresso per l'ormai famosa inchiesta ufficiale sul "September Eleven".
La Dgse, Direzione generale dei servizi esteri, avrebbe dunque allertato l'intelligence "alleata" statunitense ben otto mesi prima degli attentati. Lo avrebbe fatto consegnando copia della nota al capocellula Cia nella capitale francese, Bill Murray: che è anche stato ricontracciato e contattato da le Monde ma, purtroppo, non ha voluto fornire alcun commento. E comunque nel documento Dgse del gennaio 2001 appaiono informazioni assolutamente dettagliate, e soprattutto anticipatrici: si parla del fatto che «membri dell'organizzazione di Osama Bin Laden, Al Qaeda, in cooperazione con dei rappresentanti del movimento taleban e dei gruppi armati ceceni, stanno preparando, dall'inizio del 2000, un progetto di dirottamento aereo». C'è qualcosa di più: vengono elencate sette compagnie aeree come "target" del piano terroristico, e tra queste compaiono l'American Airlines e la United Airlines. Ossia proprio le compagnie degli aerei dirottati l'11 settembre.
Il rapporto della commissione d'indagine del Congresso Usa sui clamorosi attacchi del settembre 2001, pubblicato nel luglio 2004, se l'è cavata registranddo «profonde carenze istituzionali», attribuite con metodo bipartisan alle Amministrazioni sia del presidente Bill Clinton, precedente, sia di George W. Bush. Oltre a questa considerazione, senza conseguenze politiche, i "saggi" di Senato e Camera dei rappresentanti hanno solo dovuto prendere atto e dolersi formalmente della «mancata capacità di coordinamento» tra le branche della sicurezza e dell'intelligence, specie Cia e Fbi e in primo luogo sulla collezione delle fonti disponibili alle varie agenzie. Peccato che, nel caso clamoroso dell'informativa giunta dai servizi alleati francesi reso pubblico ieri da le Monde , né Cia né Amministrazione governativa abbiano fornito mai alcuna traccia.
Altri particolari inquietano, nel servizio del quotidiano d'oltralpe. Secondo la nota citata della Dgse, infatti, il rischio di dirottamento segnalato riguardava precisamente aerei statunitensi. In secondo luogo, sarebbero stati anche servizi "terzi" a fornire notizia del piano: le "barbe finte" francesi citano « servizi segreti uzbeki» come fonte, quando annotano che il progetto «sembra essere stato discusso all'inizio del 2000 in un riunione a Kabul
ra rappresentanti dell'organizzazione di Osama Bin Laden».
I dettagli continuano e abbondano: si registrano tappe successive nell'elaborazione del piano, si segnala - anche grazie ad «agenti infiltrati» - che «nell'ottobre 2000 Osama Bin Laden ha assistito ad una riunione in Afghanistan nel corso della quale la decisione di principio di condurre questa operazione è stata mantenuta». Quindi, tra le varie rotte civili indicate come probabili obiettivi dell'operazione, la Dgse ne indica una da Francoforte, in Germania, verso gli Stati Uniti. Qualcosa che avrebbe potuto rappresentare una traccia ancora più stringente, per la sicurezza d'oltre Atlantico: perché risulterà poi agli atti delle indagini Usa che Mohammed Atta, a capo del pugno di piloti-kamikaze che si impadronirono degli aerei dell'11 settembre e li portarono sugli obiettivi, aveva precedentemente formato una cellula di Al Qaeda proprio ad Amburgo, in Germania.
A firmare il sensazionale scoop di le Monde , ieri, è stato Guillaume Dasquié, già autore di due saggi sulla rete alqaedista e tra gli esperti del piuttosto vasto "lato oscuro" dell'11 settembre 2001 e, specialmente, del ruolo dell'intelligence Usa in quella circostanza. E il "magazzino" di 328 pagine tra testi, foto satellitari, grafici, carte, mappe, dal luglio 2000 all'ottobre 2001, viene tutto dagli uffici della Dgse: che anch'essa, sinora, ha taciuto. Ma che sin dal 1995 aveva formato una «cellula Bin Laden», dedita allo studio ravvicinato delle mosse di Al Qaeda. Tra le ragioni, probabilmente, il fatto che Parigi si era avveduta dei legami tra gli "afghani" e il jihadismo salafita nel Maghreb, specie in Algeria, che a quei tempi colpì anche sul territorio francese: con qualche compiacenza di troppo, in quel caso, dei "colleghi" di Washington.
A. D'A. L.

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