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Post n°122 pubblicato il 07 Giugno 2008 da cittadellainforma

Venezia
«La Lega si prepara ...
Venezia

«La Lega si prepara a porre la candidatura di un suo uomo o donna alla guida della Regione». Parole di Giampaolo Gobbo, segretario veneto del Carroccio, pronunciate in quello che fu già nel 1994 dopo il terremoto di Tangentopoli a palazzo Balbi il suo ufficio di vice presidente della giunta regionale, poi passato nel 2005 a Luca Zaia e consegnato ieri al nuovo vice governatore Franco Manzato. Un filotto che tra due anni («ma anche prima» se la ride sornione Gobbo) potrebbe portare la Lega a occupare l'ufficio del piano di sotto, vale a dire quello del presidente. «Tutti si preparano a prendere il mio posto, fanno bene - è stato il commento di circostanza del governatore Giancarlo Galan - Anche quelli del Partito democratico, è normale. Io invece non lo faccio perché non ho bisogno di prepararmi, sono già prontissimo».

Insomma, il pluriannunciato avvicendamento in giunta regionale tra Franco Manzato e Luca Zaia, diventato ministro dell'agricoltura, e tra Sandro Sandri e Francesca Martini, nominata sottosegretario al welfare con delega alla salute, è stato l'occasione per il Carroccio per mostrare i muscoli, rivendicando il successo elettorale di aprile, e aprire una finestra sul futuro. Non a caso, la battaglia mediatica a suon di conferenze stampa convocate e annullate, annunciate prima a palazzo Balbi (sede della giunta) e poi a palazzo Ferro Fini (sede del consiglio regionale) è finita solo ieri mattina quando in fretta e in furia i giornalisti hanno dovuto attraversare il Canal Grande per arrivare alla destinazione finale.

L'ultima scaramuccia l'ha vinta Galan costringendo gli alleati a spostarsi nel "suo" palazzo, ma la Lega ha risposto con uno schieramento di pezzi da novanta: un ministro e un sottosegretario (i quali, tra l'altro, dovevano formalizzare le dimissioni assessori), il segretario regionale, i due subentranti e qualche consigliere. «Abbiamo ristabilito in giunta la situazione sulla base degli equilibri costruiti nel 2005 - ha esordito Gobbo - Portiamo l'esperienza, anche in campo nazionale, dell'ingegner Sandri, personaggio storico della Lega, e quella di Manzato, maturata nel lungo incarico di capogruppo consiliare. E poi c'è la soddisfazione di vedere due nostri esponenti in posti chiave del Governo nazionale». E a chi gli chiedeva il nome del prossimo candidato presidente rispondeva «ne abbiamo tanti, basta guardare ai nostri sindaci, ai nostri giovani militanti in gamba che si stanno formando, ai presidenti di Provincia, ai consiglieri regionali, ai ministri e sottosegretari».

«Per me non cambia nulla, quello che facevo da capogruppo continuerò a farlo da assessore: stare vicino alla gente - si è presentato Manzato - I primi obiettivi saranno, nel turismo, l'approvazione della legge quadro e, in agricoltura, il potenziamento dell'Avepa, la sburocratizzazione delle richieste di contributi e la tutela dei prodotti tipici». Ma era un altro il messaggio da lanciare che stava a cuore al nuovo vice governatore. «Lavoreremo da subito per consolidare il nostro partito anche in Europa - ha annunciato Manzato in vista delle elezioni europee del prossimo anno - Il Veneto è una delle dieci macroaree riconosciute e ci candidiamo a trascinarlo e rappresentarlo». Sul piano delle riforme Manzato vuole aprire un nuovo fronte. «Per ora si è sempre parlato di federalismo fiscale ex art. 119 della Costituzione e di ulteriori condizioni di autonomia ex art. 116 - ha annunciato - Ebbene, io penso anche all'art. 117 della Costituzione che prevede che le Regioni ratifichino intese con altre Regioni per il miglior esercizio delle proprie funzioni anche con individuazione di organi comuni. Penso, per esempio, al campo dell'energia». Insomma, uno schiaffo all'Euroregione transfrontaliera tanto cara a Galan per fare invece una grande Padania. «No, ne abbiamo già parlato» assicura Manzato. «Altrimenti lo leggerà domani nei giornali - interviene Gobbo - A noi basta l'avallo di Bossi».

Per Sandri è stato, invece, il giorno della rivincita: eletto consigliere regionale nel 2005 a Verona si era visto cacciare un anno e mezzo dopo dalla Corte d'appello di Venezia perchè non aveva dato le dimissioni al momento della candidatura da presidente di Veneto Innovazione. Flavio Tosi lo aveva chiamato un anno fa nella giunta comunale di Verona e ora è rientrato dalla porta principale in Regione. «Evidente che sono soddisfatto - ammette - e anche fortunato perchè eredito un settore coperto prima da Tosi e poi dalla Martini in maniera eccellente. Dovrò garantire la continuità e affrontare problemi endemici come quelli delle liste d'attesa e dell'affollamento dei pronto soccorso». E la convivenza con il segretario regionale Giancarlo Ruscitti, uomo di Galan? «Abbiamo due ruoli diversi: il mio politico e il suo tecnico. Sono sicuro che collaboreremo».

Su tanto ben di Dio non poteva mancare la benedizione dei due uomini di Governo. «Sono venuto a salutare e a tenere a battesimo i due nuovi assessori - ha detto il ministro Zaia - È stata premiata la continuità: io non credo ai padrini e sono per la totale autonomia delle persone, Manzato e Sandri hanno davanti quasi due anni, che sono tanti, nel corso dei quali potranno dare il meglio di sè stessi». «Lascio la sanità veneta con un provvedimento storico sul piano organizzativo come quello sulle liste di attesa - ha ricordato la Martini - Altri importanti provvedimenti sono stati invece sin qui bloccati, ma anche da Roma sarò sempre vicina al veneto perchè le deleghe che mi sono state assegnate riguardano proprio i rapporti con le Regioni e la gestione del Fondo sanitario nazionale».

Giuseppe Tedesco

 
 
 
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