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due giornali, due versioni; chi ha ragione?

Post n°131 pubblicato il 23 Giugno 2008 da cittadellainforma
Foto di cittadellainforma

il mattino

IL CASO DI DON STANTE SGUOTTI

Cronista cacciato
Mattiazzo: «In chiesa comando io. Fuori»

Cacciato prima dell'inizio della celebrazione. E accompagnato da monsignor Antonio Mattiazzo fino alla porta della chiesa di San Bartolomeo. Gianni Biasetto, collaboratore del nostro giornale, era seduto insieme alla moglie su una delle panche laterali per assistere alla messa del presule, venuto a Monterosso per calare definitivamente il sipario sulla vicenda che ha coinvolto l'ex parroco della comunità. Poco prima delle 10 il vescovo entra in chiesa dal portone principale assieme al suo segretario-cerimoniere e al parroco di Monterosso, don Danilo Zanella. Viene applaudito dai fedeli. Giunto a metà della navata si ferma e, guardandosi attorno, chiede: «Dov'è Biasetto? C'è Biasetto?». In chiesa cala il silenzio.

Biasetto si alza e, passando tra i banchi, gli va incontro. «Lei deve uscire dalla chiesa», gli intima subito il presule. Il giornalista gli fa notare che si trova in chiesa per assistere alla messa, ma pronta arriva la replica. «In chiesa comando io, lei va fuori», ribatte autoritario. Mentre alle sue spalle compare un carabiniere, pronto a dare il suo supporto. Ma il presule accompagna direttamente Biasetto fino all'uscita, tenendolo per un braccio. E giunto alla porta della chiesa ribadisce ad alta voce, ammonendolo con il dito alzato a non rientrare. «Lei deve uscire, qui comando io». Con Biasetto escono anche tre fedeli. Uno è un componente il Consiglio pastorale, indignato per l'accaduto. «Mi sono sentito offeso ed umiliato - commenta Biasetto - Sono un cattolico praticante e quanto è successo mi imbarazza molto, in quanto sono stato additato come non degno di stare in chiesa davanti a tutta la comunità. La mia sola colpa, se lo è, è di aver fatto il mio lavoro ed aver scritto la verità».
il gazzettino
ABANO Monsignor Mattiazzo celebra la messa a Monterosso assieme a don Danilo Zanella: «In questa chiesa adesso è tornata la luce»
Il vescovo benedice il parroco del dopo Sante
Cala il sipario sul prete innamorato. Ma il presule attacca duramente i giornalisti ed "espelle" un cronista dalla funzione
Abano Terme

"Le forze delle tenebre si sono scatenate utilizzando l'inganno e la menzogna ma non hanno vinto. Alla fine anche la parrocchia di Monterosso ha visto la luce del Signore e anche qui la verità è tornata a splendere". Le parole del vescovo Antonio Mattiazzo non sono certo casuali. Tanto più ad un anno esatto di distanza dall'esplosione dello scandalo don Sante. Ed è quasi per apporre ancora una volta il "marchio" della Curia che il vescovo ha deciso di celebrare ieri mattina la messa domenicale nella parrocchia di Monterosso. Di fronte a lui la chiesa gremita di fedeli. Solo di fedeli visto che, come spesso accade, il vescovo non ha permesso la partecipazione alla funzione di giornalisti e fotografi. Anzi, prima della messa Mattiazzo ha chiesto se tra i presenti vi fosse il giornalista di un'altra testata, che come noi, aveva seguito la vicenda dell'ex parroco Sante Sguotti. Quindi lo ha preso sottobraccio accompagnandolo fuori dalla chiesa."Ho voluto venire per dimostrare ancora una volta - ha poi continuato - che io ho seguito questa parrocchia e le sue vicende e che la continuo a seguire attraverso le preghiere, ma anche perseguendo la chiarezza, la serietà e la fortezza d'animo".

Quella "chiarezza, serietà e fortezza d'animo" che ha portato il vescovo ad allontanare don Sante Sguotti dalla parrocchia a seguito di alcune voci (poi confermate anche dallo stesso prete) di una sua paternità. Il vescovo è tornato a Monterosso insomma nel primo anniversario dai primi colloqui che avevano portato l'allora parroco di Monterosso a spiegare in Curia il perché di alcune voci e pareri che da tempo giravano di bocca in bocca in paese. Il caso don Sante è poi esploso nell'agosto dello scorso anno con l'uscita allo scoperto dello stesso prete. Da allora per la comunità di Monterosso si è aperto un periodo che ha messo a dura prova la propria fede è che è si è risolto solo con l'arrivo, nello scorso ottobre, di don Giovanni Brusegan e in tempi più recenti (lo scorso aprile) di don Danilo Zanella.

Ora la comunità sembra aver recuperato la sua serenità ma le cicatrici di una vicenda che indubbiamente ha fatto soffrire molti fedeli ancora sono ben visibili. E proprio di questo il vescovo Mattiazzo ha scelto di parlare nell'omelia domenicale. "Qui abbiamo imparato a superare le divisioni, a recuperare l'unità - ha continuato il vescovo - e ciò ha significato anche recuperare la comunione con il vescovo e con il Papa (autorità che lo stesso don Sante in più occasioni ha dimostrato di non voler rispettare, ndr)". Mattiazzo dal pulpito è poi tornato a puntare il dito contro i giornalisti e i media, argomento non nuovo per il vescovo che già in passato ha dimostrato la sua sfiducia verso il mondo dell'informazione. "L'80 per cento delle notizie che ogni giorno vediamo nei tg o leggiamo nei giornali - ha continuato - mostrano le cose negative, le brutte notizie e questo ci ricorda quanto male c'è nel mondo. Si tratta di un esercito di virus, di microbi che ogni giorno assaltano il nostro corpo. Noi, esattamente come accade per l'influenza, dobbiamo vaccinarci, dobbiamo vincere la paura e l'incertezza che le brutte notizie fanno nascere in noi e l'unica arma che abbiamo a disposizione è la fede in Dio".

A concelebrare la funzione anche don Danilo Zanella, nominato ufficialmente il nuovo parroco di Monterosso lo scorso aprile. E proprio in compagnia di don Zanella il vescovo, a conclusione delle celebrazione, si è intrattenuto a lungo per discutere della parrocchia, delle iniziative organizzate per i giovani, del modo in cui i fedeli stanno superando il caso don Sante. E d'altra parte non è difficile capire che per molti parrocchiani è stata una vera tortura vedere il proprio amato parroco, quella stessa persona alla quale tante volte hanno confessato i propri peccati, ammettere di essere innamorato, di essere diventato padre e di aver costantemente mentito a tutti nell'ultimo anno.

Riccardo Bastianello


 
 
 
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