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Post n°36 pubblicato il 01 Ottobre 2014 da mcalise
Siamo tutti impegnati, più o meno consapevolmente, a migliorare o, almeno, a mantenere invariata la qualità della nostra vita. Lo facciamo fra mille incertezze e, inevitabilmente, commettendo errori. A volte occorre rischiare e qualcuno lo fa, altri si abbandonano ad una irriflessa routine. Il buon senso ci suggerisce che la qualità della nostra vita, la sua serenità, non dipende solo dal nostro comportamento. La nostra esistenza è fortemente condizionata dall’ambiente in cui viviamo; esso ci offre, o ci nega, opportunità, diritti, servizi. Insomma la nostra esistenza dipende anche dagli altri; qualcuno, addirittura, è portato ad attribuire agli altri le proprie disgrazie, vere o presunte. Modificare queste condizioni, migliorare l’ambiente in cui viviamo è possibile solo con una azione collettiva: attività di protesta, proposta, sensibilizzazione, … . E allora, perché il nostro disimpegno? Qualcuno potrebbe rispondere: a causa della sfiducia, dell’incertezza che ci bloccano. C’è del vero. Ma perché la volontà e la necessità di badare a noi stessi, ai nostri cari e ai nostri beni, non bilancia la sfiducia e l’incertezza? È paradossale che quest’ultime siano più forti della nostra volontà di tutelarci. Forse difficoltà obiettive divengono alibi e, su questo, siamo tutti chiamati a riflettere. |
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