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Riflessioni su e per la gioventù di Sapri – seconda parte

Il mio articolo precedente terminava con un interrogativo: perché impegnarsi?

Per tentare di articolare una risposta devo fare alcune considerazioni sui concetti di politica e democrazia.

La politica. Abilità pubblica che rende gli individui capaci di associarsi, di creare e cambiare le leggi ed i governi. Una politica delle idee che esprima una capacità emancipatrice, che ci permetta di scegliere come vivere e non solo cosa fare per continuare a vivere.

Democrazia. Non una promessa di società perfetta ma un modello d’aggiustare continuamente sulla base di regole precise che amplifichino al massimo la partecipazione. La prima regola consiste nel rifiuto di idee e valori che escludono. In realtà per vivere in una democrazia “piena” oltre a regole condivise e rispettate occorrono cittadini democratici ossia persone che assumono la democrazia come un modo personale di vivere.

Siamo d’accordo che tutto ciò sembri lontano dalla nostra realtà. Anche i partiti pur non essendo tutti uguali, come qualcuno vorrebbe far credere, offrono l’immagine di oligarchie rissose poco attente ai bisogni reali del paese. Ma proprio la durezza di tutto ciò deve imporci uno “scatto”; evidentemente se fossimo soddisfatti l’impegno sarebbe meno urgente e necessario.

Parliamo del nostro paese, della società in cui viviamo, se cambieranno in meglio o in peggio dipende da ciascuno di noi. Anche le persone mature dovrebbero sentire la responsabilità dell’eredità che lasciano e quindi aiutare ed incoraggiare i giovani, dargli spazio.

Qualcuno considera la partecipazione un’illusione. Seppur fosse vero sarebbe una utile illusione, un carburante per il nostro agire politico. Occorre un impegno razionale e appassionato, la dimensione locale sia, anche, una palestra. Scacciate ogni tentazione di apatia o di fatalismo, sono errori che Vi fanno male: prima come individui, poi come cittadini.