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misteropagano il 26/01/17 alle 13:10 via WEB
Buongiorno. In questa epoca di 'liquidazzazione' i più si sentono ingabbiati persino dalla cultura; sperimentare all'interno di essa è pur sempre arte, tuttavia nello scollegamento dei grandi significati della storia, con le sue contraddizioni aperte dagli stermini di ogni 'fazione' si coglie lo sbando attuale; il navigare la vita tra identità confuse, non riconoscibili se non da una aperta ostilità l'una contro l'altra:per sommi capi. Tant'è che ognuno di noi è in ogni caso pronto al mattino a vivere come se tutto ciò non accadesse nel pensiero che ci alimenta e sovrastruttura, e per certi versi, per fortuna.
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gabrielliluca il 24/11/14 alle 10:55 via WEB
Democrazia, è un concetto di avanzato di dittatura. Ossia: nella dittatura sei libero di scegliere, ma ti vengono offerte solo due opzioni:1 fai come ti dico, 2: te ne vai. (e manco tanto poi). Nella democrazia si crea un velo di ipotetica libertà ,mettendoti a disposizione qualche opzione in più, tipo 8 o 9 (forse 10) in modo da farti credere di essere libero. Ma sono opzioni che definirei "retoriche alquanto". Se mio figlio mi chiedesse cose mai sia la democrazia gli risponderei così, e non mi sentirei molto lontano dalla realtà. Ciao. Luca.
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vecchioalpinista il 24/01/14 alle 17:49 via WEB
A spese nostre!....Se poi si muore esodati...va bene lo stesso!
Ciao
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benjamin_longbow il 29/11/13 alle 13:21 via WEB
temo che tu sia in errore. l'impegno diretto di ogni singolo individuo funziona nelle democrazie dirette, quelle delle piccole societa', nelle societa' evolute la democrazia e' l'uniformare gli individui ai bisogni ed aspirazioni dei meno dotati e dei meno volenterosi.L'impegno diretto viene presto assorbito dalla retorica delle parole ed annullato se e' necessario con la coercizione o l'ostracismo. saluti
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RiccardoCalise il 25/09/13 alle 21:51 via WEB
Parole dimenticate, ecco l'anello mancante! Un pensiero che formulavo da tempo...e quest'"anello" è servito per buttarlo giù. Grazie!
La mancanza di riprovazione verso atteggiamenti di diffusa illegalità di privati cittadini, siano pur essi amministratori pubblici, credo sia una diretta conseguenza della mancanza di riprovazione, di una fetta ben più grande di persone (e tra esse anche quelle che si riprovano o si sdegnano, seppur momentaneamente, per i suddetti atteggiamenti) verso quello che è il sistema economico-politico del quale facciamo tutti tristemente parte.
Un sistema che ha come principio cardine quello del massimo profitto con il minimo "sforzo" e che in pratica consente a tutti, pesci grandi e pesci piccoli, di aggirarne le regole per massimizzare il profitto. Questo fa si che tutti, o quasi, si "lamentino" del modo illecito con il quale il vicino di casa si arricchisce, sia esso un finto invalido, un grande industriale o una persona di spettacolo, ma contemporaneamente, fa si che tutti desiderino determinate cose e che quindi, a modo loro (e sappiamo quanto il concetto di onestà sia relativo) cercheranno di ottenerle. Se è socialmente accettato che le industrie inquinino, che producano beni di ogni specie (senza alcuna pregiudiziale sull'utilità o sulla dannosità del bene prodotto), che gli stati prevarichino sulle contestazioni con la forza, che la pubblicità ed i suoi introiti siano la base economica di molteplici dinamiche, diventa inevitabilmente accettabile che ognuno provi ad arrampicarsi sugli specchi di questi alti grattacieli in vetro come meglio può.
Da quando, forse ormai da trent'anni, anche le forze di pseudo-sinista hanno smesso di credere in un alternativa, seppur discutibile, all'attuale sistema capitalistico, tutta una serie di pilastri non vengono più messi in discussione. Ognuno, a suo modo immagina ricette per poterli limare o migliorare, ma nessuno immagina più di poterli abbattere. Il sistema industriale, il sistema scolastico, la sanità, ecc. sembrano esser diventati dogmi che da nessun seggio del Parlamento vengono più seriamente messi in discussione. Questo, secondo me, è la radice dell'appiattimento etico ed ideologico che oggi ci assale e ci rende tanto indifferenti. Siamo stati ben addomesticati.
Il mio non vuol esser affatto un modo per giustificare alcunché, anzi. Ma ritengo che la riprovazione, da sola, non sia più sufficiente. Non potendo più far credito a queste persone, non credendo alla violenza ed all'insurrezione popolare (vedi la "Primavera araba") e non essendo così tonti da lasciarci abbagliare da "movimentismi" vari, l'unica alternativa che ci resta è quella dell'azione. Un agire lento e ponderato che miri, un mattone alla volta, a togliere linfa a tutto questo sistema.
Tutto questo potrà condurre singoli e gruppi (auspicabilmente sempre più grandi) ad una diversa concezione di vita, dove inanzitutto sia primario il rapporto tra l'individuo ed il proprio Io, e con la natura che lo circonda, sia essa piante, animali o altri esseri umani. In una prospettiva del genere, la sanità si tramuterebbe in "star bene psico-fisico", la scuola in l'apprendimento reale, il lavoro in qualsiasi mansione che uomini e donne posso svolgere per se o per la collettività. E, se si arrivasse a far coincidere il benessere indivuduale con quello collettivo, a quel punto, riterremmo riprovevole anche chi cerca di arricchirsi sulla nostra salute, sul nostro desiderio di apprendere o di lavorare; e quella sì che sarebbe vera riprovazione.
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AdrianaCalise il 23/09/13 alle 14:10 via WEB
La verità è che ne vediamo tante e di tutti i colori che non ci indigniamo più per nulla!
Personalmente, mi sdegno anche per i piccoli gesti incivili, di cui siamo vittime quotidianamente.
Forse risulteremo insopportabili, ma dovremmo cominciare a "alzare la voce" quando non ci concedono il passo sulle strisce pedonali o gettano le carte per terra.
¡Viva los indignados!
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AdrianaCalise il 14/05/13 alle 18:49 via WEB
hai ragione!
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RiccardoCalise il 14/05/13 alle 14:34 via WEB
Se questo era vero nel 500, e non ho motivi per dubitarlo, oggi, tutto questo, a mio parere, avviene in modo "automatico" e subdolo; eppure, a differenza di allora, oggi ci sono i mezzi e gli strumenti per saperlo e, in qualche modo, combatterlo, ma la "pigrizia mentale" ed il torpore in cui siamo stati rinchiusi, impedisce ai più di affrontarlo...Molto interessante!
Rik
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mcalise il 13/05/13 alle 09:53 via WEB
Grazie, continua a seguirmi.
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A_Manfredonia il 13/05/13 alle 09:51 via WEB
Mi sembra una riflessione interessante!
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