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Post n°27 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da cj_movie
Un viaggio nell'Alabama degli anni '30, in una terra dove forti sono le divisioni fra bianchi e neri, dove la grande depressione mette in ginocchio la popolazione. Un viaggio su i binari della ferrovia che portano direttamente a Whistlele Stop, luogo sonnolento e afoso dove si intrecciano e incrociano i destini di molte persone, destini che hanno il loro comune denominatore nel Caffè gestito da Idgie e Ruth. Fra passato e presente, fra il caffè e la casa di riposo dove questa storia viene raccontata da Ninny alla sua nuova amica Evelyn, siamo testimoni di un delitto, della riscossa di una donna repressa e, soprattutto del profondo sentimento che unisce Idgie e Ruth. Un libro piacevole e toccante, un libro a tratti commovente... un libro che, a dirla tutta, ho apprezzato, ma è anche vero che il mio giudizio è stato molto influenzato dall'omonimo film. Un bel libro, certo, perché non si può dire il contrario, che, però, ha anche un'altra caratteristica, quello di essere fra i pochissimini (prima d'oggi mi è successo solo con “Dracula” di Bram Stoker, “Il meraviglioso paese oltre le nebbie” di Sachiko Kashiwaba e un paio d'altri) di cui ho preferito lungamente la trasposizione cinematografica al testo originale. Di sicuro, però, non mi pento della lettura e lo conserverò in libreria anche se mi aspettavo un pochino di più, una briciolina almeno... c.j |
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