Venerdì 21/10/05 ore 16.25
Ho letto un post prima.
Ho letto anche altro.
Svuotamento.
Annientamento.
La solitudine.
La malattia della nuova era.
Che ironia.
Che brividi ogni volta che ci penso e che la pronuncio.
Nonostante sia una sensazione che mi accompagna sempre.
Non mi lascia mai.
Se potessi uccidermi ora lo farei.
Con quella risata del cazzo che ho addosso.
Quella risata che si fa qualche istante prima di scoppiare a piangere.
Poi però passa.
Non piango.
Non nel vale la pena.
Forse.
O forse si.
Non me ne frega un cazzo neppure di scoprire questo.
In questo momento sono più impermeabile di una tela cerata.
Sono pietra.
Mare.
Immensità.
Dolore.
Braccia chiuse.
Sguardo altrove.
Amare.
Cercare.
Dire.
Fare.
Baciare.
Lettera e testamento.
Ecco conglobato il tutto.
Un'inizio che non ha fine.
Una fine che non ha avuto inizio.
Che dire ancora?
Nulla credo.
Se non il fatto che ogni cazzo di giorno mi rimetto in discussione.
Sempre.
Come madre.
Come lavoratrice.
Come amica.
Come nemica.
Come donna.
Come bambina.
E non sempre riesco a trattenere il fastidio di rivedermi.
Ridicola in qualcosa.
In quel qualcosa fatto mentre ci credevo.
Mentre ci credo.
Anche ora credo in quello che dico e faccio.
Anche ora porca puttana.
E domani riderò.
Di me.
Di te.
Di loro.
Di tutti.
Con quella morsa che stringe.
Che non mi lascia respirare.
Per poi trovarmi a piangere appoggiata al lavandino.
Pugni serrati.
Denti stretti.
Rabbia chiusa.
Razionalità?.
Fottiti.
Fottiti.
Fottiti.
Irrazionalità?
Ora non ne ho.
Un minuscolo squarcio di luce appoggiato in fondo alla mia ragione.
Non rischiara.
Non rischiara.
Vaffanculo non rischiara un cazzo.
Qui è buio.
Buio.
Capisci?
Buio.
Io da qui non vedo un cazzo.
E' inutile che mi sforzi di farlo.
E' inutile infossarsi nella speranza o nell'attesa di qualcosa.
Tutto è dolore.
Tutto.
Dalla prima cosa all'ultima.
E se anche ci fosse qualcosa di bello o di cui gioire, poi la paghi.
La paghi.
Con gli interessi.
La vita è uno strozzino senza pietà.
Non ti guarda in faccia.
Non ti chiede chi sei.
Non vuole sapere chi sei.
E mi sento affogare.
E mi sento morire.
Dentro.
In un colpo solo.
Qualche secondo e tutto cambia.
Tutto.
Le prospettive.
Le idee.
I pensieri.
Vorrei fare piazza pulita.
Passare rabbiosa il braccio intorno alla mia vita e buttare giù tutto.
E mentre scrivo mi scopro a pensarci.
A pensarci.
E' assurdo pensarci ora.
In questo momento.
Quella ragnatela invisibile chiamata speranza.
C'è sempre.
C'è anche quando pensi che non ci sia più.
Fanculo a tutto e tutti.
Me ne vado a letto.
Devo riflettere.
Riflettere.
Inviato da: Amore_immaginato
il 19/09/2006 alle 08:38
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il 27/02/2006 alle 12:08
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il 27/02/2006 alle 10:27
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