Creato da martingore0 il 31/05/2009

Viaggi per il mondo

Racconti di viaggio tra Europa, Africa ed Asia e non solo

 

 

Zig zag in Europa 1

Post n°15 pubblicato il 11 Marzo 2014 da martingore0

 

Giovani in fuga

Ogni volta che c'è stata l'occasione ho cercato di frequentare le biblioteche di zona per poter scambiare due parole con i giovani universitari che abitualmente vi studiano. Impressionante la quantità di giovani che vogliono andarsene dalla Spagna non appena finiranno gli studi. Neanche prendono in considerazione l'eventualità di rimanere nel paese. Soltanto in Catalonia l'attaccamneto alla loro terra è tale per cui ci sono persone che pensano di rimanere. Barcellona è stata per anni una meta ambita da tanti giovani europei che volevano provare a dare una svolta alla loro vita. Oggi la crisi ha preso anche questa città e quindi ora si guarda a Londra, Berlino, NYC, California, Shangai, Australia. Dopo gli studi una sola parola: avion avion.

Putas tour in salsa agrentino spagnola

Vengo ospitato da Ramon, un singore di circa 50 anni argentino da alcuni anni residente in una città di medie dimensioni nella comunità di Valencia. Single con un matrimonio alle spalle ed una collezione di 8 fidanzate tutte lasciate dopo qulache mese di convinvenza, mi racconta la sua filosofia di vita: fiesta fiesta fiesta non appena possibile. Mi spiega la sua versione circa il burrascoso rapporto con le donne, soprattutto dopo la separazione dalla moglie argentina. Nelle 8 ex ci sono diverse nazionalità ma mi spiega che la storia è sempre uguale. Si piazzano in casa sua, non vogliono lavorare e prima o poi parte la richiesta di aiuto economico per loro, parenti ed amici e quando le richieste iniziano a scocciarlo...ciao ciao.
Conclusione: qualche volta invita una sua amica a cena e rimane la notte oppure prende la macchina e si tuffa nel modo della prostituzione della città che conosce alla perfezione avendo frequenza costante ed assidua dello stesso. Olè!!

Da Sitges a Denia: sole mare cerveza jamon e barro de pan

Può esserci qualche giornata memorabile per dei semplici momenti senza che sia avvenuto nulla di particolare. Nel viaggio tra Francia e Spagna tra i momenti più belli ci sono sicuramente quelli passati seduti al sole di fronte al mare con un classico pranzo al sacco formato da birra, prosciutto e pane locale. Sitges e Denia sono 2 classiche località marine abbastanza conosciute ma non molto affollate in inverno. Un paradiso in terra con i 15 gradi di Dicembre e Gennaio e spesso un sole che scalda parecchio e l'odore del mare che ti entra dentro. Gente che corre o passeggia sul lungomare, qualcuno che legge il giornale o chiacchera e chi, come me, semplicemente si gode la brezza del mare ed i raggi del sole.
In quei momenti mi viene in mente la bella coda della tangenziale intorno a Milano. Pioggia, freddo, grigiore. Ciao Milano ciao.

Ex modella

A volte l' apparenza inganna. Difficile credere di trovare certi oggetti in casa di una donna di 40 anni che ha fatto la modella per molto tempo e che anche oggi potrebbe avere tutti gli uomini che vuole. Invece mi racconta di avere solo amicizie maschili. Gli uomini sono stupidi e poco interessanti e non vale la pena averne uno in carne ed ossa. Poche idee ma chiare. Meglio quindi avere una serie di sex toys che all'occorrenza possono essere usati, altrimenti stanno tranquillamente chiusi in un cassetto. Questi oggetti non parlano, non hanno pretese e soddisfano uno dei bisogni primari senza alcuna controindicazione. Una visione del rapporto uomo donna piuttosto chiaro e semplice. Usare l' uomo come semplice oggetto sarebbe complicato non vivendo in una grande città. Risulterebbe facile farsi appiccicare addosso la etichetta di donna facile. Adios amigos.

Indian job

Piccolino, cicciottello, ottimi studi e buona posizione lavorativa, 28 anni, single. Questa è la descrizione di un giovane indiano di Bangalore che arriva a Valencia per 3 giorni di lavoro. Per la prima volta in Europa in vita sua cerca di capire questa cultura cosi diversa e, tra l'altro, se può avere successo con le donne del posto, cosi diverse da quelle che si trovano nella sua nazione.
Valencia è piena di locali dove un giovane con un buon inglese può anche provare ad approcciare donne europee, spagnole e non.
Conosce Ana, 26 anni, single spagnola. Lei è simpatica e carina, non incredibile ma comunque una bella donna. Dopo chiacchere varie il giovane indiano gioca un classico descrivendosi come molto timido e impacciato con le donne.
Sottolinea di non aver mai dormito nello stesso letto con una donna e quindi le chiede di poter avere la sua prima esperienza con lei. Ana crede alla sua storia ed accetta ma pone la condizione che lui non dovrà pretendere sesso ma solo abbracci. A casa ovviamente la situazione cambia poichè il giovane non mantiene la sua promessa di accontentarsi di qualche abbraccio ma vuole molto di più. Lei è comunque decisa a far rispettargli la promessa di non andare oltre qualche abbraccio e dopo 2 ore di tentativi di convincerla a fare qualcosa di più desiste. Buona notte e buon rientro in India.

Anarchia e indipendenza

Un tema abbastanza delicato che è meglio maneggiare con cautela è quello legato all'indipendenza della Catalonia rispetto al resto del paese e, più in generale, quale sia il sistema che sarebbe meglio adottare per regolare la vta delle persone. Imparo presto il nome di Buonaventura Durruti, un anarchico che a Barcellona ha combattuto il regime di Franco facendo resistere la città prima di capitolare. Mi raccontano che in questa città ci fu anche un "governo anarchico", un' esperienza a me del tutto sconosciuta.
In una delle case dove sono stato ospitato viene passata ai raggi x la mia posizione politica e le mie opinioni in merito ad alcune tematiche di natura sociale. Vengo blandamente rimproverato per un cappelino che porta i colori della Spagna ed il simbolo della casa reale spagnola e vengo invitato a non entrare in quella casa con quel cappello ed a non indossarlo quando sono in compagnia degli amici della padrona di casa. Faccio fatica a credere a quello che mi è stato detto ma, senza troppa convinzione, rimetto un cappellino australiano.
Anche l'ambizione della Catalonia è un tema delicato. Vengo a sapere che la gente catalana crede di essere percepita come arrogante e supponente mentre molti spagnoli sono convinti che i catalani guardino gli spangoli dall'alto verso il basso. Tutte due le posizioni sono un pochino esagerate benchè ci sia un fondo di verità. Alcune rivendicazioni mi ricordano le idee della Lega Nord, un partito italiano che da anni rivendica l'indipendenza della Padania, una parte del Nord Italia lamentandosi del centro sud della penisola italiana.

Amici, genitori e figli sempre in strada

La fama della gente spagnola come molto predisposta a stare fuori casa, a divertirsi e fare festa appena possibile viene subito confermato dalla marea di gente che si vede in ogni città seduti nei bar o nei ristoranti. Non mi pare esattamente un paese in crisi: Girona, Barcellona, Castellon, Valencia, Murcia sono le città visitate più grandi e con strade sempre piene di gente dalle 17 in poi. A sentir loro in realtà i veri festaioli sono solo i residenti di Madrid.
Sarà, a me pare che anche in queste città la voglia di socializzare, stare in giro con gli amici e divertirsi sia molto forte. Magari nasconderanno pure le loro sofferenze economiche dietro questa facciata esuberante.
Sicuramente il clima favorevole aiuta molto. Anche la sera, in Dicembre e Gennaio, girare nel pomeriggio oppure alla sera è piacevole.
Credo che anche una certa mentalità rilassata e poco esasperata nel cercare di accumulare denaro ad ogni costo lavorando come pazzi aiuti parecchio.
Alla vigilia di Natale in piazza Santo Domingo di Murcia c'è una sfilata popolare con carri che a me ricordano carnevale. Musica varia sempre molto ritmata.
Arriva una versione dance del classico "Last Christmast" di George Michael e moltissimi gentiori prendono i loro figli e si mettono a ballare con loro per tutta la canzone. La piazza letteralmente esplode di un 'energia travolgente.
Una delle più belle emozioni in 3 mesi di viaggio.

Le 3 M della Spagna: merda, maleducazione, Madrid

Arrivo a casa di Luis, 50 anni, poco spagnolo e molto catalano. Mi racconta come la Spagna si possa raccontare in 3 parole. Merda, maleducazione, Madrid. Da buon catalano Madrid è la parola peggiore per lui. Mi racconta come questa propensione anarchica ed indipendentista della Catalonia sia un sogno per cui lottare. Secondo diversi catalani Madrid sfrutta Barcellona da sempre ed il resto della Spagna approfitta del lavoro dei catalani per godersela. I catalani lavorano mentre gli andalusi stanno al ristorante. Gli pongo le mie perplessità sopratutto ricordandogli che molte persone non catalane vivono e lavorano in Catalonia proveniendo da zone della Spagna meno ricche e non tutti stanno al ristorante con i sussidi governativi a godersela. Inutile discutere. Gli racconto della tanta cacca calpestata e della sensazione che un po' troppi spagnoli amino sfottere appena possono trovandomi d'accordo con le altre due parole merda e maledicazione. Orgogliosamente sottolinea che in Catalonia la situazione è migliore.
Madrid significa anche Real-Barca, futbol. Come in altri paesi il calcio viene seguito in maniera molto seria da una buona parte del popolo spagnolo tanto chei mass media sono piene di notizie legate alle squadre. In più occasioni mi sono sentito dire che il calcio verrebbe usato come argomento per distrarre il popolo dai problemi reali, un altro classico.

I mille colori di Zurigo

Pur essendo a 3 ore da Milano questa città non mi ha mai ispirato più di tanto.La associavo semplicemente ai suoi prezzi proibitivi, un classico della Svizzera. Invece mi ritrovo stupito ad osservare la grande varietà di colori, razze, etnie, che mi circondano ovunque.Supermercati, parchi, strade sono un mix di gente e lingue diverse. Nell'attendere la persona che mi ospiterà a casa passo qualche ora nel parco del quartiere.
Siamo di Sabato, l' ultimo di Agosto, tempo perfetto.Il parco è diviso in 2 aree:la prima è dedicata al pattinaggio su rotelle ed un piccolo bar mentre la seconda prevede campetti di calcio.
Seduto sull'erba a guardare la gara di pattinaggio in corso mi pare di riconoscoerealmeno 5-6 etnie e lingue diversissime tra loro nel giro di un minuto. Mi viene in mente la bella sensazione di quelle immagini televisive relative alle cerimonie sportive quando gli atleti sfilano e poi si ritrovano tutti assieme.Una piacevole sorpresa questa Zurigo. Leggerò in seguito che circa il 30% della cittadinanza non è svizzera.

Il senso di colpa

La prima volta che sento questo ragionamento da parte di un adulto tedesco mi pare talmente assurdo da non farci caso. Quando mi remdo conto che parecchie persone hanno questo senso di colpa per il solo fatto di essere tedeschi e quindi "colpevoli" delle pagine di storia legate al periodo di Hitler, provo a farmi raccontare nel dettaglio da cosa deriva.
Mi viene spiegato che anche la generazione che oggi ha 40 50 anni sente la colpa di quelle pagine di storia pur non essendo nemmeno nata.Come se io oggi dovessi sentirmi responsabile del periodo fascista italiano. Come se oggi queste generazioni debbano pagare il conto per quanto di cattivo fatto al mondo dai loro nonni, direttamente od indirettamente conivolti nell' ascesa di Hitler al potere.Potrei capire una persona di 90 anni e che quindi, negli anni 30, poteva scegliere o meno di collaborare al partito nazista.Invece scopro che proprio perchè quella generazione ha collaborato o comunque non contrastato quella ideologia gli adulti di oggi devono, in qualche modo, riscattare la nazione da quelle pagine di storia.
Da qui deriverebbero le politiche sociali di grande apertura ed aiuto a gente straniera che vuole provare a stare in Germania.

Accoglienza turca a Norimberga

Nella penultima tappa del viaggio Svizzera Germania Polonia 2013 arrivo in questa famiglia dove vengo accolto molto calorosamente.Sono mamma papà e due figli di 14 e 17 anni. Lei di orginie turca ma in Germania dall'età di 4 anni mentre lui è della zona. A volte capita che dal primo secondo entri in sintonia con una persona mai conosciuta, più difficile che succeda con 4 persone contemporaneamente. L'aria che si respira in questa famiglia mi ha colpito poichè la loro accoglienza mi è parsa spontanea e non formale. Anche da parte dei 2 figli adolescenti. Mi racconta qualcosa legata alla condizione, non sempre facile, di chi arriva qui da fuori, le difficoltà di integrarsi con la gente del posto ma anche la consapevolezza che se vieni qui e lavori onestamente le persone del posto te lo riconoscono.Avevo letto qualcosa legato ai giovani under 25 che preferirebbero sempre più spesso bars, pubs, clubs, discoteche freuentate da ragazzi originari della Turchia. Una specie di suddivisione etniica dei luoghi dove socializzare. Mi viene la tentazione di chiedere qualcosa in merito ma lascio perdere.

Rasta girl from Gemany

Ho sempre avuto un debole per la filosofia dei rasta. Bob Marley, Etiopia, Jamaica, mariuana come modalità di arrivare a Dio ed altri dettagli interessanti. Conosco Tima, 19 anni, magra come un chiodo e non esattamente l'immagine della salute. Porta questa capigliatura rasta da qualche anno senza mai avere grande interesse per la filosofia che ci stà dietro. Più un fatto estetico che altro. Mi racconta che purtroppo le è capitato che gruppetti di neonazisti l'abbiano insultata pesantemente tanto da meditare di cambiare capigliatura temendo un pochino per la sua sicurezza personale. Immagino che ad un neonazista non piaccia molto un rasta ma da qui ad aver paura di andare in giro per quei capelli mi sorprende molto nella civile Germania.
Purtroppo dell' Italia non ha solo ricordi piacevoli poichè in un viaggio in treno viene abbordata da un ragazzo che, a quanto racconta, mentre le parla avrebbe approfittato allungando le mani un po' troppo. Un classico in Italia. Infatti non ha grande stima per il maschio latino in generale. Inoltre si stupisce della mia nazionalità non ricordandosi italiani con un inglese senza accento particolare ed abbastanza buono da poter affroontare una decente conversazione. Mi saluta ringraziandomi per il tempo che le ho dedicato e per la conversazione piacevole.

 
 
 

Dolce Stettino

Post n°13 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da martingore0

L'arrivo in città è sempre un poco traumativo e divertente. A differenza della Germania dove ho un atlante stradale con perfette cartine delle città, quello polacco è più approssimativo. Alla fine ci vorranno 2 ore per trovare una via semicentrale. Non ho il gps, per  scelta, e quindi devo chiedere alla gente del posto facendo vedere la zona della via. Occorrerà chiedere ad oltre 10 persone. Come primo impatto forse un poco stancante ma vissuto tra di loro senza il freddo schermo del navigatore.
Starò 8 notti di cui 5 in città e 3 in un paesino da 2000 anime a 25 km nord est.La città me la godo in particolare nel giorno in cui ottengo in prestito la bici di Romana, professoressa di tedesco ed italiano ma ex traduttrice per il partito comunista locale durante le trasferte nella Germania dell'Ovest. Qui la Storia diventa persone, vite reali. Delle 3 persone che mi ospiteranno sarà quella più interessante. Il suo racconto di quegli anni chiarisce tutta la grande ipocrisia di quel sogno. Soprattutto quando mi parla dei suoi incontri fatti con i comunisti italiani conosciuti durante i suoi viaggi in Italia. Mi spiega che non è possibile, per lei, sentir parlar bene del regime da chi non lo ha vissuto sulla propria pelle. Penso a quanto sia stata grande la sofferenza in quegli anni per i polacchi e gli altri paesi sotto il regime sovietico.Mi dice che oggi soltanto pochissimi rimpiangono il regime in quanto,con la libertà di movimento e di lavoro di oggi., chi si impegna ottiene buone soddisfazioni, anche economiche.L'ultimompomeriggio lo passiamo in un bar terrazza in cima ad una torre. Bella visuale un pochino guastata dalle nubi grigie. Non vedo l'ora di tornare in Polonia, speriamo presto

 
 
 

cambogia malesia 2009

Post n°10 pubblicato il 14 Luglio 2009 da martingore0
 

5.5. Il vecchio al guinzaglio

Verso le 8 del mattino, di fronte al Koh Sung Cafe di Phnom Penh, arriva una coppia formata da un ragazzino ed un vecchio cieco che suona e canta una nenia non appena il giovane gli fa capire, con un lieve tocco della mano, che può iniziare avendo di fronte qualche persona. Fanno decisamente pena: vestiti di stracci e magri come chiodi girano per il centro a raccattare qualche soldo con questa piccola performance. Turisti e persone locali mostrano spesso indifferenza e fastidio di fronte ad una povertà così evidente. Raramente lasciano qualche soldo, anche perché i mendicanti passano in continuazione e francamente non è proprio possibile accontentare tutti.  Essendo vicino al lungofiume, luogo prediletto da turisti e dai cambogiani benestanti.
Sicuramente il gancetto che sta sul taschino della camicia del vecchio  al quale è attaccata una corda in mano al giovane per dare la direzione è utile e pratica per la comunicazione tra i due, ma vederla da fuori è straziante. Alcune volte il gancetto è sostituito da un bastone che i due tengono all’estremità. Forse per loro è lo stesso ,ma per me la vista è meno dolorosa.




5.6. Candy Bar

Nella zona che parte dal mercato centrale ed arriva fino al lungofiume di Phnom Penh, capitale della Cambogia, si possono facilmente trovare alcuni bar che offrono al cliente musica, cibo, bevande, biliardo,freccette e…hostess.
Quasi tutti i bar aprono nel pomeriggio e chiudono a tarda notte tranne qualche posto aperto sin dalla mattina. Il vantaggio di essere clienti diurni e non notturni  sta nel fatto che i prezzi di cibo e bevande sono dimezzati, il locale è semivuoto e le hostess sono più tranquille e meno aggressive rispetto al turno notturno, quando la gran parte del business non riguarda musica, drink ma il….dopo. Personalmente frequentavo questi locali dalle 12 alle 16 mangiando una bella pizza e bevendo un paio di birre e potendo chiacchierare con le ragazze che avevano voglia di raccontarmi un po’ di loro non avendo la necessità di accalappiare qualche cliente e  tentare di mettersi in tasca qualche decina di dollari per un paio d’ore di compagnia in albergo. Le ragazze del turno diurno non hanno molti problemi a spiegarmi la differenza che c’è tra loro e le ragazze della notte. Loro sarebbero  più serie in quanto solitamente non accettano gli inviti a seguire i rari clienti in albergo anche perché i clienti che vogliono “altro” arrivano alla sera quando trovano ragazze più carine e disponibili. La rabbia è abbastanza evidente visto che le ragazze del turno serale guadagnerebbero 5-10 volte rispetto alle ragazze del turno di giorno anche perché hanno 1 dollaro per ogni drink che i clienti offrono alle ragazze. Alcune arrivano a 4-600 dollari al mese, una cifra enorme per la vita cambogiana, che corrispondono a 4000 euro in Italia in termini di potere d’acquisto. Quando mi è capitato di parlare con qualche ragazza che inizia la sera ma, per motivi vari, era nel locale già nel pomeriggio, ho notato che sono ben consapevoli di quello che fanno, ma i soldi che guadagnano sono una tentazione troppo forte, soprattutto se hanno bimbi piccoli che devono tirar su senza il padre, quasi sempre sparito nel nulla alla notizia della gravidanza. Mi mostrano orgogliose il loro bancomat e mi confessano che prelevare 50-100 dollari è una soddisfazione impagabile, specialmente quando possono permettersi di pagare bei vestiti o la retta di una scuola prestigiosa, pur sapendo benissimo da dove vengono quei soldi.




5.7. Big lucky Mike

Incontro Mike nel soppalco di un locale adibito a sala biliardo ed arredato con qualche divano.
Entra insieme a 6 ragazze ed un bambino. Australiano,81 anni e 150 kg, pensionato e desideroso di finire alla grande la sua vita dopo aver avuto un’ esistenza normalissima fatta di lavoro e famiglia. Vedovo da anni, i figli ormai sistemati, gira l’ Asia e si gode la pensione e le rendite derivate dagli affitti dei 2 appartamenti . Ogni sera torna con 4-5 ragazze che cantano, ballano e lo massaggiano molto appassionatamente. Il tutto, per 150-200 dollari. Ridendo mi confida che quando torna in Australia, si trova sul conto più soldi di quelli che ha speso. Chissà se sarà vero. Ad ogni modo sembra proprio che questo immenso ed arzillo australiano se la goda molto, senza farsi troppi problemi. Mentre lo guardo mi vengono in mente i nostri anziani soli e scaricati dalle famiglie nelle nostre case di riposo.


                                                             6.Malesia 
6.1. La vedova allegra

Butik Bintang è un quartiere di Kuala Lumpur pieno di bar, alberghi, ristoranti, shopping centre per turisti con un’ elevato tenore di vita.. Qui vive Mary, 45 anni, inglese, vedova di un ricco signore che le ha lasciato una simpatica rendita da 3500 dollari al mese, rendita che permette alla signora di vive molto comodamente. La incontro in un bar piuttosto bello ed esclusivo visto che i prezzi sono identici a Milano. La sua entrata è molto scenica: i 5 camerieri la accolgono come una regina. Lei, sorridente e gentile, con un cenno della mano indica chiaramente un gruppo di giovani malesi ben vestiti e con un’età massima di 25-30 anni. Uno dei camerieri si avvicina al gruppo facendo presente che la signora, seduta da sola di fronte a loro, offrirebbe il prossimo giro. I ragazzi, ben contenti dell’offerta,invitano la signora al loro tavolo. Per una donna di 45 anni inglese un po’ grassoccia e bruttina, stare seduta tra 5 malesi intorno ai 25 anni non è male come inizio serata. Uno dei camerieri mi racconta che la signora rimane in compagnia di un giovanotto e se ne va nel suo appartamento a festeggiare l’incontro. Ogni sera, se possibile, un giovanotto diverso.
Enjoy Malesia.

 
 
 

thailandia e cambogia 1

Post n°9 pubblicato il 01 Giugno 2009 da martingore0
 

1. Piccole tettine crescono

Nelle calde ore centrali della giornata speso me ne sto in albergo a guardare un po’ di tv. A piccole dosi, non mi dispiace fare un po’ di zapping tra i canali locali. Da queste parti hanno l’ossessione per la colorazione della pelle, Più  sei bianca e maggiore è la tua purezza e la tua bellezza. In aggiunta hanno il complesso del seno piccolo, quasi da bambina. Ed ecco che arriva il miracolo nanotecnologico. Si pubblicizza un reggiseno con tessuto derivante dalla nanotecnologia che aiuta il seno a crescere se lo si indossa dopo aver spalmato sulla parte una cremina che agirebbe insieme al tessuto.
Nella pubblicità una ragazza molto carina con un seno piccolissimo guarda con invidia due ragazze felici e prosperose che le passano davanti. Lei diventa triste guardando dentro la camicia le sue piccole tettine.

2.
Americani nel Nord Est della Thailanda

Alcuni giorni sono più fortunati di altri. Nel parco centrale di Ubon, città non lontana con il confine del Laos, dalle quattro alle sette del pomeriggio  sembra che la popolazione si riunisca  per scaricare le tensioni della giornata facendo jogging, pesi, pallavolo, pattinaggio, basket, calciotennis.
Un pomeriggio trovo seduto al computer un uomo di colore. Si chiama Steve, 57 anni, proveniente dall’ Alabama, U.S.A. Lavora da un anno in una scuola superiore con scarsa soddisfazione per l’inesistente impegno de suoi alunni e per la vita monotona ad Ubon. Nei due anni precedenti ha lavorato a Pattaya, luogo pieno di vita ventiquattro ore al giorno. Non solo donne a fiumi, ma una vita frenetica ed eccitante ogni giorno. Non mi ha deliziato con i dettagli, ma mi ha confidato di non veder l’ora di tornarci per le vacanze. Prima della Thailanda lavorava per l’esercito americano in Afghanistan ed a suo dire due anni sotto le bombe sono stati più che sufficienti.. Molti soldi ma grossi rischi. Mi racconta del suo pescare quotidiano in un sito internet tailandese dove si possono conoscere persone thailandesi che parlino inglese per avere  nuove amicizie o relazioni..Ne sta puntando alcune , piuttosto carine e decisamente più giovani. Il problema più grande è accettare la sua pelle nera nonostante il passaporto americano e lo stipendio da insegnante madrelingua. Infatti alcune donne locali si  rifiutano  di approfondire la conoscenza alla notizia che lui è nero.
Un’ora più tardi incontro Rick,61 anni ,americano , insegnante universitario per nove anni, responsabile di campi profughi in Laos ed oggi  in pensione. Ha deciso di vivere qui dimenticandosi gli U.S.A.  poiché, a suo dire, nella società occidentale c’è troppa competizione, stress e un consumismo sfrenato che qui non esiste. Ovviamente non ama Bangkok, che evita accuratamente, mentre qui ad Ubon si vive più tranquillamente. Mi chiede cosa ci faccia da queste parti visto che qui i turisti non vengono mai. Nel descrivergli il giro nel nord est della nazione sottolineo il piacere di girare in posti non necessariamente invasi dal turismo di massa, filosofia che condivide.


3
. Magico Mekong

Nakom Phanom mi accoglie con le prove generali del diluvio universale della durata di un paio d’ore. Quando smette esco ed il Mekong è lì. Dall’ altro lato c’è il Laos, dove  bdrò in Gennaio. Per ora rimango da questa parte, nella Thailanda moderna e sviluppata. Purtroppo il Laos si nasconde in quanto persiste una nebbiolina che impedisce di vedere l’altra sponda del fiume. Il Mekong infatti fa da confine tra Laos e Thailandia. Seduto ad un tavolo della terrazza dell’ Indocina Market mi faccio l’ennesima Laobeer. Sarà così per due giorni ma il terzo, finalmente, la nebbiolina si dirada e lo spettacolo è veramente da cartolina. Il Laos si mostra con queste sue piccole collinette dalla forma bizzarra che ricordano le montagnette della zona di Guillin, nel sud ovest della Cina, uno dei posti più belli dell’Asia , tanto da concentrare in quella regione i pittori cinesi che ne ritraggono il paesaggio. Semplicemente stupendo.

4.
Risaie amare

Sono sul bus che da Phnom Penh mi porterà a Siem Reap, nel nord della Cambogia, base per l’escursione ai templi di Angkor, uno dei siti archeologici più importanti dell’ Asia.
Il viaggio è piacevole, la strada è buona essendo stata appena rifatta da ingegneri giapponesi  Nel bus si respira un bel clima: qualcuno chiacchera ma la maggior parte dei passeggeri ride di gusto guardando un film cambogiano alla tv. Quest’allegria contrasta un po’ con il mio stato d’animo in quanto attraversiamo il paese da nord a sud con un paesaggio fatto di risaie allagate e contadini che ci lavorano. Essendo ancora fresco il ricordo del campo di concentramento S-21 a Phnom Penh non riesco a godermi il paesaggio poiché mi torna in mente la mappa della Cambogia segnata dai moltissimi campi di raccolta e di lavoro dei khmer rossi al tempo di Pol Pot , l’ Hitler cambogiano. Dei due milioni di morti, trecentomila furono ammazzati a bastonate per risparmiare le pallottole; il restante  milione e mezzo di persone sarebbero morte di stenti, fame, malattie, morsi di serpente proprio in mezzo alle risaie dove avrebbero dovuto rieducarsi.
La gente nel bus è prevalentemente giovane  Mi piace molto sentirli ridere di gusti, caciaroni. Molti di loro non erano nemmeno nati nel 1975 l’hanno letto sui libri o raccontato dagli adulti. Va bene così. Si lascino alle spalle questa loro storia assurda ed insanguinata.
Intanto la Cambogia scorre fuori dal finestrino:pianeggiante,verdissima, dolce. Proprio bella.

 
 
 

bali 2

Post n°8 pubblicato il 01 Giugno 2009 da martingore0
 

4.2. Magica Bali

Ho sempre pensato a Bali come ad un posto splendido, lussureggiante, paradisiaco e non nego di aver avuto un po’ paura di rimanere deluso e di non trovare quella magia che tanti libri e guide sottolineano nel descrivere quest’isola.
L’impatto che si ha quando si arriva e si percorre la strada che dall’aeroporto ti porta a Kuta, la località più frequentata dai turisti, non è nulla di speciale.
Bali offre il meglio nella parte centrale e sud orientale con le famose coltivazioni di riso a terrazze, molto spettacolari e verdissime durante la stagione delle piogge. Inoltre la presenza di vulcani offre paesaggi molto differenti nel raggio di pochi chilometri passando dal mare alla collina alla montagna in un paio d’ore di macchina. Un’ altro particolare che colpisce è la luce: forte e delicata nello stesso tempo. In una cittadina nella parte centrale di nome Ubud sono concentrati molti pittori che risiedono in questa zona proprio per il particolare tipo  di luce che illumina in modo particolare la natura circostante, una natura che si presenta come rigogliosa, lussureggiante  ma gentile, meno potente di quella africana. In Africa ci si può sentire intimiditi  e piccoli di fronte dalla potenza della natura, a Bali non hai questa sensazione. Nei dintorni di Ubud o di Tirtagangga le dolci colline tagliate per coltivare il riso ti danno una sensazione di calma e pace. Una sensazione simile la provai quando vidi per la prima volta le colline umbre e toscane, ma  questi paesaggi a Bali hanno qualcosa in più e ti viene da pensare che forse il paradiso non deve essere tanto diverso.

 
 
 

bali 1

Post n°7 pubblicato il 01 Giugno 2009 da martingore0
 

4.1. Bin Laden non ama il surf

Arrivando a Bali non si possono non notare alcune magliette in vendita nei negozi dove il faccione di Bin Laden sovrasta la scritta in inglese “Bin Laden don’ t like surf”. Qui a Bali sono esplose tre bombe che hanno fatto un centinaio di morti tra il 2002 ed il 2005 in un shopping centre, in una discoteca ed in un albergo di lusso. La maggioranza delle vittime veniva da Australia, Indonesia ed Europa. Molte delle persone del posto che ho conosciuto erano nell’isola in quei giorni e mi hanno raccontato la paura per le bombe e lo sconforto nel vedere i turisti lasciare l’isola e nessuno arrivare per qualche mese. Alcuni sostengono che siano state bombe che avessero l’obbiettivo di colpire l’economia dell’ Indonesia e che non fosse un’ azione terroristica di natura ideologica.
Ad ogni modo la palazzina che è saltata in aria e che ospitava la discoteca ed il bar verrà sostituita da un parco della memoria e sul cancello che delimita l’area si possono leggere i messaggi di parenti ed amici delle vittime. Strazianti e commoventi allo stesso tempo in quanto la maggior parte delle vittime era sotto i trent’anni.
Passare davanti a quel cancello significava andare a salutare degli amici benché fossero persone sconosciute. Nello stesso tempo ti  saliva un magone pensando a queste persone morte in un modo così assurdo

 
 
 

thailandia 2

Post n°6 pubblicato il 01 Giugno 2009 da martingore0
 

3.5. Generazione di fenomeni

In questo tour asiatico ho incontrato tanti viaggiatori e tante viaggiatrici indipendenti sotto i 30 anni. Purtroppo di  giovani italiani neanche l’ombra. Una valanga di tedeschi, inglesi, scandinavi, americani e qualche francese. Come al solito gli altri viaggiatori stentavano a credere che ci fosse un’ italiano che viaggiasse in modo indipendente e che parlasse un’inglese decente. Un miracolo. Qualche viaggiatore, evidentemente interessato a conoscere giovani fanciulle italiane, voleva capire come mai non avesse incrociato una ragazza italiana nonostante viaggiasse da diversi  mesi. In Africa era difficile incontrare ragazze sole non essendo facile e sicuro girare, ma in Asia non ci sono questi problemi. Quando provavo a spiegare che non rientra nella nostra mentalità girare il mondo da soli in quanto preferiamo il viaggio organizzato
dall’agenzia oltre a parlare un’inglese piuttosto scadente, questi ragazzi non riuscivano a credermi, avendo un’idea degli italiani molto più positiva della realtà. Considerandoci un popolo simpatico e socievole non si capacitavano del fatto che non avessimo la voglia di girare il mondo. Infatti oggi è molto facile girare da soli oppure in piccoli gruppi senza l’aiuto di un’agenzia che ti organizzi il percorso, i pernottamenti, i mezzi per spostarsi. Sia internet che guide di viaggio molto pratiche e poco costose quali Routard e Lonely Planet offrono la possibilità di organizzarsi da soli e, tra l’altro, spendendo molto poco. In generale provo sempre ammirazione per questi ventenni che prendono e stanno in giro 6-12 mesi dall’altra parte del mondo. Non mi piacciono molto quando incontro alcuni di loro che, per motivi di nazionalità o d’età, si degnano con grande sforzo a salutarti. Ovviamente sarebbe ben diverso se fossi un prestante ragazzo mediterraneo di 20-25 anni. Non essendo bello e giovane alcune volte questi giovani viaggiatori sono piuttosto chiusi e non riesci a scambiare quelle due chiacchiere. Con persone più grandi è molto più facile socializzare e scambiarsi opinioni sulle esperienze di viaggio avute in passato. Alcuni viaggiatori di nazionalità tedesca, austriaca ed inglese mi è parso che selezionino le persone con cui socializzare in base alla nazionalità dell’interlocutore. Una brutta sensazione che purtroppo ho percepito in più di un’ occasione e che mi ha messo sempre di cattivo umore.

 
 
 

thailandia 1

Post n°5 pubblicato il 01 Giugno 2009 da martingore0
 

3.4. L’ altra Bangkok

Questa metropoli da dieci milioni di abitanti ti offre la possibilità di scoprire tante zone apparentemente poco interessanti agli occhi del turista in quanto prive di monumenti o di  mercati particolari. In compenso puoi dare un’occhiata alla vita quotidiana della gente che vive in queste zone e farti un’idea delle loro condizioni di vita. Se sei fortunato puoi anche trovare persone del posto che abbiano voglia di fare due chiacchiere con te se ci si trova in una zona decentrata.
Le zone che ho visitato sono state Thonburi (periferia ovest) e Nonthonburi (periferia nord). Ad ovest della città si trovano alcuni templi, la stazione degli autobus che vanno verso sud, la stazione ferroviaria. La zona non è frequentata da turisti e si caratterizza da una serie di grandi viali e da una serie di vicoli stretti, puzzolenti e una massa di gente che sbuca da ogni parte. In particolare le viuzze che portano all’imbarcadero  nei pressi della stazione  ferroviaria la massa di persone che si aggirano è tale da darti la sensazione di essere in un formicaio. Il mix di odori che ti assale associato alla sensazione di essere in mezzo alla calca non rende molto piacevole la permanenza in questa zona sebbene non ci abbia mai passato più di 2-3 ore durante il giorno. Alla sera ho preferito evitare questa parte di città.
La parte nord  mi è piaciuta di più .Innanzitutto il viaggio in battello dal centro città è molto piacevole e dura una ventina di minuti. Man mano che ti sposti verso nord i palazzi sulla riva del fiume lasciano il posto a piccole casette, alcune un po’ fatiscenti ma altre carine e ben tenute. Una volta scesi dal battello due  grandi viali portano a nord ovest ed nord est sui quali sia affacciano diversi palazzi residenziali ed alcuni uffici governativi. Da questi grandi viali si diramano alcune vie che delimitano un paio di quartieri residenziali dove si può camminare tra delle splendide ville con piscine, splendidi giardini e campi da tennis. Abituato al caos pazzesco del centro di Bangkok non sembra vero di poter ascoltare il cinguettio di uccellini in un silenzio stranissimo e splendido nello stesso tempo. Le ricordo come passeggiate quasi surreali che però sono tra i ricordi più belli di Bangkok.


 
 
 

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Post n°4 pubblicato il 01 Giugno 2009 da martingore0
 

2.6. Osama Bin Laden fan club

Incontro Alì al mercato di Kisutu nel centro di Dar es Salaam. Mi colpiscono i suoi tratti arabi e la sua maglietta con il faccione di Bin Laden. Lo fermo e gli chiedo se conosce la storia di Bin Laden e lui, dopo avermi riso in faccia, mi dice molto candidamente che Bin Laden è un suo eroe. La mia faccia deve avere un’espressione molto eloquente perché mi guarda in modo sarcastico ma desideroso di spiegarmi quanto appena affermato. Ci sediamo sul bordo di una strada adiacente il mercato per parlare con calma. Mi spiega che, pur essendo dispiaciuto per i morti delle Torri Gemelle, quell’azione è stata eroica, uno schiaffo all’arroganza occidentale. Con un po’ d’ironia mi ricorda che per lui i morti sono “danni collaterali”, definizione spesso utilizzata in Occidente. Il tono che utilizza nell‘esporre le proprie idee non è aggressivo, casomai esaltato e trionfalistico ma non sento astio nei miei confronti. Gli chiedo cosa pensi dei turisti che vengono qua in Tanzania pensando di ricevere una risposta brusca e acida. Sorprendentemente mi risponde che i turisti sono benvenuti in quanto vengono a spendere qui i loro soldi ed aiutano l’economia della nazione. Non ama molto quegli occidentali che vengono qua come businessman in quanto producono ricchezza per se stessi, ma non per la popolazione locale. Cerco di provocarlo facendogli notare che non è bello considerare gli stranieri come macchine da soldi visto che gli occidentali sono persone e non banche che camminano. Mi risponde che con tutto quello che gli occidentali hanno depredato in Africa il minimo che loro possano fare è spremere l’occidentale e ricavarne tutto il denaro possibile. Poi, con gran tranquillità mi saluta, si alza e se ne va.

 
 
 

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Post n°3 pubblicato il 31 Maggio 2009 da martingore0
 

1.2. Lavorare a 5 anni

Sophie arriva ogni sera verso le 20.00 in Tana Road, nel centro di Malindi, con una pila di pentole che porta sulla testa che ne raddoppiano l’altezza. Ogni sera gestisce con la madre un punto di cottura all’aperto che funge da ristorante. In Africa la vita si svolge principalmente sulla strada ma vedere questa bimba lavorare fino a mezzanotte ti fa’ riflettere non poco anche perché per loro sarà anche nella norma, ma per noi no. Ancora peggio è quando arrivano le 23.30 e la mamma decide di “chiudere”la cucina. Sophie ha il compito di arrotolare il “pavimento” e pulire lo spazio occupato. Sbadiglia molto, ma cosa può fare? Incrocia il mio sguardo, quando arriva nel cortile della guest house con un secchio che riempie d’acqua per pulire e lavare. Senza dire una parola alle volte mi guarda con aria triste ed assonnata. All’inizio non capivo cosa volesse poi, incrociando lo sguardo, mentre cercava di trascinare il secchio pieno d’acqua pesantissimo ho capito che sperava in un mio aiuto visto che ero seduto a far niente. Così le porto il secchio, pesante anche per me, fino a dove lei lavora. Da queste parti i bimbi che lavorano sono la norma in quanto non tutte le famiglie hanno i soldi per pagare la scuola. Meglio così piuttosto che affittata a qualche ricco europeo che viene a divertirsi con i bimbi locali. Anche quest’anno compaiono articoli legati all’abbandono scolastico motivato dai soldi che i turisti occidentali offrono ai genitori ed agli albergatori compiacenti. A quanto pare il governo sta cercando di convincere gli albergatori a non accettare clienti che si appartano con bambini locali, ma è molto difficile visto che gli albergatori perderebbero questi clienti danarosi che sono qui apposta

1.3. L’ingegnere e la commessa

Sulla strada che porta a Lamu ci sono i migliori negozi di Malindi. La gente della città spesso si apposta nelle vicinanze per sperare negli spiccioli dei turisti che fanno shopping. I prezzi sono abbastanza proibitivi per le persone del posto ed anche per i viaggiatori occidentali. Personalmente trovo interessante passare da queste parti in quanto le commesse sono simpatiche e carine e non si negano mai se entri per fare due chiacchiere e non per comprare. Qui incontro Anna, somala di 26 anni ma ormai da tanto tempo in Kenya. Quando le assicuro che sono italiano non mi crede poiché lei sostiene che i turisti che vengono a Malindi non parlano inglese. Mi consiglia di spacciarmi per tedesco oppure austriaco, nazionalità più apprezzate rispetto alla mia.
Le chiedo di raccontarmi qualcosa di lei. Qualche anno fa conosce un’ingegnere italiano in pensione che viene in Kenya 7-8 mesi all’anno lasciando a casa la sua famiglia.. Si conoscono in casa di amici comuni e l’ingegnere pare interessarsi a lei. Anna non è una gran bellezza: un po’ cicciotella e bassa. In compenso è una gran chiacchierona, simpatica e molto vitale. In effetti, è una ragazza che sembra perfetta per l’ingegnere che, a quanto dice Anna, era in cerca di una donna che gli facesse compagnia più che di una bella ragazza. Il primo giorno che le parlo mi dà l’impressione di una donna determinata che si rende conto di avere un tesoro tra le mani che non riesce a sfruttare come vorrebbe. La seconda volta che la vedo le chiedo se sia contenta del fatto che tra poco il suo ingegnere tornerà qui. Mi confida che non ha deciso se vorrà rivederlo ancora perché hanno sempre delle discussioni nel momento in cui lei gli chiede del denaro per l’intensa vita sociale diurna e notturna. Infatti, mi spiega che i 40000 scellini (400 euro circa) al mese per queste spese sono troppo pochi e che ne servirebbero almeno 70000. La vita a Nairobi è molto cara: ristoranti, parrucchieri, discoteche e club che lei vuole frequentare quotidianamente insieme alle sue amiche richiedono un bel po’ di soldi. Considerando che l’ingegnere riceve 2000 euro di pensione mensili lei non accetta solo 400 euro per le sue spese. Quando le faccio notare che i soldi che lei vorrebbe sono lo stipendio di un buon manager keniota mi risponde che stare dieci ore con lui ogni giorno vale la cifra che lei chiede. Inoltre vorrebbe che lui costruisse e le intestasse una bella casa così da poter avere in mano qualcosa quando lui morirà. Infine gradirebbe un conto corrente per lei in una banca del Kenya dove lui versi mensilmente del denaro quando è in Italia.
Mentre mi descrive queste sue richieste mi rendo conto che non sta affatto scherzando e quando le faccio notare che potrebbe accontentarsi dei 40000 che riceve mi spiega che un uomo che ne guadagna 200000 può dargliene di più senza problemi. A maggior ragione se tra 10-15 anni lui morirà visto che ormai è già vecchio.  Rimango senza parole per come lei gli abbia fatto bene i conti in tasca.





 

 
 
 

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Post n°2 pubblicato il 31 Maggio 2009 da martingore0
 

1.1. Quattro chiacchiere con un pedofilo

 Il classico uomo a caccia è un distinto occidentale, ricco e desideroso di incontrare qualche baby locale con un’età tra 8-14 anni. In Africa il sesso è qualcosa di molto diverso rispetto all’Europa perché non solo si perde la verginità precocemente (11-13 anni) ma ci sì approccia in modo più disinibito. La persona che ho di fronte è un tranquillo pensionato europeo in cerca d’avventure con ragazzine del posto. Mi guarda con aria complice e mi dice: “Sono baby, e allora qual è il problema?”
Gli faccio notare che potrebbe benissimo trovare splendide ragazze di 18-20 anni. Mi risponde che per lui sono troppo vecchie e poi pretendono l’utilizzo del preservativo e questo a lui non piace, gli dà fastidio. Mi chiede se io non abbia mai provato ad andare con una baby. Gli rispondo che a me piacciono le donne, non le bambine. Se ho dei dubbi sull’età della ragazza che vorrei corteggiare le chiedo l’età e, se necessario, la carta d’identità. Se non vuole mostrarmela o dice di non averla non voglio averci nulla a che fare. Mi risponde molto tranquillamente con in faccia un sorriso beffardo: “Non sai cosa ti perdi.”
Pazienza

 
 
 

introduzione

Ciao a tutti . mi chiamo Claudio Barletti, 38 anni, di Cusano Milanino, provincia di Milano.  Perennemente alla ricerca di un simpatico  editore o di una rivista che mi possa offrire un contratto di lavoro.

In questo blog troverete i miei appunti di viaggio a partire dal 1997 che rguardano Africa ed Asia. Più precisamente paesi quali Senegal, sr Lanka e Maldve,Kenya,Tanzania, Indonesia, Malesia, Cambogia, India,Cina,Thailandia. Ad ogni viaggio corrispondono una decina di brevi racconti inerenti i luoghi e le persone conosciute.

 
 
 
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