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« La Costituzione o un Gov...Sorpresa, scandalo: ci s... »

Etichettare di destra il salvini-Di Maio è rassicurante, ma è un errore. La realtà è molto peggio!

Post n°96 pubblicato il 20 Maggio 2018 da claudionegro50
 

 

Non condivido per niente la definizione che Martina e altri dirigenti del PD danno del presunto governo Salvini - Di Maio: "un governo delle destre". E' una reazione pavloviana di una sinistra che attinge al proprio bagaglio tradizionale per indicare come di destra, conservatore, reazionario e magari fascista tutto ciò che le si oppone. O magari è un tentativo, un po' patetico, di far appello allo spirito identitario di un mitico elettorato di sinistra che all'evocare la destra dovrebbe istintivamente mobilitarsi.

Ma al di là dei dubbi circa l'efficacia politica di questo atteggiamento, mi sembra opportuno rilevare che è proprio sbagliata la definizione di "Destra" per il governo Lega - M5S. Paradossalmente è un governo che, almeno nelle sue intenzioni, è orientato ad obiettivi che, ahimè, appartengono in gran parte all'armamentario tradizionale della sinistra.

Non è che voglia provocare i miei amici della sinistra - sinistra, né stupire con effetti speciali. Ma basta leggere il "Contratto" per rendersene conto.


Cominciamo da una chicca che neppure il miglior Vendola o Emiliano nei suoi contorcimenti è mai riuscito a partorire:

"Con riferimento all'ILVA, ci impegniamo, dopo più di trent'anni, a con-

cretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori stan-

dard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Ta-

ranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo

industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione eco-

nomica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti, per le

quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della Green

Economy e delle energie rinnovabili e sull'economia circolare".

Aria fritta, come nella tradizione della sinistra "vera" che quando non riesce a mettere assieme produzione e ambiente brancola nelle subordinate.

Poi: una bella Banca nazionalizzata (nella fattispecie MPS) che obbedisca al Governo (si sente l'eco telefonico del povero Fassino che si meravigliava: "ma allora abbiamo una banca anche noi..?"). Ma non si dimentica il popolo vessato dai banchieri, ed ecco che anche i piccoli azionisti diventano "risparmiatori espropriati". Non si capisce perché no i piccoli azionisti di una qualunque spa vada a rotoli... Ma l'avversione all'idea stessa di capitale di rischio fa capolino in questa immagine che ci parla dell'esigenza di tornare ad un mondo dove il lavoratore lavora e il capitalista mette il capitale. Il lavoratore che volesse, nel suo piccolo, investire in capitale, sarà certamente vittima del pescecane... Appartiene al bagaglio storico della Sinistra l'insofferenza per i vincoli monetari, che nel Contratto prende la forma dei "minibond" per pagare i fornitori della Pubblica Amministrazione e occhieggia qua e là nelle strizzatine d'occhio a fantasie di sterilizzazione del debito (o di parte di esso) e/o rinegoziazione dei vincoli del fiscal compact.

Lavoro: la figura mitica dell'Ufficio di Collocamento (oggi CPI, rigorosamente pubblico) è al centro. Soldi e personale per potenziarli. Tutto quanto scoperto negli ultimi 20 anni circa le Politiche Attive del Lavoro è cancellato, poichè, ohibò, si corre il rischio di dare spazio all'iniziativa privata nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, incubo da sempre delle Regioni amministrate dalla Sinistra! Poi: mettere mano al Jobs Act perché ha favorito la precarietà. Tesi del tutto infondata, ameno che si voglia alludere al ripristino dell'art.18, caro al cuore di LeU e di tutto ciò che gli sta a sinistra. Anche lo stop alla Legge Fornero soddisfa le pretese del Sindacato e di tutto ciò che sta dietro alla sua idea do previdenza sociale (assicurazione sociale o protezione sociale?)

Quanto alla Scuola: bocciata l'alternanza scuola-lavoro e la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei Presidi, come preteso dai Sindacati.

Un altro punto sul quale il Contratto è curiosamente in sintonia con la "Sinistra per la Costituzione" è quello che riguarda, vedi un po', appunto la Riforma Costituzionale: diminuire i Deputati a 400 e i Senatori a 200, ma "resterebbe ferma l'elezione diretta a suffragio universale da parte del popolo per entrambi i rami del Parlamento senza comprometterne le funzioni". Aveva ragione D'Alema: in pochi mesi la riforma costituzionale si poteva fare, pur di abbattere quella di Renzi...

E le grandi infrastrutture? Dei gasdotto e rigasificatori neanche si parla, per la gioia di Emiliano, della TAV Torino-Lione si dice che va ricontrattata, ma Di Maio ha già chiarito che non si fa più. Contenti anche I Centri Sociali..! E per una ancora maggior gioia di Emiliano Di Maio fa un po' di chiarezza circa il sibillino paragrafo sull'ILVA: si chiude, poche storie..!

Infine la Giustizia: per riguardo ai Magistrati non si affronta la questione della separazione dei ruoli, si preannuncia un po' di guerra alla prescrizione, si ridisegna il conflitto di interessi in modo tanto vago quanto adattabile a seconda delle esigenze. E con questo anche la Sinistra Giustizialista sarà contenta!

Del resto, se nel PD in molti erano pronti a sostenere un governo Di Maio non era soltanto per calcolo tattico o opportunismo ministerialista, ma probabilmente anche perché intravedevano una qualche convergenza nei programmi con i 5Stelle...


Ovvio che nel Contratto ci stanno anche cose distanti dalla Sinistra (flat tax, condono fiscale, vaccini non obbligatori, giro di vite a parole sui migranti...) ma l'etichetta di "destra" sta proprio stretta a questo programma. E' molto peggio! Etichettarlo come "destra" risponde ad una pulsione arcaica di una sinistra incapace di leggere e riclassificare le nuove realtà, esattamente come quella, ancora recentemente sollecitata da Prodi, di identificare la constituency del PD con un non ben precisato mondo di "ultimi", "esclusi", "perdenti", "deboli". La società italiana non si articola più per classi né è il Bangla Desh dove il problema centrale è la povertà. Sul terreno dell'arcaismo sociale, della paura del nuovo, della conservazione di protezioni e benefici più o meno grandi, i populisti sono assai meglio attrezzati di noi!

Il confine destra/sinistra ai tempi di Gaber era ridicolo, ai tempi di Moretti grottesco, oggi un morto che minaccia di trascinare i vivi.

 

 

 

 

 

 
 
 
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