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« Il Paese è Maduro per l...Occupazione? Per i popul... »

Clamoroso: il Prof. Tridico ha scoperto la formula per creare occupazione...

Post n°104 pubblicato il 12 Aprile 2019 da claudionegro50
 

 

Più che un governo giallo - verde un governo vintage: traspare sempre dalle dichiarazioni e dai progetti uno struggimento per ciò che è stato, il vagheggiamento di riportarlo in vita, l'attrazione per un orizzonte che sta alle spalle, la malia della decrescita felice. Tornare indietro nel tempo pare essere il rimedio ad un futuro sconosciuto (ovviamente) e quindi terrificante.

Ora è il turno di Tridico, consigliere economico di Di Maio, autore materiale del dispositivo di Reddito di Cittadinanza, e per tali meriti elevato alla Presidenza dell'INPS, di riscoprire con gioioso appagamento la ricetta, in cerca della quale avrà trascorso settimane e mesi in obliate biblioteche tra polverosi incunaboli, per creare occupazione, alla faccia del Jobs Act e della recessione; e tutto ciò, come sempre per le idee geniali, è riconducibile ad un titolo semplicissimo ed efficacissimo: LAVORARE MENO PER LAVORARE TUTTI. Era uno slogan degli anni' '70, la cui popolarità è durata solo il tempo di constatarne l'impraticabilità. Ma vediamo nel dettaglio i contenuti dell'uscita antiquaria di Tridico:

"Non ci sono riduzioni di orario da 50 anni e invece andrebbe fatta". Non è vero: i CCNL hanno ridotto l'orario contrattuale di lavoro molte volte negli ultimi 50 anni; ma anche l'orario legale è stato fissato per l'ultima volta nel 2003, compresa la possibilità di utilizzare meccanismi come la "Banca delle Ore invocata da Tridico per compensare riposi e straordinari.

Il primo passo sarà la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario per aumentare l'occupazione e incentivare la riorganizzazione produttiva delle imprese". Ma per quale mai ragione un'impresa, avendo dipendenti che lavorano meno ore, dovrebbe assumere nuovi lavoratori anziché chiedere a quelli in forza di fare un po' di straordinari (con reciproca soddisfazione...). Inoltre: si pensa davvero che, soprattutto in una fase di recessione, aumentare il costo del lavoro per ora lavorata, sia una ricetta espansiva?

"Le politiche per l'occupazione dovranno anche tener conto dell'avanzare della robotizzazione che mette a rischio i posti di lavoro". A parte il fatto che industry 4.0 se deve aspettare le politiche micragnose del governo produrrà effetti importanti solo al rallenty, la rivoluzione digitale distruggerà posti di lavoro ma ne creerà di nuovi, come è sempre accaduto in tutte le precedenti rivoluzioni industriali. La documentazione e gli studi in proposito abbondano: peccato non leggerli..! In realtà la riduzione di orario ha avuto (e ha ancora) un'efficacia soltanto difensiva, quando si tratti salvare posti di lavoro per un periodo determinato, e si realizza attraverso i contratti di solidarietà, la Cassa Integrazione, e spesso tramite il part time (volontario o no).

"Gli incrementi di produttività vanno distribuiti o con salario o con un aumento del tempo libero. Con questa riduzione aumenterebbe l'occupazione". Peccato però che la produttività del lavoro dal 1995 al 2017 sia cresciuta mediamente solo dello 0,4% annuo, contro una media europea quattro volte più alta. Soltanto nel 2017 abbiamo avuto una lieve crescita, pari allo 0,8%, ma la distanza con le principali economie europee resta enorme, e non migliora se prendiamo in considerazione la Produttività Totale dei Fattori. Il punto è che le pessime performance della produttività sono dovute ad una bassa quota di investimenti in innovazione digitale (cosa che al governo sembra importare molto meno che mandare la gente in pensione anticipata e distribuire sussidi) nonché al fatto che aumenta il numero degli occupati ma diminuiscono le ore lavorate pro capite: ossia esattamente l'obiettivo che Tridico si propone di raggiungere, e che tra l'altro è all'origine delle basse retribuzioni di cui beneficia il Paese!

Del resto la sinistra francese rimase vittima dello stesso abbaglio: al suo primo mandato Mitterrand impose per legge la riduzione di orario, ma dopo qualche tempo ci si accorse che il provvedimento non aveva creato occupazione, ma tempo libero, cosa piacevole (almeno per chi ha i soldi per goderselo...) ma ininfluente ai fini della crescita economica. Un altro piccolo esempio l'abbiamo in casa: si tratta dei Contratti di Solidarietà "Espansivi", quelli cioè in cui i lavoratori accettano di ridurre le ore lavorate, avendone un parziale risarcimento dall'INPS; in cambio di nuove assunzioni. Questo strumento è stato pochissimo utilizzato, e ha quindi avuto un impatto trascurabile sull'occupazione.

La verità è che l'occupazione non aumenta per decreto, ma con politiche ben note, che però comportano una dislocazione delle risorse molto lontana dalla scala di priorità cui, evidentemente, fa riferimento Tridico. Si tratta di intervenire sul cuneo fiscale-contributivo che grava sul lavoro (vedi i recentissimi dati dell'OCSE in merito). Di investire e agevolare gli investimenti privati in infrastrutture e soprattutto in innovazione tecnologica. Di intervenire pesantemente sull'istruzione-formazione e sui servizi al lavoro: c'è un mismatch importante tra domanda e offerta di lavoro, della quale parleremo più approfonditamente in altra occasione. Il sistema Excelsior di Unioncamere segnala un disallineamento che nel 2018 ha riguardato il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017.

Se invece si pensa di creare occupazione mandando in pensione chi lavora o pagando chi non lavora si dimostra incompetenza o interesse esclusivo e cinico ai prossimi risultati elettorali. Ma, perbacco, con la benedizione Accademica..!

 

 
 
 
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