Creato da claudionegro50 il 23/01/2012
blog di Claudio Negro

Area personale

 
 

Tag

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

 
monellaccio19amorino11cassetta2m12ps12WayambleseDesert.69dew83lost.and.foundcuorevagabondo_1962prefazione09loran5marabertowsurfinia60stufissimoassaiacer.250
 

Chi puņ scrivere sul blog

 
Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« LE FOIBE: LA STORIA COME...ALLA RICERCA DEL RIFORMI... »

COSA RISPONDE IL SINDACATO A DRAGHI?

Post n°113 pubblicato il 22 Marzo 2021 da claudionegro50
 

 

Draghi ha mostrato verso il Sindacato tutta l'attenzione e la considerazione di cui si è molto lamentata l'assenza all'epoca degli ultimi governi: un'attenzione non formale (ricordo accordi interconfederali con Berlusconi e D'Alema ricchissimi esteticamente, del tutto privi di effetti concreti) ma tutta giocata sul terreno dei problemi e delle loro soluzioni. Basti pensare all'accordo per la riforma della Pubblica Amministrazione, nel quale Draghi e Brunetta si sono pure spesi un aumento retributivo non "dovuto" e senza aver preteso prima di vedere le contropartite (apertura di credito mai vista: speriamo venga apprezzata e non presa per dabbenaggine...). O all'apertura del tavolo per la riforma globale degli Ammortizzatori Sociali. O all'adesione alla richiesta di prolungare quasi per tutto il 2021 il divieto di licenziamento. E, anche se non viene direttamente dal Governo ma dal suo socio di riferimento, alla proposta di Letta per la partecipazione dei lavoratori nelle imprese.

Mi domando se il Sindacato abbia colto la portata della novità, o se la consideri un gesto di bon ton. L'apertura del Governo significa: voglio discutere con voi per decidere. Non ho colto nelle reazioni sindacali, se non per l'apertura di Sbarra all'ipotesi di Letta, questa consapevolezza. In generale il tono delle dichiarazioni sindacali non è mutato rispetto a quello retorico, roboante, assertivo che ha caratterizzato il commento sindacale dei governi Conte. Finiti i sobri apprezzamenti per l'intesa sulla P.A. abbiamo registrato il ritorno alla solita comunicazione fatta essenzialmente di slogan: sembra che interessi di più tenere all'erta la base in uno stato di perenne pre mobilitazione, piuttosto che entrare nel merito delle questioni per risolverle. Emblematica la spettacolare dichiarazione di Landini "i lavoratori vanno vaccinati, non licenziati", grondante truculenta retorica peraltro per nulla connessa a quel che è oggi pare essere il vulnus imputato a Draghi: il condono fiscale. Da questo punto di vista è più coerente la UIL, che non esce dal tema fiscale ma, già che c'è, si porta avanti sempre in tema fiscale e pare ventilare, per la riforma, aliquote distinte per pensionati e dipendenti e gli altri contribuenti, con spregio del pericolo e della Costituzione.

Quel che accomuna le tre Organizzazioni sul giudizio circa il Decreto Sostegni, incassato come fosse dovuto il prolungamento della CIG e del divieto di licenziamento per il 2021, e senza formulare la minima proposta per il "dopo", è la drastica denuncia del "condono": "Il messaggio politico che ha dato questo governo resta quello di voler elargire un premio a chi non ha pagato le tasse" sentenzia Bombardieri. Né questo drastico giudizio viene scalfito da tutte le considerazioni e i conti che dimostrano come il 90% di quei debiti fiscali siano inesigibili perché riconducibili a soggetti morti, falliti, insolvibili, ecc. D'altra parte, il principio di capacità contributiva, stabilito dalla Costituzione, esige che questa esista al momento di pagare il tributo. La richiesta di pagare adesso ciò che il fisco doveva richiedere dieci anni fa comporta il riferimento a una capacità contributiva che può non esserci più. Del resto si tratta di piccoli debiti (bolli dell'auto, multe, ecc.) non certo di grandi evasori. Ma ciò non interessa al Sindacato: ciò che si pretendeva era il marchio d'infamia formale (che poi i soldi si recuperassero o no poco interessava). E questo metro di misura è ormai sempre più utilizzato: declamare questioni di principio atte a suscitare facile condivisione, evitare di fare concertazione vera, in cui qualcosa bisogna mollare e qualcuno viene inevitabilmente scontentato. Vedremo come andrà per la P.A., mentre stiamo registrando spazientimenti per il PNNR, per il quale peraltro, salvo qualche sparata rivendicativa, ancora non si registra un contributo serio di proposte.

Se il Sindacato non cambia atteggiamento e approccio è forte il rischio che perda quest'occasione per diventare coprotagonista di una svolta storica del Paese. E potrebbe essere l'ultima...

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963