Creato da claudionegro50 il 23/01/2012
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Messaggi di Maggio 2018

 

Sorpresa, scandalo: ci stanno dicendo che siamo responsabili di come abbiamo votato..!

Post n°97 pubblicato il 30 Maggio 2018 da claudionegro50
 

 

Session di scandalo per le dichiarazioni del Commissario Europeo al Bilancio, Oettinger, il quale avrebbe detto che "i mercati insegneranno agi italiani a votare nel modo giusto". A parte il fatto che la pubblicazione della registrazione dell'intervista ha dimostrato come il tono non fosse intimidatorio come i media lo hanno diffuso in Italia, e al netto del fatto che chi è in condizioni di influenzare con le proprie parole persone, dinamiche sociali ed economiche dovrebbe pesare attentamente quello che dice (guardate i danni provocati dalle stupidaggini stentoree sbraitate da Salvini e Di Maio), trovo francamente esatta e lapalissiana l'affermazione di Oettinger, ancorchè poco simpatica.

Pensiamoci: qualunque azione in una società complessa e plurale produce effetti anche su chi non ha compiuto l'azione; tanto più se l'azione è un voto che determina le scelte politiche ed economiche di un Paese grande e di peso qual'è l'Italia nell'Unione Europea. Le scelte del Governo provocano effetti su tutte le Banche che hanno prestato soldi allo Stato italiano, su chi ha investito capitali in Italia, su chi ritiene che comprare titoli di stato italiani(cioè prestare soldi all'Italia) sarebbe un buon affare. Se chi ha già comprato titoli di stato vede che i suoi titoli valgono meno, se chi ha investito o vuole investire in Italia si accorge che non è più conveniente, se poi viene evocata la possibilità di un'uscita dall'Euro, con conseguente svalutazione di tutti i capitali investiti da noi, è naturale che tutti costoro cerchino di vendere (al ribasso, se non chi li compera...) gli investimenti italiani e si tengano alla larga da fare nuovi investimenti. E, attenzione, non parliamo di perfidi speculatori stranieri o della finanza giudaica internazionale (che certamente verrà evocata, come fu da Bossi durante la crisi del primo governo Berlusconi), ma di normalissimi investitori italiani: le Banche che hanno in pancia milioni di Titoli di Stato che si svalutano, Fondi di Investimento che amministrano i risparmi di milioni di cittadini...

Non c'è nessun complotto degli gnomi di Zurigo, nessuna trama delle Cancellerie: è semplicemente che se cominci a dire che potresti non onorare il debito pubblico, tutto o in parte, che per pagare i fornitori emetterai dei mini-bond ad hoc, che potresti anche uscire dall'Euro, è chiaro che chiunque ha degli interessi economici in Italia si preoccupa e magari scappa.

E' curioso che ci si indigni perché qualcuno ti ricorda che tutto ciò è provocato dal fatto che i Partiti più votati hanno sostenuto appunto queste tesi: il voto produce effetti, stupirsene è tragicomico! Sembra di sentire l'obiezione: ma allora il voto non è più libero..!

La sgarbata affermazione di Oettinger ha il merito, oltre a quello di ribadire un'ovvietà, di mettere a fuoco il pessimo rapporto che gran parte degli italiani ha con la politica: le elezioni sono l'occasione per sfogare le frustrazioni, proseguire i comizi da bar, vendicarsi di chi sta sulle palle, partecipare ad un grosso gioco sociale. Delle conseguenze del voto non vogliono responsabilità. Probabilmente nessuno di loro affiderebbe a Di Maio o Salvini la gestione dei propri risparmi, ma la gestione del Paese sì. Perchè tanto il Paese è "altro", un dispenser di assistenze, del quale non si sentono responsabili.

Forse anche la vittoria elettorale di forze politiche che propugnano l'incompetenza come valore democratico ha creato qualche perplessità, in giro per l'Europa.

Ma alla fine questa vicenda dimostra quanto ripugni a buona parte degli Italiani il principio di responsabilità delle proprie azioni, come peraltro si può constatare quotidianamente in tutti gli aspetti della vita civile. E questo non è colpa dei Tedeschi...

 

 

 

 

 
 
 

Etichettare di destra il salvini-Di Maio č rassicurante, ma č un errore. La realtą č molto peggio!

Post n°96 pubblicato il 20 Maggio 2018 da claudionegro50
 

 

Non condivido per niente la definizione che Martina e altri dirigenti del PD danno del presunto governo Salvini - Di Maio: "un governo delle destre". E' una reazione pavloviana di una sinistra che attinge al proprio bagaglio tradizionale per indicare come di destra, conservatore, reazionario e magari fascista tutto ciò che le si oppone. O magari è un tentativo, un po' patetico, di far appello allo spirito identitario di un mitico elettorato di sinistra che all'evocare la destra dovrebbe istintivamente mobilitarsi.

Ma al di là dei dubbi circa l'efficacia politica di questo atteggiamento, mi sembra opportuno rilevare che è proprio sbagliata la definizione di "Destra" per il governo Lega - M5S. Paradossalmente è un governo che, almeno nelle sue intenzioni, è orientato ad obiettivi che, ahimè, appartengono in gran parte all'armamentario tradizionale della sinistra.

Non è che voglia provocare i miei amici della sinistra - sinistra, né stupire con effetti speciali. Ma basta leggere il "Contratto" per rendersene conto.


Cominciamo da una chicca che neppure il miglior Vendola o Emiliano nei suoi contorcimenti è mai riuscito a partorire:

"Con riferimento all'ILVA, ci impegniamo, dopo più di trent'anni, a con-

cretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori stan-

dard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Ta-

ranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo

industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione eco-

nomica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti, per le

quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della Green

Economy e delle energie rinnovabili e sull'economia circolare".

Aria fritta, come nella tradizione della sinistra "vera" che quando non riesce a mettere assieme produzione e ambiente brancola nelle subordinate.

Poi: una bella Banca nazionalizzata (nella fattispecie MPS) che obbedisca al Governo (si sente l'eco telefonico del povero Fassino che si meravigliava: "ma allora abbiamo una banca anche noi..?"). Ma non si dimentica il popolo vessato dai banchieri, ed ecco che anche i piccoli azionisti diventano "risparmiatori espropriati". Non si capisce perché no i piccoli azionisti di una qualunque spa vada a rotoli... Ma l'avversione all'idea stessa di capitale di rischio fa capolino in questa immagine che ci parla dell'esigenza di tornare ad un mondo dove il lavoratore lavora e il capitalista mette il capitale. Il lavoratore che volesse, nel suo piccolo, investire in capitale, sarà certamente vittima del pescecane... Appartiene al bagaglio storico della Sinistra l'insofferenza per i vincoli monetari, che nel Contratto prende la forma dei "minibond" per pagare i fornitori della Pubblica Amministrazione e occhieggia qua e là nelle strizzatine d'occhio a fantasie di sterilizzazione del debito (o di parte di esso) e/o rinegoziazione dei vincoli del fiscal compact.

Lavoro: la figura mitica dell'Ufficio di Collocamento (oggi CPI, rigorosamente pubblico) è al centro. Soldi e personale per potenziarli. Tutto quanto scoperto negli ultimi 20 anni circa le Politiche Attive del Lavoro è cancellato, poichè, ohibò, si corre il rischio di dare spazio all'iniziativa privata nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, incubo da sempre delle Regioni amministrate dalla Sinistra! Poi: mettere mano al Jobs Act perché ha favorito la precarietà. Tesi del tutto infondata, ameno che si voglia alludere al ripristino dell'art.18, caro al cuore di LeU e di tutto ciò che gli sta a sinistra. Anche lo stop alla Legge Fornero soddisfa le pretese del Sindacato e di tutto ciò che sta dietro alla sua idea do previdenza sociale (assicurazione sociale o protezione sociale?)

Quanto alla Scuola: bocciata l'alternanza scuola-lavoro e la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei Presidi, come preteso dai Sindacati.

Un altro punto sul quale il Contratto è curiosamente in sintonia con la "Sinistra per la Costituzione" è quello che riguarda, vedi un po', appunto la Riforma Costituzionale: diminuire i Deputati a 400 e i Senatori a 200, ma "resterebbe ferma l'elezione diretta a suffragio universale da parte del popolo per entrambi i rami del Parlamento senza comprometterne le funzioni". Aveva ragione D'Alema: in pochi mesi la riforma costituzionale si poteva fare, pur di abbattere quella di Renzi...

E le grandi infrastrutture? Dei gasdotto e rigasificatori neanche si parla, per la gioia di Emiliano, della TAV Torino-Lione si dice che va ricontrattata, ma Di Maio ha già chiarito che non si fa più. Contenti anche I Centri Sociali..! E per una ancora maggior gioia di Emiliano Di Maio fa un po' di chiarezza circa il sibillino paragrafo sull'ILVA: si chiude, poche storie..!

Infine la Giustizia: per riguardo ai Magistrati non si affronta la questione della separazione dei ruoli, si preannuncia un po' di guerra alla prescrizione, si ridisegna il conflitto di interessi in modo tanto vago quanto adattabile a seconda delle esigenze. E con questo anche la Sinistra Giustizialista sarà contenta!

Del resto, se nel PD in molti erano pronti a sostenere un governo Di Maio non era soltanto per calcolo tattico o opportunismo ministerialista, ma probabilmente anche perché intravedevano una qualche convergenza nei programmi con i 5Stelle...


Ovvio che nel Contratto ci stanno anche cose distanti dalla Sinistra (flat tax, condono fiscale, vaccini non obbligatori, giro di vite a parole sui migranti...) ma l'etichetta di "destra" sta proprio stretta a questo programma. E' molto peggio! Etichettarlo come "destra" risponde ad una pulsione arcaica di una sinistra incapace di leggere e riclassificare le nuove realtà, esattamente come quella, ancora recentemente sollecitata da Prodi, di identificare la constituency del PD con un non ben precisato mondo di "ultimi", "esclusi", "perdenti", "deboli". La società italiana non si articola più per classi né è il Bangla Desh dove il problema centrale è la povertà. Sul terreno dell'arcaismo sociale, della paura del nuovo, della conservazione di protezioni e benefici più o meno grandi, i populisti sono assai meglio attrezzati di noi!

Il confine destra/sinistra ai tempi di Gaber era ridicolo, ai tempi di Moretti grottesco, oggi un morto che minaccia di trascinare i vivi.

 

 

 

 

 

 
 
 

La Costituzione o un Governo IKEA?

Post n°95 pubblicato il 17 Maggio 2018 da claudionegro50
 

 

Il “Contratto di Governo” richiederà una disanima puntuale, anche per evitare banalità e pregiudizi. Ma qualche aspetto importante dal punto di vista politico e della visione istituzionale, attinente quindi alla ragione al modo di essere dello Stato, mi sembra significativo fin d’ora.

Potrebbe sembrare buffo o insolito tradurre un normalissimo accordo di governo in un “contratto”. Non per l’implicito significato vincolante dell’accordo (in Germania da sempre i governi di coalizione si basano su un programma condiviso e vincolante) ma per le modalità attraverso le quali si realizza: un contratto tra soggetti privati depositato presso un notaio, che contempla addirittura una sede di conciliazione delle controversie. E’ ovvio pensare che questo approccio derivi dalla cultura istituzionale dei 5 Stelle, ossia da quella della Casaleggio Associati, incapace di pensare altra forma relazionale che quella del diritto societario, come peraltro ben si comprende se si considerano i vincoli che legano alla Casaleggio gli eletti del Movimento, che alla fine alla Casaleggio rispondono sotto pena di sanzioni pecuniarie e le prerogative della Casaleggio stessa in materia di contrasti politici all’interno del Movimento. Che il Governo della Repubblica sia ridotto ad un contratto tra privati, esigibile secondo le regole del diritto privato, esautora nella sostanza il Parlamento, e fa luce sulla cultura politica di chi lo sottoscrive, incapace di distinguere tra processi politici e attività privata, e portato a sovrapporre la seconda ai primi, considerati corrotti o almeno obsoleti. Occhio: è un approccio al governo della cosa pubblica che, maturato sulle tovaglie di carta della pizzeria o davanti alla birretta del bar, ritiene necessario portare i processi decisionali sempre più fuori dalle istituzioni elettive e sempre più dentro le istituzioni di natura giuridica. Non lo pensano i difensori della Costituzione più bella del mondo, paladini del rigoroso contrappeso tra poteri e istituzioni?

I cittadini elettori devono poter eleggere chi li governa, strillavano gli autori del Contratto prima delle elezioni (e dopo aver affossato col voto referendario la possibilità di una legge elettorale che effettivamente lo consentisse). Solo che adesso chi ci governerà è un mistero custodito gelosamente tra due persone. Alla faccia del basta agli accordi stretti in stanze oscure, della trasparenza, dello streaming!

Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile” recita l’art. 95 della bellissima Costituzione. In sostanza: l’elettorato non sceglie affatto chi ci governerà; lo scelgono Salvini e Di Maio. E governerà attuando il Contratto. Se cicca, è sempre pronto il Comitato di Conciliazione, o alla peggio arriva Casaleggio.

Si tratta, penso, di “Costituzione Materiale”, come si diceva negli anni passati quando la si voleva eludere senza metterla in discussione. Oppure, mettiamola così: è un Governo Fai Da te. Speriamo ci sia il Follow Me dell'IKEA.

 

 
 
 
 
 

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