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Lettera a Gozzano

Post n°387 pubblicato il 07 Maggio 2009 da clodclod

.

.

Piccole cose di pessimo gusto

( Lettera a Gozzano. Ma non avevo di meglio da fare?)

.

Guido,

rimembri ancor quando beltà splendea

negli occhi miei ridenti e fuggitivi?

Tu, mesto, dal libro  di scuola le tue poesie mi offrivi,

che mi ricordavan talvolta Guccini…

(Là dove  ei parlando venìa

 di ‘stoviglie color nostalgia’…)

E leggendo e studiando evadevo dalla stanza,

e con gli occhi del pensier  

Loreto impagliato e il busto dell’Alfieri

immaginavo in quel salotto di ieri,

quello di nonna Speranza…

E poi altri oggetti delle morte stagioni  

vedevo nelle sale polverose dei solai,

conservati in   odor di cose morte,

ove per poco il cor non si sconforte…

Ma sonavan  tuttavia queste  quiete poesie

- e le altre dintorno - della tua lieve ironia .

 

E gli oggetti di chincaglieria senza stile,

da Loreto al busto,

 

diventavano ( sorridendo ) ‘ piccole cose di pessimo gusto’.

Io gli studi talor lasciando e le sudate carte,

nella mia mente malata e acerba

immaginavo colazion nell’erba con tanti formichini

infiltrati ahimè nei miei panini…

Era così la mia breve ironia

 

sulle ‘piccole cose’ della tua poesia …

.

.

Oggi, Guido, benché il mio parlar sia indarno

in questo tempo ancor crepuscolare,

mi chiedo se potrebber tue parole di poesia

trovar terreno ancor per piccolezze e ironia…

Di quel vago avvenir che in mente avevo

vedo realizzate molte grandi cose. Grandi,

e , o sventura, o sventura!

a danno dell’uomo e di natura!!

l’industria , grande, appesta l’aria

ed il cemento sovra li campi trionfa ed esulta,

sì ch’a guardarli s’indurisce il core.

E le piccole cose di pessimo gusto?

Ce n’è, ce ne sono  forse alcune  nel Crepuscolo.

C’è il cerone per le rughe dell’uomo assai in vista,

il suo capello finto dipinto da un’artista,

c’è il piccolo gossip quotidiano che non serve a niente.

E non c’è sempre libertà di  ironia

in quest’età decadente…

 

 

.

 .

 
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