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L'onda è il mare

Viaggio del cuore e della mente

 

 

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Pagine di diario

Post n°193 pubblicato il 16 Giugno 2017 da coluci
 

AMORE PLATONICO
giocare all'amore

Il primo bacio non viene baciato dalle labbra bensì dagli occhi.
Bernhardt

Amore... egli indugia tra i fiori, poiché Amore non resta dove non v'è cosa in fiore o che sia avvizzita, sia essa corpo o anima o altro, ma dove tutto è fiorito e olezzante, là si posa e dimora...

... solo a chi ama è concesso, quando giura e poi non mantiene il giuramento, di ottenere il perdono degli dei perché, a quanto si dice, in amore non c'è giuramento che valga...
Platone, Simposio

Vi sono amori che alla lunga si squagliano, finiscono, svaniscono nel nulla, oppure sopravvivono unicamente nell'immaginario: i cosiddetti AMORI PLATONICI. Amori angelicati. Amori idilliaci, immaginifici. Senza coinvolgimento sensuale.

La letteratura ha celebri esempi: Beatrice e Dante, Laura e Petrarca, Silvia e Leopardi.

Sentimento amoroso romantico che occupa la mente in ogni momento, fatto di emozioni, sensazioni, sogni, sguardi, parole, foto, sms, whatsapp ... e lì si ferma.
Amore virtuale, aereo, immaginario, esangue, salvaguardato dalla distanza fisica.
Chimerico, utopico, idealista. Che non disturbi eccessivamente l'intimità, soprattutto il cuore.

Amore che si prende la licenza di essere in fase di innamoramento perenne. Gode dell'impressione di essere innamorati.
Il gioco dell'innamoramento.

Mai espresso significativamente in gesti, mai agito. Un amore lontano dalle passioni terrene.

PAURA della compromissione, PAURA del proprio corpo, PAURA della propria nudità, PAURA della propria identità? PAURA di abbandonarsi all'amore.

Un amore senza coinvolgimento espressivo è destinato a non aver futuro.

Ma, perché "amore platonico"?

Il riferimento è ad uno dei Dialoghi di Platone, Symposium (anche Convito, Convivio) dove il filosofo in una specie di agone oratorio espone la sua teoria su Eros, Amore.

Un gruppo di amici, tra cui Eressimaco (il medico), Socrate, Pausania, Fedro e altri amici si trovano per una cena in casa di Agatone. Decidono di dialogare su Eros, Amore.

Ne escono spaccati diversificati e interessanti (per esempio, sulla bellezza, sul bene, sul desiderio, sulla ricerca di immortalità, sulle modalità multiformi degli amanti...) attorno al tema in discussione: alcuni di origine mitologica, altri di costume, tutti ascrivibili alla concezione filosofica di Platone, per la quale il reale, la fisicità non sono che volgare ombra delle essenze autentiche, universali, eterne dei modelli ideali, le idee, che abitano il sopramondo, l'iperuranio.

Materialità, corporeità, fisicità non sono che infinite forme imperfette delle Idee Perfette, modellate dal divino artista, il Demiurgo.

Per cui il percorso conoscitivo, esperienziale, AMOROSO, deve superare l'illusoria, ingannevole materialità del contatto fisico, dei sensi ed elevarsi nella contemplazione delle Idee.

Lo stimolo è Eros (amore), che trascura le bellezze particolari per assurgere alla visione dell'unica, eterna Bellezza, il Bene.

Non è che Platone neghi che Amore sia anche espressione corporea, ma lì non si deve fermare per innalzarsi verso l'amore spirituale, universale.

Questo secondo aspetto, che è più consono al suo impianto filosofico, chiaramente lo predilige. E, Socrate, nel dibattito lo dirà chiaramente per bocca di Diotima: "la bellezza spirituale ha pregi assai maggiori di quella fisica", dando ad intendere che il corpo, la sessualità, l'erotismo, la passione intorbidiscano l'anima, i sentimenti veri e profondi.
Dualismo che nel corso dei secoli segnerà la concezione occidentale-cristiana: Anima e Corpo.

Ricordiamo Dante: "amor, ch'a nullo amato amar perdona", recita Francesca per giustificare il suo amore per Paolo, fratello del marito.
E Dante, dove la mette? All'Inferno.
Se l'avesse amato solo spiritualmente il suo destino sarebbe mutato.

Ma, tornando a noi, se l'amore tra due persone non impasta il legame amoroso, fatto sì di slancio interiore, ma anche di scambio sensuale, tattile, prima o poi sfuma e svanisce.

Perdersi nel mondo dell'incanto, dell'utopico, dell'illusorio, dell'inattuabile, flirtare romanticamente può essere di sollievo e sostegno in certe fasi della vita, ma alla lunga lascia insoddisfatti e, alla fine, sfianca.
Rimane AMORE PLATONICO.

 
 
 
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