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LA PAZZA CON LA VIOLETTA
postilla alla bruttezza egocentrica
(Agnes)
"Si disse: quando un giorno l'assalto della bruttezza fosse diventato del tutto insostenibile, si sarebbe comprata dal fioraio una violetta, una sola violetta, quello stelo delicato col suo minuscolo fiorellino, sarebbe uscita in strada e tenendolo davanti al viso l'avrebbe fissato spasmodicamente, per vedere solo quello, per vederlo come fosse l'ultima cosa che voleva conservare, per se stessa e per i suoi occhi, di un mondo che aveva ormai smesso di amare. Sarebbe andata così per le strade di Parigi, la gente presto avrebbe cominciato a conoscerla, i bambini l'avrebbero rincorsa, derisa, le avrebbero tirato oggetti addosso e tutta Parigi l'avrebbe chiamata: la pazza con la violetta..."
Milan Kundera, da L'immortalità, 1990.
Non se ne può più di inconsistenza, di egocentrismo.
Ognuno si crede il TUTTO.
L'IO che vuol divorarsi il NOI.
Questo IO famelico che si gonfia ridicolmente e ruba la scena ad ogni pluralità.
Il contenuto, tutto bianco o nero, nulla di sfumato.
Lo riscontriamo in primo luogo nel protagonista della scena domestica: il grande comunicatore, quel marchingegno inanimato che si anima e ci parla del mondo intero.
A chi, che cosa sarà funzionale a chi, a che cosa?
Al teatrino o agli attori?
Quali valori? I contenuti o la patina scenica, le fattezze genuine o la cosmesi, il reale possibile o l'effetto speciale?
Non c'è dibattito, interpersonale, di gruppo, televisivo, talk show (il teatrino della parola!) in cui si abbia l'onestà se non l'umiltà di riconoscere una parvenza di verità nell'interlocutore.
No, l'Altro va distrutto, questa la legge dell'arroganza.
Un'ideuzza, partorita dall'ignoranza o da luoghi comuni, viene riciclata e venduta come Logos.
Cicaleccio, paroloni infondati, retorica gratuita, frasi senza capo né coda, proclamati come Oratio ciceroniana.
Sorrisetti furbi, sventolìo della testa come diniego, finto ascolto, gestualità ben studiata e mirata per il consenso: tutto funzionale al proprio narcisismo e dogmatismo discorsivo, nonché a salvaguardia del proprio interesse economico e professionale.
Rientrano in questa categoria di facciata oramai anche alcuni ben noti giovani giornalisti di parte (parte negata, come da consuetudine, perché la parte supporrebbe un NOI, mentre è il loro IO che deve spiccare!).
Ma si sa, meno si è veri, attenti e interessati ai bisogni degli altri, più si è ossessionati dalla propria faccia.
Tutti a pontificare.
Minaccia o promessa, il FUTURO?
Voglio continuare a sognare un mondo abbellito dalla follia di donne e uomini che abbiano il coraggio di uscire per strada stringendo in mano un minuscolo fiorellino, una violetta.
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