Post n°67 pubblicato il 18 Agosto 2007 da jinny1978
25 Mag, 2005 at 11:30 AM |
Il
dottor Ryke Geer Hamer è nato nel 1935 in Germania. A 18
anni ha iniziato gli studi di medicina e
teologia all'università di Tubinger come il più giovane dottore
in Germania. A 24 anni ha superato l'esame
di stato a Marbug e, dopo aver praticato due anni in qualità
d'assistente e conseguito il dottorato, ha ricevuto nel 1961
l'abilitazione a praticare come medico. Successivamente si è
laureato anche in fisica e in teologia.
Seguirono diversi anni
d'intensa attività nelle cliniche universitarie di Tubinger e
Heidelberg. Nel 1972 Hamer conseguì la specializzazione in medicina
interna e iniziò ad occuparsi quale primario in ginecologia di
molti malati di cancro. Parallelamente coltivava un hobby molto
particolare: quello dell'inventore.
A
lui si devono l'invenzione dello scalpello a taglio atraumatico
utilizzato in chirurgia plastica, con lama 20 volte più sottile
di quella di un rasoio, della sega speciale per ossa utilizzata
in chirurgia plastica, del lettino da massaggio che si adatta
automaticamente alla forma del corpo, come pure di un
apparecchio per la transcutanea del siero.
Nel 1976 il dottor Hamer, con la moglie ed i suoi quattro figli,
volle ritirarsi in Italia, per curare gratuitamente i malati nei
quartieri più poveri, dal momento che i brevetti depositati
delle sue invenzioni gli permettevano un reddito sufficiente. Il
18 agosto 1978, alle tre del mattino il principe Vittorio
Emanuele di Savoia sparò nel pressi
dell'isola Cavallo al figlio del dottor Hamer, Dirk, che stava
dormendo in barca.
Per più di tre mesi Dirk lottò tra la vita
e la morte e alla fine il 7 dicembre morì. Questa perdita
inaspettata cambiò la vita del dottor Hamer e della sua
famiglia.
Poco dopo la morte di suo figlio infatti si ammalò di
cancro ai testicoli. Lavorando come primario in ginecologia
nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli venne il
dubbio che la sua malattia potesse essere in rapporto allo choc
della morte di suo figlio e quindi che il suo tumore al
testicolo non fosse scaturito da una "cellula
impazzita", ma dovesse essere in relazione al cervello.
Chiese ai suoi pazienti se anch'essi avessero vissuto un
avvenimento terribile e scoprì che tutti, in effetti, avevano
subito un evento traumatico prima di ammalarsi.
Nell'ottobre 1981, quando volle portare la sua scoperta ad una
conferenza medica, Hamer fu richiamato dal direttore
della clinica e posto davanti alla scelta di negare le sue
scoperte o di lasciare la clinica. Non potendo certo rinnegare i
dati da lui raccolti e verificati, conscio dell'immenso
potenziale di beneficio per tutti i pazienti contenuto nelle sue
scoperte, decide, suo malgrado di lasciare la clinica.
Prima di
partire riuscì a raccogliere i dati di tutti i suoi pazienti
affetti da cancro ed i relativi risultati. Egli presentò quindi
la sua ricerca all'università di Tubinger e Heidelberg, dove
insegnava da diversi anni, allo scopo di verificare la
fondatezza delle sue scoperte a livello universitario.
Pochi
mesi dopo i decani dell'università respinsero in circostanze
misteriose le sue teorie sulla correlazione tra cancro e psiche,
senza nemmeno verificarne l'esattezza.
Incurante delle opposizioni nazionale ed internazionali (è
stato radiato dall'albo dei medici in Germania), degli
attentati alla sua vita, dei 67 tentativi d'internamento
psichiatrico forzato e alle campagne mediatiche calunniatrici,
Hamer, dal canto suo, ha continuato l'assidua ricerca e
verifica delle leggi biologiche da lui scoperte, indagato su più
di 30.000 pazienti e verificato in ogni caso l'esatta
corrispondenza e fondatezza delle sue scoperte.
Infine, l'11 settembre 1998, presso l'istituto oncologico S.
Elisabetta a Bratislava e il dipartimento oncologico di Trnava
si è proceduto alla verifica delle cinque leggi biologiche
della Nuova Medicina a livello universitario, trovandole
perfettamente confermate. Attualmente vive in condizione di
quasi clandestinità vicino a Malaga, in Spagna. Nei giorni
scorsi (ottobre 2001) ha ricevuto in Francia, in un processo
d'appello, l'ennesima condanna per "abuso della professione
medica": cinque anni. |
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