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http://it.youtube.com/watch?v=AglqtuBLXho&feature=PlayList&p=70242B42F78F2D7C&index=0

Venerdì in Piazza San Carlo di Torino, Beppe Grillo ha spiegato ai 120.000 presenti (compreso il sottoscritto) che il potere vive grazie al controllo dei media.

Le banche, la Confindustria, Mediaset e i Partiti usano le televisioni e i giornali per fare propaganda, assumono i direttori dei giornali come fossero addetti dell’ufficio stampa.

I politici senza gli studi televisivi ritornerebbero al nulla dal quale provengono. In sostanza un'apparato di controllo sulla società che impedisce, di fatto, che le scelte siano veramente libere...

Nulla sulla morte di Borsellino, sull’Italicus, su Ustica, su Piazza Fontana, sulla stazione di Bologna, sulle bombe di Brescia, su Aldo Moro.

Il cittadino non sa nulla sulla sua vera realtà economica e su un debito pubblico di 1630 miliardi di euro che ci sta trascinando a fondo, all’Argentina.

 Un Paese cieco sulle cause delle stragi sul lavoro, sul precariato, sulla cementificazione, sugli inceneritori, sul Sud consegnato alle mafie.

Anche nel piccolo, nella cittadina dove vivo, l'identità è una totale inerzia e inettitudine, l'unico ruolo agibile è essere amico di qualcuno appartenente ai circoli degli amici del partito-clientela, una specie di "sdoganamento," il tramite obbligatorio, di qualunque cosa nella cittadina si possa muovere... In realtà tutto è nelle mani del vecchio sistema delle magiche "triadi" ( Costruttori/affaristi, Banche, Amministrazione).

I giochi sono sempre i soliti, e come ha ricordato Grillo i poteri massonici e mafiosi non sono solo in certi territori; se ci fosse un'informazione vera che scuotesse le coscienze questa gente che trama nell'ombra, non avrebbe vita facile. Ma il giornalista o il consigliere che "parla fuori dal coro", rischia di attirarsi addosso strali infuocati e viene messo al bando.

Ho sempre cercato con le mie modeste forze di avvicinarmi, con ogni sforzo, con l'istinto e il sentimento a quelle forme della verità che sento come artista, un sentire profondo.....

Ci sono giornate di questa primavera, in cui Torino assume l'aspetto di una piccola Parigi, ho un grande amore per la mia città, ma qualcosa stà cambiando, si vive male, vogliono costruire il "garttacielo della grande banca" quasi in centro.

 Rovinerebbe per sempre la suggestione di "Città del barocco e liberty" il suo aspetto esoterico, la sua architettura.. Più mi guardo intorno e più vorrei guardare altrove.......

Il mio desiderio sarebbe quello di andarmene, andarmene dall'Italia, me ne andrei non tanto per fare nuove esperienze, quanto perché in Italia, tutto mi fa schifo!

Forse il desiderio di far fagotto è solo il frutto della mia fantasia, forse devo ancora sperare in un comico graffiante come Grillo per mettere in moto un cabiamento in direzione di una nuova societrà, anzi per dirla come il filosofo Herbert Marcuse una "società come opera d'arte", ovvero una società più autentica, veramente libera, dominata dalla fantasia e dall'arte come dimensione fondamentale di ogni forma di convivenza.

Utopia? Ma le utopie muovono la storia.