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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari
Buongiorno da FabianaGiallosole ...voglio bene a te che mi cerchi senza condizione ma piena di emozione. Una luce che diventa un sole (Antropoetico)
NON SMETTIAMO DI FARCI SENTIRE!!!Ricordate: Non smettiamo di farci sentire!
Cari amici la nostra "guerra" non è ancora finita. Stiamo ancora lottando per mantenere il nostro posto di lavoro: facciamolo insieme con energia, solarità e fede. La vita è fatta di tante battaglie, delusioni e vittorie, ma è sempre degna di essere vissuta. Coraggio. Mille raggi di sole per voi. FabianaGiallosole Inno Alla Vita -Madre Teresa Di Calcutta - (clicca sul titolo) AI LETTORI DEL BLOGAi lettori del blog
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FabianaGiallosole POST PUBBLICATI OGGI
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Messaggi del 26/03/2015
Post n°3312 pubblicato il 26 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Riforma
Da “Il Fatto Quotidiano"
Riforma della scuola, il miraclo di Renzi: tutte le sigle sindacali unite contro di lui
Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda si sono incontrati a Roma per preparare insieme una battaglia contro l’idea di scuola del Governo. Per una volta tutti insieme, pronti da subito al blocco delle attività aggiuntive all’insegnamento come gite e i progetti didattici
Sulla scuola Matteo Renzi un miracolo l’ha fatto: quello di riunificare i sindacati contro il ddl che sta per essere discusso al Parlamento. Mercoledì mattina rappresentanti di Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda si sono incontrati a Roma per preparare insieme una battaglia contro l’idea di scuola del Governo. Per una volta tutti insieme, pronti da subito al blocco delle attività aggiuntive all’insegnamento ovvero le gite e i progetti didattici; decisi a promuovere una serie di manifestazioni in tutte le città italiane nelle prossime settimane e convinti a valutare anche il blocco degli scrutini qualora non fossero accolte le proposte avanzate. Domenico Pantaleo, Francesco Scrima, Massimo Di Menna, Marco Paolo Nigi e Rino Di Meglio con oltre 400 delegati Rsu arrivati da tutt’Italia, hanno incontrato i rappresentanti delle forze politiche: per il Partito Democratico era presente la senatrice Francesca Puglisi; per Sel l’onorevole GianCarlo Giordano, per il Movimento 5 Stelle l’onorevole Silvia Chimienti e Laura Marsilio per Fratelli d’Italia.
Era da tempo che non si vedevano le cinque organizzazioni sindacali sedute allo stesso tavolo e decise ad andare fino in fondo. Tre le questioni prioritarie. La prima, la stabilizzazione del lavoro: “La questione dei precari – ha detto Rino Di Meglio – va stralciata dal disegno di legge, e affrontata con un serio piano pluriennale di stabilizzazione; su questo tutti i segretari ritorneranno a dare battaglia. Non si deve lasciare fuori nessuno, tantomeno i grandi assenti di questo piano, gli Ata”. Soluzioni, secondo i sindacati, vanno trovate anche per i precari idonei al concorso e con 36 mesi senza abilitazione.
La seconda questione ritenuta prioritaria dai segretari è legata al potere che il ddl dà al dirigente. I cinque ritengono inaccettabile affidare al preside la chiamata diretta dei docenti e l’attribuzione del salario legato alla premialità.
Soddisfatto Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil: “Renzi è riuscito a riunificare il sindacato ma soprattutto le persone visto il numero dei partecipanti all’incontro di ieri mattina. Staremo a vedere che accade in Parlamento ma non possiamo transigere su alcune questioni. Le assunzioni vanno attuate con una legislazione d’urgenza. Inoltre l’idea di legare il lavoro ai 36 mesi di servizio non è tollerabile. Chiediamo che il concorso sia spostato nel tempo, che venga mantenuto il doppio canale per l’assunzione e che vi sia un piano pluriennale di immissione per tutti. Inoltre il dirigente deve tornare ad avere un ruolo organizzativo, i poteri previsti nel disegno di legge vanno ridimensionati”.
Post n°3311 pubblicato il 26 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Ragazzi
Da "ScuolaOggi" I ragazzi (anche) a lavorare ?
Si butta lì una dichiarazione, per tre giorni tutti ne discutono e commentano fino….alla prossima battuta giornalistica.
ScuolaOggi
La dichiarazione del Ministro Poletti sulle vacanze degli studenti e sulla opportunità che gli stessi abbiano una qualche esperienza lavorativa estiva, rientra nel novero della politica dei giorni nostri. Si butta lì una dichiarazione, per tre giorni tutti ne discutono e commentano fino….alla prossima battuta giornalistica. Nel merito, intanto, della questione sollevata, non succede nulla; l’attenzione di tutti sarà già orientata sull’ultima battuta del momento.
Non è una bella politica quella che ci tocca vedere così spesso. Con noncuranza impressionante, si buttano via anni di dibattito, di ricerche, di proposte che pure non sono mancate. Prendiamo la questione dei “tre mesi” di interruzione delle attività didattiche. La questione è arcinota da tempo.
L’Italia non ha meno giorni di lezione degli altri Paesi europei ( anzi) ma ciò che è decisamente discutibile , dal punto di vista pedagogico, è la lunghezza della pausa estiva. In Paesi a noi vicini ( Francia e Germania, solo per fare un esempio) la pausa estiva dura un mese ma nel corso dell’anno sono frequenti le pause del calendario scolastico . Siccome da noi queste pause non ci sono, salvo Natale e Pasqua, ci pensano gli studenti a deciderle nelle forme che conosciamo benissimo e che le istituzioni stesse tollerano oramai come un rito stagionale. Lo ha ben colto il sottosegretario Faraone ( con l’immediata rimozione della sostanza di quella dichiarazione da parte di troppi osservatori) ma se non vi saranno modifiche, questo stato di cose proseguirà.
La questione, in sé così semplice e chiara, è maledettamente complessa sul piano sociale. Pochi giorni fa ero in Francia, nella cittadina di Limoges, proprio nel pieno di una pausa scolastica bisettimanale. Mi ha colpito l’organizzazione sociale che ho potuto vedere. Il Comune, per tutto il periodo ha organizzato , in appositi spazi chiusi ( anche grandi tendoni riscaldati),parchi giochi per i piccoli a ingresso gratuito per i bambini. Nonni e genitori potevano dunque organizzare le attività per i piccoli, senza essere costretti a ferie o assenze dal lavoro, o a tenere i bambini chiusi in casa. Insomma il calendario scolastico non può prescindere dalla organizzazione sociale complessiva, pena creare conseguenze spiacevoli e dannose. Ecco perché da noi non succede nulla; perché nessuno mette mano a un progetto complessivo che tenga insieme i tempi di vita e di studio dei ragazzi, le condizioni di lavoro e di non lavoro degli adulti, gli spazi per una socialità da vivere. E’ solo a queste condizioni che puoi immaginare un calendario con giuste pause e magari distribuirle nell’arco dell’anno anche tenendo conto delle condizioni climatiche locali. Pensare che sia sufficiente solo una delibera regionale o , secondo altre amene letture, solo una decisione della singola scuola ( !!!), è pura follia. Ci vuole un “buon governo” del Paese.
Secondo versante: gli edifici scolastici. In un Paese che voglia crescere in sapere e cultura, il fatto che per tre mesi quasi cinquantamila edifici pubblici restino chiusi, è uno scandalo. Potrebbero costituire dei veri centri di vita sociale dove giovani ed adulti ( quando si tornerà a parlare della domanda di vita culturale di tanti adulti?) potrebbero incontrarsi per le attività più diverse: corsi di musica, teatro,lingue, laboratori artigiani e magari, se richiesto, corsi di approfondimento e recupero.
Credo che una parte dei docenti, con il giusto compenso, non sarebbe indisponibile a dedicare qualche giorno di attività lavorativa in tal senso. Ma si potrebbero anche attivare cooperative sociali e gruppi di volontariato di cui potrebbero essere protagonisti gli stessi studenti. Anche in questo caso, è solo da un legame forte tra scuola e territorio che possono nascere progetti ben definiti, organizzati e trasparenti nel loro obiettivo sociale. Sempre che le politiche, nazionali e locali, vogliano investire in tal senso.
Terzo versante: il lavoro dei ragazzi. Non credo, salvo rare eccezioni, che un mese di stage in una piccola azienda, possa rappresentare una forte motivazione per un giovane; a meno che non sia una appendice di un progetto già avviato in corso d’anno.
Tuttavia non capisco perché non si vogliano prendere in considerazione i “lavori di cittadinanza”. Le nostre città, grandi e piccole, hanno immensi problemi di decoro e vivibilità: strade sporche, verde abbandonato, monumenti e palazzi spesso deturpati da scritte, aiuole inguardabili. Può la scuola diventare il luogo in cui, d’intesa e sotto la vigilanza dell’ente locale, si definiscono e realizzano progetti per migliorare la vivibilità del territorio? Quale immenso valore civico e umano, personale, avrebbe per un giovane una esperienza lavorativa in uno di questi ambiti, con la garanzia di una protezione assicurativa e di un piccolo compenso? Praticare la cittadinanza, costruire l’identità di appartenenza , conta molto di più di un dibattito sul tema.
Quarto ed ultimo versante: il calendario scolastico degli insegnanti; tema rimosso dai più per il timore delle reazioni. Io credo invece che in un serio contesto di riforma, anche quella discussione andrebbe fatta. Basta affrontarla nel modo giusto e con lo strumento appropriato.
Lo strumento si chiama contratto. Il Ministro del Lavoro , dovrebbe saperlo.
Qualche dichiarazione in meno e qualche proposta concreta in più, sarebbe davvero un bel segnale.
Dario Missaglia
Post n°3310 pubblicato il 26 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Cambiare DDL
Dal Sito della CGIL
I sindacati uniti incontrano le forze politiche, le priorità sono: contratto, stabilizzazione e risorse. Sferzati dalla pioggia e dal vento invece i precari della scuola in presidio a Montecitorio.
Il 22 febbraio 2015 Renzi incontrava nello spazio eventi del Life Hotel di Roma i mille fantomatici innamorati della scuola. Oggi, 25 marzo, nella stessa location CGIL, CISL, UIL, Snals e Gilda si riuniscono e incontrano le forze politiche per chiedere di cambiare radicalmente il disegno legge del governo sulla scuola.
Non si sentono marginali questi sindacati, che sanno di poter rispondere a chi mette in dubbio la loro legittimità, che l’80% dei lavoratori della scuola è andato a votare alle recenti elezioni RSU, dimostrando quanto ancora nel paese ci sia voglia di rappresentanza.
A prendere la parola per primo è Francesco Scrima di CISL Scuola, che presenta i 3 punti cardine su cui si concentra la critica al Disegno di Legge: stabilizzazione dei precari, che meritano meno tweet e più rispetto, contratto che, fermo dal 2009, resta un elemento di civiltà per il quale i sindacati si batteranno sempre, ruolo da manager che questo Governo vuole affidare al dirigente scolastico, attraverso la chiamata diretta dei docenti.
Affronta il tema della stabilizzazione Rino di Meglio di Gilda, che sottolinea come il precariato sia il frutto di anni di politiche sbagliate, che non hanno saputo organizzare il reclutamento come si faceva in passato e come prevede la costituzione, ovvero tramite concorsi. La questione dei precari va stralciata dal Disegno di Legge, e affrontata con un serio piano pluriennale di stabilizzazione che, e su questo tutti i segretari ritorneranno, non deve lasciare fuori nessuno, tantomeno i grandi assenti di questo piano, gli ATA.
Il contratto, l’altro grande pilastro a cui però nessuna delle forze politiche intervenute ha accennato, è al centro dell’intervento di Massimo di Menna della UIL. Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro è un obiettivo primario sul quale non si può arretrare, perché se il lavoro e la retribuzione non vengono regolamentati attraverso il contratto, il rapporto di lavoro diventa un rapporto tra suddito e sovrano, e ciò va assolutamente impedito.
Sulla chiamata diretta e sul dirigente manager si concentra l’intervento di Achille Massenti dello SNALS, che sottolinea come solo un provvedimento come questo, figlio dell’assenza di dialogo, possa aver generato la figura di un dirigente scolastico che decide senza confrontarsi con i lavoratori. Non c’è più equilibrio tra le diverse componenti e le diverse professionalità della scuola: un dirigente non può essere decisivo riguardo la didattica di istituti così complessi come quelli di oggi, soprattutto perché si troverebbe a valutare in troppe occasioni materie diverse da quelle per le quali si è formato.
Quando inizia il confronto con i parlamentari, tra i primi ad intire è la Senatrice Francesca Puglisi (PD) che sottolinea la sua apertura, e quella del Governo che rappresenta, al dialogo e al confronto. Il problema fondamentale della scuola, secondo la senatrice, resta l’alto tasso di dispersione scolastica al quale il governo ovvierà destinando risorse e creando un organico funzionale pieno. Sulla questione del precariato e la II fascia la Puglisi è d’accordo con i sindacati: l’articolo 12 va sicuramente rivisto. Per il momento il governo ha iniziato dall’esaurimento delle GAE, lasciando in standby “solo” 23mila insegnanti di scuola dell’infanzia. Ci tiene, infine, a sfatare la voce che sta circolando sulle graduatorie d’istituto: non saranno soppresse.
Non si può avere fretta sulla scuola e per farla bene si deve parlare con tutti, senza escludere nessuno, afferma nel suo intervento Giancarlo Giordano (SEL). E’ evidente, quindi, quanto la consultazione effettuata non sia sufficiente e che si debba tornare a farsi le domande giuste, chiedendosi, davvero, cosa serva alla scuola pubblica.
È d’accordo Laura Marsilio (Fratelli d’Italia) quando ribadisce che se siamo ancora a questo punto è perché non si è seguito il metodo giusto consultando le parti sociali e le categorie, ma che la sua presenza in questa sala dimostra quanto la voglia di confronto e dialogo ci sia e che sia proprio il confronto la chiave per la risoluzione di molti problemi.
Torna sull’importanza di tempi distesi anche Silvia Chimienti (MS5): non si può ricattare il Parlamento, costringendolo a prendere in un mese delle decisioni così importanti. Il suo partito dice no anche all’eccesso di deleghe al Governo e alla chiamata diretta dei docenti. La priorità adesso sono le assunzioni, da subito, anche nella II fascia, perché se si vuole una buona scuola bisogna assumere in base alle reali necessità.
Le conclusioni della giornata sono affidate al nostro segretario generale Domenico Pantaleo, che si dice soddisfatto soprattutto della capacità dei sindacati di superare le proprie divisioni per combattere unitariamente per quello che è un bene fondamentale del paese: la scuola pubblica. In un paese come il nostro attraversato da precarietà, povertà e instabilità questa unitarietà è fondamentale: noi siamo e dobbiamo essere, dice, al servizio del futuro dei bambini e delle bambine. Se è vero che il Governo dimostra un’apertura all’ascolto, è anche vero che bisogna mettere dei paletti: c’è bisogno di tempi più distesi e di un ruolo maggiore dei sindacati. La consultazione su La buona scuola, infatti, è stata una bufala: per come si è svolta, perché non si sono ascoltate le proposte di chi nella scuola ci lavora tutti i giorni e perché non trova molte corrispondenze con il piano attualmente in discussione. Il sindacato, che rappresenta i lavoratori, ha diritto di dire la sua e non si rassegnerà a consegnare nelle mani dei tribunali il destino dei precari: sarebbe una sconfitta, è il parlamento, il dibattito politico a doverne rispondere. Il dirigente deve tornare ad essere quello dell’autonomia, altrimenti ministero e dirigenti diventano padroni di una scuola che si trasforma in caserma. Bisogna riconquistare il contratto nazionale: non si può parlare di valorizzazione e di professionalità senza parlare di contratto, che crea solidarietà e uguaglianza tra i lavoratori della scuola. Il sindacato non si farà chiudere in una logica corporativa di difesa, di interessi di nicchia: noi metteremo in campo ogni iniziativa a partire dal presidio di oggi pomeriggio a cui seguiranno iniziative territoriali fino alla grande manifestazione del 18 aprile per cambiare strutturalmente questo disegno di legge, perché la nostra non è una battaglia per il sindacato ma per il futuro del paese.
Post n°3309 pubblicato il 26 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Sentenza UE
Da “La Tecnica della Scuola”
Sentenza UE sui precari, a beneficiarne 6.300 ma nessun obbligo di assunzione
A dirlo è stato il ministro Giannini, durante un question time: nel ddl 'Buona scuola' c'è una norma che dispone il limite di 36 mesi per contratti di lavoro a tempo. E in ogni caso, la sentenza della Corte di Giustizia Ue del novembre 2014 non obbliga lo Stato all’assunzione del personale. Per il risarcimento dei danni si prevede un fondo. Ma per i sindacati i numeri sono davvero risicati.
Per il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il caso è chiuso: i posti che rispondono alla tipologia di lavoro prevista nella recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, che prevede l’automatica assunzione per i docenti con titoli che hanno svolto più di 36 mesi di servizio su cattedre vacanti, sono 4.500 per gli Ata e 1.800 per i docenti, quindi molti meno del piano di immissioni in ruolo previsto dal ddl della Buona Scuola. Il ministro lo ha riferito durante il question time del 25 marzo, rispondendo a un'interrogazione sulle iniziative per risolvere la questione del precariato nel settore scolastico, anche alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia (Rampelli e altri - FdI-AN). Alla luce di questa premesse, “la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del novembre 2014 non obbliga lo Stato all’assunzione del personale” della scuola che si è visto rinnovare illegittimamente i contratti a tempo determinato, ha tenuto a dire Giannini. Pertanto, “il rinnovo illimitato” di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore “per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”. La sentenza, secondo Giannini, “pone il divieto del rinnovo a termine” dei contratti per i docenti e il personale ausiliario, “l’obbligo del risarcimento” per le pratiche dichiarate illegittime e “l’attivazione delle procedure concorsuali” per la copertura dei posti disponibili. Giannini ha aggiunto che "nel ddl 'Buona scuola' c'è una norma che dispone il limite temporale di 36 mesi quale massima durata per contratti di lavoro successivi al tempo determinato. Per il risarcimento dei danni si prevede la costituzione di un fondo per i pagamenti in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali che abbiano ad oggetto il contenuto della sentenza Ue. E sulle procedure concorsuali si prevede l'avvio delle procedure per assunzione a tempo indeterminato del personale docente". Di tutt’altro avviso, però, sono i sindacati. Che rivendicano un numero decisamente più alto di docenti abilitati con tre anni di anzianità, svolti su posti liberi, e quindi anche un budget con molti più zeri per indennizzarli a seguito delle mancate assunzioni.
Post n°3308 pubblicato il 26 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Genitori
Da "OrizzonteScuola" Genitori chiedono più poteri: partecipare ai consigli di classe integrali come uditori
di redazione
Secondo l'Agesc, i genitori sono stati esclusi dalla riforma della scuola e avanzano una serie di proposte per potenziare il loro ruolo all'interno degli organi collegiali.
I genitori partecipano già ai Consigli di classe, come rappresentanza ed in coda agli incontri. Ciò, all'associazione cattolica dei genitori, non basta e chiede la possibilità di partecipare alle sedute integrali in sede di uditori. E che la presenza dei genitori in modo attivo non sia inferiore a 5 ore annuali.
Altra questione riguarda la valutazione. Si tratta di un argomento che sarà, probabilmente, affrontato dal Governo con una legge delega. La richiesta è di partecipare ai nuclei di valutazione che avranno il compito di redigere il RAV degli istituti.
L'organco di rappresentanza dei genitori per eccellenza è il Consiglio di istituto, la richiesta dei genitori è di assegnare a quest'organo la centralità nell'adozione e nella valutazione del POF.
Per un'ampia partecipazione, chiedono anche dei permessi lavorativi in occasione delle sedute degli organi collegiali e di consentire al consigliere eletto di fare una delega a favore di altro genitore della classe/istituto.
Aumento degli incarichi che deve essere accompagnato da una formazione obbligatoria e gratuita dei membri degli organi collegiali, anche attraverso le Associazioni dei genitori e i loro Forum
Post n°3307 pubblicato il 26 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
Tag: DDL scuola
Da “la Tecnica della Scuola” DDL Scuola: si parte il 30 marzo
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CHI SIAMO Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale. e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it Felice settimanaSerena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme... FabianaGiallosole
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