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« ANNO VITA CONSACRATAritiro aprile 2016 a Sezano »

SEZANO RITIRO 23-25 APRILE 2016

Post n°47 pubblicato il 29 Aprile 2016 da corosursumcorda
Foto di corosursumcorda

TUTTO QUELLO CHE E’ MIO, E’ VOSTRO....

 

…E siamo a quattro! Ancora una volta il coro Sursum Corda di Busto Arsizio si è messo in viaggio. Meta: convento passionista di Sezano – Verona. Ma un viaggio non comincia se non c’è una motivazione che ti spinge a farlo: io che ho organizzato questa due giorni di ritiro ce l’ho messa tutta per creare le motivazioni: un momento di riflessione e di crescita personale; con un predicatore già conosciuto e nostro amico padre Antonio Brambilla; in una realtà conosciuta perché i passionisti li frequentiamo da due anni a Caravate; una comunità però nuova e sconosciuta da scoprire; una città a pochi minuti, Verona, da poter visitare; una situazione più disagevole di Caravate dove si è serviti e accuditi, qui ambienti più spartani e cucina da autogestire…Situazioni che invogliano alcuni e frenano altri.

Ma io che conosco i miei polli non mi sono fermata davanti ai piccoli ostacoli! Sapevo che il gregge sarebbe stato compatto, che ciascuno avrebbe trovato un suo compito da svolgere, trovato una collocazione nell’organizzazione delle cose, che nessuno si sarebbe perso d’animo e che eravamo pronti ad adattarci a qualsiasi cosa si presentasse.

Per facilitare tutti, partenze scaglionate! Qualcuno partito alla mattina del 23 aprile per visitare Verona e preparare tutta la cucina quasi fosse quella di casa; qualcuno al pomeriggio del sabato, raccogliendo gente lungo la strada con tappe intermedie, e gli ultimi partiti il 24 mattina presto per non perdersi la meditazione mattutina.

Alla fine eravamo in dodici! Otto coristi e quattro amici che però si aggregano al coro appena possono.

Un numero che mi dava soddisfazione perché in tanti avevano accolto il mio invito, ma mi faceva paura a livello culinario per la mia poca attitudine a preparare per tante persone. Ma per fortuna Luisa ha preso in mano la situazione già dal momento in cui ha accettato di venire! Un bel pensiero in meno per me che questa cosa l’avevo messa in pista sperando e contando sul suo aiuto!

E pensare che a metà marzo ero tentata di rinunciare perché avevo solo quattro persone sicure di venire al ritiro! Pensavo di aver fatto un buco nell'acqua...Invece... Mai abbandonare…

Era così forte il desiderio di andare a trovare padre Antonio che ho invitato tutte le persone a me vicine a cui avrei voluto far conoscere la realtà passionista, non limitandomi solo ai coristi!

E’ facile invitare, ma difficile diventa poi gestire persone che hanno desideri e aspettative diverse, persone che magari non conosci fino in fondo e in certe situazioni assumono comportamenti nocivi per il gruppo rovinando l’atmosfera.

 

Nonostante il freddo e l’umidità, che in questi tre giorni non ci sono mancati, nonostante le diversità di caratteri, di esigenze, di gusti, nessuno ha mai pensato neppure di lamentarsi. Anzi, si è creato subito un clima di preghiera, di collaborazione, di apertura, di accoglienza reciproca; ci siamo sentiti subito a casa, liberi di essere noi stessi e curiosi di conoscere gli altri, subito stimati e valorizzati, da subito attivi e senza alcuna pretesa, ma vogliosi di dare una mano, di sentirsi famiglia, di sentirsi comunità.

Non ci siamo spaventati la sera del sabato di dover far spazio ad un gruppo locale, a cui ci siamo uniti subito, riunitosi per vedere “L’ultima cima”, un film la cui visione, proposta da padre Antonio, ha poi permesso di mettere in comune le riflessioni di ciascuno. E dopo il film, nonostante la stanchezza e consapevoli che due giorni passano in un battibaleno, una bella tisana calda, come fosse stato un bel falò, per avviare una chiacchierata con il predicatore prima di iniziare il vero lavoro della giornata successiva.

Il fatto di non avere una guida religiosa sempre presente, non ci ha fermato dall’unirci a pregare prima di cena..segno di un gruppo che cresce e che ha voglia di farlo continuamente!

E domenica mattina, arrivato anche l’ultimo gruppetto, lodi insieme, e poi ci siamo messi in attesa del predicatore che ci ha annunciato il testo su cui avremmo lavorato: la parabola del padre misericordioso. E tutti noi abbiamo pensato: beh, quest’anno è l’ennesima volta che ci viene proposto questo testo, in vari ambienti, visto l’anno particolare…ma nessuno si è lamentato…

 

Invece il lavoro è stato davvero inaspettato, quasi quanto il finale! Attraverso le varie drammatizzazioni alla scoperta delle dinamiche psicologiche che muovono i personaggi protagonisti o solo comparse della parabola, ma soprattutto alla presa di coscienza delle nostre dinamiche e reazioni emotive che conosciamo davvero poco!

E pensare che quando facciamo questi esperimenti al lavoro, durante i corsi di formazione, non mi presto mai perché non mi piace mettersi in mostra!! In questo caso non si trattava di mettersi in mostra, ma di mettersi in gioco e questo non mi spaventa quasi mai….

E’ proprio vero che se ciò che ti spinge è qualcosa di Vero, qualcosa che senti che ti farà crescere davvero, allora sei pronta a vivere anche situazioni inaspettate. Anche chi, all'inizio, era poco propenso a fare un’esperienza del genere per timidezza o ritrosìa, alla fine si è lasciato andare! Abbiamo rispettato comunque il pudore di chi ancora fatica ad esporsi ma sono sicura che anche chi non ha tentato, un po’ se n’è pentito. Non si può essere solo spettatori in questa vita, ma si deve diventare protagonisti!

Padre Antonio ci ha accompagnato con maestrìa e senso della misura, ma con molta sicurezza, in questi sentieri alla scoperta di sè e del Vangelo!

Nonostante questo percorso quando siamo arrivati alla lettura più profonda di tutti questi intrecci psicologici dei personaggi, il finale ci ha presi alla sprovvista.

E’ calato il silenzio perchè tutti noi presenti siamo rimasti sconvolti e increduti davanti alla conclusione logica e inevitabile che si è sviluppata davanti ai nostri occhi, grazie all’interpretazione così realistica ed emotivamente coinvolgente di padre Antonio.

Siamo rimasti zitti e congelati sulle nostre sedie!

E da quell’istante i nostri cuori hanno cercato di ritrovare l’orientamento e il ritmo nuovo del battito che per un attimo si era fermato. Potremmo chiamarlo il nostro ritorno a casa....

Il quel preciso istante è iniziata la meditazione personale, l’assimilazione della lettura profonda di questo brano così tante volte letto e sezionato, ma mai così vissuto e penetrato.

Vi assicuro che è stato sconvolgente.

 

E la messa e l'adorazione eucaristica che ne è seguita sono stati momenti in cui abbiamo cercato di ritrovare l’equilibrio, di ritrovare il centro della nostra cristianità, di cercare il nuovo baricentro su cui ricominciare, ripartire, ricostruire il ”nuovo io” dopo aver preso coscienza di quanto anche io preferisca sopprimere la fonte dell’amore piuttosto che prendere coscienza e lasciarmi amare senza riserve.

Durante questi momenti lo smarrimento nostro doveva essere palese. Io lo vedevo sul volto dei miei amici e penso che anche loro hanno visto lo stesso sguardo sulla mia faccia!

Dopo cena e convivenza con padre Alessandro e padre Francesco con un sacco di musica e canti, tutti a dormire. Devo dire che le camere doppie hanno facilitato per me il confronto e il dialogo di chi stava vivendo con difficoltà e serietà il messaggio arrivato da quel brano che tante volte non ascolti più mentre viene letto perchè: “tanto lo conosco già!” Mai smettere di ascoltare, perchè non sai quando la Parola ti parlerà sul serio e ti entrerà nel cuore.....

 

Ancora immersi in questi pensieri, il lunedì mattina, 25 aprile, siamo stati coinvolti nella festa per il 50imo di ordinazione presbiteriale di padre Armando! Un tenerissimo uomo e frate di ottant’anni che ancora predica a pieni polmoni e senza paura di guardarti negli occhi, con la certezza di essere strumento di Dio.

Una festa che ci ha dato modo di conoscere la comunità d Sezano, sia laici che frati. Per l’occasione abbiamo incontrato anche alcuni confratelli passionisti di Caravate a noi già cari! Un segno della continuazione di un cammino, non di un cambio di direzione...

Dopo il pranzo comunitario abbiamo sfruttato il tempo per fare silenzio dentro di noi e ripartire con la meditazione personale. I coristi si sono dispersi nell'immenso spazio che circonda il convento, per entrare in contatto con il proprio cuore e rielaborare il testo proposto…Segno che ciascuno voleva restare solo per cercare di farsi smuovere dalla Parola e per tentare di capire ciò che avevamo vissuto e stava succedendo in noi. Non c’è stato bisogno di chiedere il silenzio! Lo volevamo tutti!

 

La condivisione è stata vivace e intensa grazie proprio alla serietà con cui si è svolto il lavoro personale…. Qualcuno è davvero riuscito ad aprire il proprio cuore agli altri raccontando momenti di vita molto commoventi e personali. E la chiusura del ritiro è stata fatta con una bella preghiera di ringraziamento in cui anche noi partecipanti abbiamo potuto esprimere i nostri motivi per ringraziare il Signore per questa esperienza!

E lì è cominciata la tristezza perché sapevamo che ciò che ci attendeva dopo, erano i saluti e il rientro a casa!

E in quell’istante ecco la fatica di ricordare come era la tua vita prima di quella esperienza!

Io faccio sempre fatica a rientrare in quella realtà dopo momenti così forti. Da quando frequento i passionisti mi succede un po’ troppo spesso! Ho provato questa sensazione anche quando ero più giovane, dopo i campi scuola con i salesiani, esperienze di gruppo di crescita spirituale e umana. Ora posso dire che questo mi capita ogni qualvolta cerco di riprendere la guida del mio tandem personale che durante quel tempo forte ho lasciato guidare allo Spirito; quando cerchi di rimetterti alla guida del veicolo è difficile toglierGli il manubrio dalle mani.....

 

Dopo la partenza dei primi tre amici, per gli altri è rimasto il tempo, importante e irrinunciabile, per l’ultima cena in comune con i padri della comunità di Sezano durante la quale abbiamo cercato di assimilare il più possibile da ciascuno di loro per riuscire a tenercelo nel profondo del cuore nell’attesa di incontrarci di nuovo.

 

Quando ho messo in piedi questo ritiro avevo un po’ paura che risultasse soltanto un ulteriore “impegno” per questa comunità passionista che non fa altro che correre e predicare per tutto il territorio di Verona e oltre. Un gruppo di persone, come il nostro, ha sempre esigente, pretese, richiede comunque tempo e attenzioni.

Ma se l'ospite non si sente solo ospitato, se il laico si sente Chiesa e non pura assemblea guidata dal clero, allora non è solo il sacerdote o il religioso che si mette a nostra disposizione, ma siamo noi che ci mettiamo al loro servizio; non è il laico ad avere pretese e bisogni, ma il laico risponde alle esigenze e ai bisogni, manifesti o no, dei religiosi. A un certo punto siamo diventati noi la comunità accogliente e abbiamo ospitato loro!

Questo però si può fare quando il gruppo diventa comunità e diventa tale quando l'obbiettivo comune è prioritario rispetto alle esigenze personali. Il coro non è un insieme di persone con il desiderio di cantare, ma è una voce a cui unisco anche la mia per pregare insieme, è fondere il mio cuore con quello degli altri e per farlo non posso rimanere arroccato nel mio “io”, altrimenti rimango una voce “fuori dal coro”, non perchè stono, ma perchè il mio cuore non è in sintonia piena col desiderio degli altri.

Ancora una volta questa comunione d'intenti ci ha permesso di vivere con grande spirito di unità questa esperienza ed è quello che ha coinvolto da subito anche chi non faceva formalmente parte del coro.

 

Quando si vivono esperienze così rinvigorenti e profonde mi spiace sempre per tutti quelli che non sono riusciti a venire con noi...sembra di fare dei passi lasciando indietro alcuni; ma il desiderio di essere con noi, di chi non è venuto, è talmente forte e il nostro desiderio di averli con noi davvero sincero che è come se lì a Sezano ci fossimo stati tutti!

 

Ringrazio padre Antonio che ci ha guidati, spinto dalla Spirito, con tanto entusiasmo in questa avventura e riscoperta; Luisa che si è presa cura della nostra “fame materiale”; padre Francesco, padre Alessandro e padre Armando che ci hanno aperto i loro cuori senza paura e ci hanno fatto respirare davvero un'aria di comunione in Cristo.

Grazie anche a tutte le persone di Sezano che abbiamo incontrato in questi giorni e che hanno pregato pazientemente con noi, adattandosi ai nostri ritmi e ai nostri gusti musicali.

Ed ora un pezzetto di cuore è rimasto anche a Sezano!

 

E smettete di leggere i miei articoli su esercizi e ritiri spirituali e venite a viverli!!!!

 

Vi aspetto!!!

 

Sandra

 

 

 

 
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