corvo rosso
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MEZZOGIORNO: LA SFIDA FEDERALISTA.
Ci si aspetta molto dalla assise del Pdl a Città della Scienza. Non solo un documento di sostegno alla candidatura di Cosentino ma anche la definizione di una precisa identità politico programmatica del partito in Campania. Sul primo punto in effetti il corpo del partito si è già espresso e anche se repetita iuvant, non è il caso di insistere perché si finirebbe con l’indebolire la candidatura di Cosentino che sembra ormai in netto vantaggio. Poi si sa, l’ultima parola spetta a Berlusconi e dunque, staremo a vedere. Sarebbe invece auspicabile che le relazioni introduttive ed il dibattito affrontassero il secondo punto: quello dell’identità politico programmatica e dell’impegno del partito per la Campania con l’occhio rivolto alla prossima campagna per le regionali.
Il fallimento del centro sinistra nei nostri territori è eclatante al punto da aver contribuito non poco al fallimento di quello nazionale. I danni del bassolinismo enormi in tutti i campi, dall’economia alla Sanità, al turismo, all’ambiente con tutti i vecchi vizi del clientelismo, assistenzialismo, burocratismo, affarismo cresciuti in modo esponenziale. Per una forza che si accinge a governare occorre una strategia convincente che garantisca il necessario cambiamento. Una forma di governance moderna e credibile, capace di innestare quel processo rivoluzionario senza il quale il centro destra finirebbe con lo scivolare in un pernicioso continuismo bassoliniano. La grande occasione per il cambiamento è la sfida federalista. Si respinga come è giusto la suggestione di una Lega sud, reperto enfatico di un vecchio e deprecabile meridionalismo rivelatosi nient’altro che intimidazione politica, risoltosi con la restituzione di 4 miliardi. Si punti invece ad un meridionalismo moderno e competitivo: volto alla piena integrazione col resto del Paese, che affronti temi e questioni a partire dal territorio ma in un contesto globale, nazionale, europeo, evidenziando che i maggiori margini di sviluppo che ci sono nel Mezzogiorno sono utili alla sviluppo di tutto il Paese. Si deve essere consapevoli che occorre porre in essere una vera e propria rivoluzione culturale perché senza di essa tutti i propositi resteranno sulla carta. Può il partito di gran lunga più forte della coalizione di centro destra, far tutto questo senza avere una sua forma organizzativa? Senza luoghi di discussione collettiva, anche con gli alleati? Senza un’ elaborazione programmatica? Senza la possibilità di riflettere confrontarsi e darsi una mission per decidere cosa ne debba essere della seconda regione italiana? Quali le linee guida del suo sviluppo? Come far diventare i fattori di crescita elementi attivi dello sviluppo? Come puntare al riequilibrio territoriale liberando la fascia costiera da una congestione improduttiva ed integrando con infrastrutture e fonti di sviluppo le aree interne? Sono stati persi quindici anni in cui una sinistra pasticciona e senza idee ha nascosto il suo nulla dietro il populismo demagogico elettoralmente, alimentandosi di assistenzialismo e clientelismo. Tutto questo non dovrà essere messo da parte nel centro destra che può aspirare a governare per meriti propri, non solo per il fallimento dell’avversario politico. Bene dunque che il Pdl discuta, non solo di candidature, ma anche dei contenuti di un contratto con gli elettori che, per ora, non risulta neppure abbozzato.
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Inviato da: kfj k jf
il 21/05/2011 alle 07:19
Inviato da: ansa007
il 10/05/2011 alle 15:45
Inviato da: corvetto
il 05/04/2011 alle 14:20
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il 08/03/2011 alle 20:43
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il 17/01/2011 alle 15:24