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Il blog è un prodotto dei nostri tempi, lo specchio delle nostre vite, dei nostri bisogni, la piazza in cui alcuni mettono a nudo se stessi, le loro emozioni, i loro ri – sentimenti. Quale il motivo che spinge a mettere dinanzi al mondo le nostre faccende più o meno personali, i nostri desideri, le nostre speranze? Componente fondamentale di ogni blog è il narcisismo, la volontà di estrinsecare tutto quanto vi è di buono e di bello nella nostra persona, la nostra spiritualità, più raramente la nostra fisicità, esposta al pubblico giudizio, all’analisi, all’indagine, alla critica altrui. Una sorta di bacheca in cui i nostri post sono anatomizzati da un’ umanità a volte molto/poco/per nulla interessata, che giudica in modo a volte superficiale, molto/poco/per niente attento. Le peregrinazioni nel web nascono spesso dal bisogno di svagarsi
: non è un caso che sia proprio nella pausa dal lavoro, la classica pausa - pranzo, che si registrano i maggiori scambi di messaggi e di tutto quanto la rete riesce a veicolare da un angolo all’altro del mondo. Quindi è difficile che chi naviga per “piacere”, approdando su “lidi” impegnati (o impegnativi) possa dedicarsi alla lettura di post che stimolino la riflessione. Diverso e più consistente è l’interesse per i blog che illustrano le trame recise di vicende amorose
o pseudo – sentimentali, le riflessioni fra il blogger e la sua coscienza innamorata, dolorosamente non ricambiata dal sospirato partner. E da che mondo è mondo, le ansie, o peggio, le lacrime
di chi è punto dalle pene d’amore hanno sempre stimolato interesse ed attenzione dei più. Cosa tradisce il blog? (Ed è la morale che possiamo trarre da queste considerazioni “minime”).Anche se narcisisticamente ripiegato sulla riflessione intorno a se stessi il blog denuncia il bisogno estremo di sfuggire ad una mal tollerata solitudine. I rapporti umani, ridotti all’osso, scarnificati da una sorta di pigrizia che ci relega senza rimedio dinanzi ad uno schermo diventato sempre più accattivante, tenero, affascinante, intrigante, emozionante. Il computer
è ormai lo specchio e la fonte delle nostre debolezze. Dinanzi ad esso trovano soddisfazione i nostri più reconditi sogni, le nostre più segrete soddisfazioni, le nostre più morbose curiosità. Dinanzi al PC sogniamo, ci innamoriamo
, meditiamo, tradiamo, ci scambiamo dichiarazioni di simpatia , di affetto, diventiamo tutti buoni, belli, liberi professionisti, amici di tutti (ma fedeli con nessuno), premurosi, pronti a scambiarci sorrisi e fiori virtuali, baci
, abbracci che nulla hanno a che vedere con quelli reali, che invece si alimentano del contatto di pelle, di suoni, profumi, alito alla menta e carezze. Lo amiamo talmente tanto il PC da averlo eletto quale prolungamento del nostro Io. Viene con noi in vacanza, durante il week end sulla neve, (potresti non chattare dopo un’intera giornata sulle piste innevate?), al mare, in treno, in aereo, ovunque è un continuo digitare su notebook. Spegnerlo di tanto in tanto? Neanche a parlarne! Tanto è il meno dispendioso fra gli elettrodomestici e poi va silenziosamente in stand by. Chiudere prematuramente la sessione prima di avvertire i segni inequivocabili di sovraffaticamento psicofisico (occhi che lacrimano ma non per un eventuale emozione o commozione, schiena e collo rigido, mano formicolante, sensazione di trovarsi sulla luna) comporterebbe terribili crisi d’astinenza da mancanza della nostra quotidiana dose di chat, di msg, di pvt, … Staremmo tutto il tempo a chiederci: chissà se Tal dei tali ha risposto alla mia mail, mi sarà arrivato il messaggio di Pinco? Pallino avrà lasciato un commento al mio ultimo post?. Il bel giovanotto dai profondi occhi neri che sembra dirci:” Prendimi, sono tutto per te” avrà accettato la nostra richiesta di amicizia? E allora credetemi! Di spegnerlo non ne vale proprio la pena!Ci ritroveremo forse con la mano anchilosata, gli occhi arrossati ma in compenso saremo soddisfatti, sazi, felici. Virtualmente parlando, s’intende!
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Ciò che si è
rende felici molto di più di
ciò che si ha.
Arthur Schopenhauer
L'arte di essere felici
"Bisogna avere un amore, un grande amore nella vita, perchè costituisca un alibi alle ansie immotivate che ci opprimono".
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