Il percorso creativo dell'artista segna la ricerca di un'armonia superiore tra uomo e natura che spingerà molti critici ad attribuirgli l'appellativo di "sciamano" dell'arte. L’artista tedesco Joseph Beuys (1921-1986) è uno dei portavoce più rappresentativi delle correnti concettuali nell’Arte della seconda metà del Novecento. La sua maggiore espressione è stata nel suo vivere, amalgamando in modo totale la sua vita con il suo manifestarsi artista.
Vi è qualcosa di indescrivibile in lui, una mente e un modo di concepire l'Arte così radicale che nel suo stile di vita verrebbe da credere che egli abbia veramente fatto coincidere totalmente l’arte con la vita. Famose sono alcune sue opere come il pianoforte rivestito di feltro, materiale che costituisce una barriera ai flussi vitali. "Negli anni ‘60 divenne uno dei membri più attivi del gruppo Fluxus. Fluxus è la compagine artistica sia americana sia europea, che riunì molteplici artisti accomunati dalla volontà di ricreare non il linguaggio artistico ma il senso dell’arte a proposito dell'utilizzo sociale della stessa. Strinse un rapporto d'amicizia con l’ideatore di Fluxus, l’americano Georg Maciunas, e partecipò a diverse esibizioni pubbliche del gruppo. Beuys condivise con Fluxus l’idea dell’arte come strumento di coscienza, quindi: l’arte è dappertutto ed è per tutti. Nella seconda metà degli anni ‘70 l’artista si avvicinò agli aspetti più spiccatamente sociali e politici prodotti dalla cultura del tempo. In questo senso Beuys, ponendo al centro della sua ricerca artistica l’uomo e la sua energia creativa, si è occupato di politica, d'economia, d'agricoltura, d'ecologia e di tutti quei problemi che coinvolgono quotidianamente l’individuo."(fonte www.wikiartpedia.org)
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