e n r i c o

Mi riconosco in questo decalogo, alcuni punti sono validi non soltanto per gli artisti ma un po' per tutti.

Le persone ti identificano con ciò che fai, succede sempre. Ci sono momenti in cui la vita ti chiede di essere come chi ti circonda vorrebbe. Per questo gli spazi che ci si ritaglia per esprimere ciò che realmente si sente vanno difesi e sono pereziosi.

E' vero, ma a mio parere il confronto con la realtà non va mai perso, per non fossilizzarsi rischiando di creare opere "di maniera".

Arte è espressione di un fuoco che abbiamo dentro... ci sono molti odi per esprimere questa energia.

"Dove credete che siano andati gli unicorni, gli ippogrifi dagli occhi dolci e mansueti, le sirene gentili e aggraziate? In nessun posto: sono sempre qui. E' solo che non li vediamo". E. Bencivenga

son convinto che anche copiare il lavoro di un'altro può essere creatività. Potrebbe essere inteso come il riconoscere nel lavoro di un altro aspetti della propria identità..

forse parliamo della stessa cosa. e' quello che penso anch'io. Per questo con esercizio si potrebbe intendere non ripetitività ma esperimenti e meditazione ;)

l'esperienza e l'esercizio secondo me non hanno l'unico scopo di rendersi "all'altezza" di certi livelli, permettono soprattutto all'artista di sperimentare continuamente e quindi di avventurarsi sempre più in profondità nella propria ricerca creativa. Perciò io penso che l'esperienza e l'esercizio siano "per l'artista" prima che "per gli altri".

Copiare il lavoro di qualcun altro, rifarsi a degli stererotipi è un'attività priva di creatività; ma copiare dal vero è un'emozione sempre nuova e l'immagine che scaturisce dalla mia osservazione non è sempre uguale, cambia a seconda di ciò che i miei occhi vedono in quel particolare momento della mia vita. Perciò ispirarsi al vero non è mai, secondo me, cosa banale o scontata.

Perdi un cosa al giorno. Accetta il maldestro di chiavi perdute, di un'ora insipiente. Perdere è un'arte e non vuole maestro. E.Bishop