MAGIE, ASSIST E VENTI GOL..... ALEX RIPORTA LA JUVE IN A!
I bianconeri trascinati dal suo immenso Capitano distruggono l'Arezzo con un netto 5-1 e conquistano la matematica promozione in A con 3 giornate d'anticipo. Due gol di Alex (capocannoniere con 20 gol), due di Chiellini ed il sigillo finale di Trezeguet chiudono trionfalmente la cavalcata dei ragazzi di Deschamps che con pieno merito hanno parzialmente riconquistato quanto l'estate scorsa era stato fraudolentemente tolto dall'interista Guido Rossi e da un farsesco processo sportivo.
BENTORNATA JUVE. L’incubo è finito. La Juventus si scrolla finalmente di dosso calciopoli, le penalizzazioni, gli scudetti tolti e le polemiche e dopo una lunga quanto faticosa rincorsa ritrova la serie A. Ad Arezzo esplode la festa bianconera, il 5-1 sulla formazione dell’ex capitano Antonio Conte dà la matematica certezza della promozione a Didier Deschamps e con tre giornate d’anticipo la Juve vede finalmente la fine del tunnel.
Quella contro gli amaranto è stata una gara che ha sintetizzato perfettamente la stagione dei bianconeri, partiti malissimo prima di andare a segno con Del Piero e Chiellini, poi calati a fine primo tempo con l’Arezzo in gol con Floro Flores e infine cinici con Chiellini e Del Piero a firmare le doppiette che hanno chiuso ogni discorso prima dell’ultima perla regalata da Trezeguet. I toscani, che dopo il lungo filotto di risultati positivi vedono ora la salvezza più lontana, escono comunque a testa alta ma contro questa Juve c’era poco da fare. Fuori Legrottaglie, Deschamps propone Chiellini al centro della difesa al fianco di Boumsong con Zebina e Balzaretti larghi. In mezzo al campo torna Zanetti dal primo minuto in coppia con Marchisio con Nedved e Marchionni sugli esterni e in avanti la solita coppia formata da Del Piero e Trezeguet. Dall’altra parte Antonio Conte conferma lo stesso undici che ha espugnato Crotone, con la difesa a quattro davanti a Bremec formata da Capelli, Terra, Ranocchia e Barbagli, Di Donato e Bricca a formare la diga di centrocampo mentre Bondi e Croce fanno le ali. Ancora assente l’infortunato Volpato, in attacco tocca a Martinetti fare da partner a Floro Flores. L’Arezzo comincia subito fortissimo e, complice una difesa bianconera distratta, nel giro di un quarto d’ora Buffon suda freddo, due volte per colpa di Floro Flores, che al 2’ manda sull’esterno della rete mentre al 15’ vede il suo pallonetto sfiorare il palo, e quindi su Martinetti, al quale neutralizza una doppia conclusione. La Juve gioca male, si lascia aggredire dai toscani quasi senza opporre resistenza ma al 19’, dopo un gol annullato a Trezeguet per un fuorigioco millimetrico, trova a sorpresa il vantaggio: pallone in profondità di Marchisio e destro angolato di Del Piero che fredda Bremec. L’Arezzo però è una squadra tosta, come il suo allenatore, e nonostante lo svantaggio riparte a testa bassa anche se l’intensità, logicamente, non può essere quella dei primi minuti. Ma la Juve vuole chiudere i conti e al 34’, sul primo angolo battuto, arriva il raddoppio firmato da Chiellini, bravo a mettere di testa in rete dopo il goffo intervento di Bremec. La partita sembra chiudersi qui ma al 45’ l’ennesimo regalo di una difesa bianconera disastrosa viene stavolta sfruttato da Floro Flores, che si invola solo verso la porta di Buffon e piazza alle sue spalle il sinistro vincente. Nella ripresa l’Arezzo prova a spingere di nuovo ma al 4’ arriva il 3-1 bianconero, con Chiellini a firmare la doppietta personale mettendo in rete di nuovo di testa su una punizione dalla sinistra di Del Piero. Da questo punto in poi la gara vive di sussulti, dalla conclusione di Marchionni respinta da Bremec a Martinetti che beffa Boumsong ma spara alto, ma alla mezz’ora la Juve cala il poker con Del Piero che sull’assist di Marchionni firma la sua 20^ rete stagionale. Nel finale c’è spazio anche per un palo di Floro Flores e il quinto sigillo che porta la firma di Trezeguet ma al triplice fischio c’è solo una festa, quella bianconera.
IL TABELLINO DELLA PARTITA. AREZZO-JUVENTUS 1-5 (1-2) RETI: 19' p.t. e 31' s.t. Del Piero, 34' p.t. e 4' s.t. Chiellini, 45' p.t. Floro Flores, 42' s.t. Trezeguet
AREZZO: Bremec; Capelli, Terra, Ranocchia (1' s.t Mirko Conte), Barbagli (7' s.t. Togni); Bondi, Bricca, Di Donato, Croce; Floro Flores, Martinetti (37' s.t. Grabbi) A disposizione: Lanza, Cavagna, Roselli, Vigna Allenatore: Antonio Conte
JUVENTUS: Buffon; Zebina (25' s.t. Birindelli), Boumsong (32' s.t. Kovac), Chiellini, Balzaretti; Marchionni (37' s.t. Palladino), Marchisio, Zanetti, Nedved; Del Piero, Trezeguet A disposizione: Mirante, Bettega, Giovinco, Zalayeta Allenatore: Deschamps AMMONITI: 10' p.t. Ranocchia, 21' p.t. Boumsong ARBITRO: Rizzoli di Bologna ASSISTENTI: Pascariello e Viazzi QUARTO UOMO: Donat
DESCHAMPS: "NON ME NE VADO, INIZIA LA FASE DUE" - Deschamps, la promozione è al sicuro. Il suo futuro a Torino è altrettanto certo? «Non ho mai detto che sarei andato via. Ci sono tante cose da valutare, questo sì, ma a campionato concluso è normale che succeda in ogni società. Ci saranno discussioni che riguarderanno anche il futuro dei giocatori. Concluso il primo progetto, ora partirà il secondo a lungo termine». È giusto che ci sia voglia di festeggiare? «È una grande soddisfazione, i giocatori hanno tutto il diritto di fare festa per gli sforzi che hanno compiuto in questa difficile stagione, per la serietà che hanno messo in campo». La serie A ottenuta con tre giornate di anticipo è un vantaggio? «Sì, perché avremo più tempo per ragionare su tutto. Mi prendo due giorni di riposo, poi lavoreremo per la nuova Juve». Che stagione è stata? «Quando durante la scorsa estate siamo partiti con una penalizzazione di diciassette punti sapevo che dovevamo compiere un’impresa. Per fortuna abbiamo iniziato bene e i punti di penalità sono stati ridotti a nove. Strada facendo ho capito che grazie al sacrificio dei giocatori saremmo andati lontano». Quanto ha sofferto personalmente? «Un allenatore non è mai tranquillo anche se allena un gruppo come il nostro che era chiaramente superiore a tutti gli altri. Difficoltà ne ho incontrate parecchie a cominciare da certe critiche gratuite che, comunque, fanno parte del mestiere». Alla fine, penalizzazione a parte, i punti raccolti sarebbero novantuno. «E non mi sembra poco. Abbiamo vinto dando anche spettacolo e dimostrando sempre di avere una qualità superiore». Non si è mai pentito di aver accettato la Juventus?
«Ho avuto la fortuna di poter contare su grandi giocatori che sono anche grandi uomini. Un gruppo sano con la voglia di vincere e di lottare. Un allenatore deve trasmettere il proprio messaggio, ma non è nella testa dei giocatori e oltre un certo limite non può andare».
Ha avuto sempre un buon rapporto con tutti? «Ci sono state anche discussioni serie, pesanti. Tuttavia anche questo è da mettere in bilancio. L’importante è che tutti abbiano sempre reagito nella maniera migliore, dando tutto sul campo. E vi assicuro che non è stato facile contro squadre che spesso non pensavano affatto a giocare». Le difficoltà più importanti quando sono arrivate? «Già all’inizio. Ho trascorso un’agosto micidiale. I campioni se ne andavano e dovevo allenare soltanto dei giovani. Poi il mese peggiore è stato gennaio, vissuto in piena emergenza difensiva. Per fortuna subito dopo siamo entrati nella direttissima verso la promozione e ho visto gente concentrata sull’obiettivo finale». Ha qualche messaggio da mandare?
«Non ho rivincite da prendere. Ho fatto la scelta di allenare la Juventus in serie B e sono certo di non aver sbagliato. Non sono uno che cerca vendette, in questo momento penso soltanto al grande peso che ci siamo tolti, alla gioia mia e di quelli che mi sono stati accanto. Penso alla mia famiglia che mi ha sopportato sempre e ha subito tutti gli svantaggi del lavoro che faccio». Questa è un vittoria paragonabile ad altre del passato? «Allora vivevo i momenti felici da calciatore e posso garantire che è un cosa completamente diversa. Però è una bella impresa che resterà nella storia di una società che ha vinto tutto. Sul piano sportivo è stata difficile, sul piano umano un’avventura». Orgoglioso? «Sì, per aver riportato la Juventus dove deve stare sempre. Cioè in serie A». Troppo stress in panchina? «Da allenatore non pensi a te stesso, ma soltanto agli altri. Faccio questo mestiere per passione, però si vive tutto con troppa tensione. Soprattutto in Italia c’è un’attenzione mediatica impressionante. Bisogna sapersi staccare da ciò che ti circonda io ho provato a farlo». Che cosa le ha dato più fastidio? «Mi spiace che a volte le mie parole non siano state riportare in maniera esatta. È accaduto anche sabato. Vorrei più rispetto. Anche se capisco che la mia posizione è la più esposta». Ha lanciato tanti giovani. Sono stati loro il segreto di questa promozione? «Non ho paura a far giocare un ragazzo se vedo che se lo merita. Ma una cosa va detta: senza l’aiuto dei giocatori più anziani non saremmo andati lontano». E per il futuro ancora un mix vincente di questo tipo? «Bisogna vedere dove la Juventus vuole andare».
BLANC: "COSTRUIREMO UNA SQUADRA COMPETITIVA DA SUBITO". Jean Claude Blanc, amministratore delegato della Juventus. Serie A come liberazione o espiazione?
«Nè l’una nè l’altra. La promozione non è la fine di qualcosa o l’inizio di qualcos’altro. È la prima tappa di un lungo viaggio». Il momento più difficile. «La scomparsa dei due ragazzi a Vinovo. Un dramma terribile che ha posto in una prospettiva diversi tutti gli altri nostri problemi legati al calcio». Anno orribile, si è detto. «Ma anche una storia di sport che resterà per decenni impressa nella memoria della gente, la storia fantastica dei campioni del mondo che hanno accettato di scendere in serie B, dimostrandosi fedeli a una squadra in serie difficoltà, portando uno spettacolo irripetibile in città che mai avevano visto la Juventus». Ventisette partite vinte, dieci pareggiate, due perse. Nove punti di penalizzazioni al netto degli sconti. È stato il campionato che vi aspettavate? «Le dico piuttosto che campionato abbiamo scoperto: 42 finali di Coppa Italia, per ciascuno dei nostri avversari la partita che poteva cambiare la vita. Mi dicevano che avremmo incontrato portieri modesti ma contro di noi li ho visti molto in forma. Abbiamo portato luce a un campionato che prima non ne aveva». Togliendola alla serie A? «È emerso con chiarezza quali sono i numeri e il peso dei tifosi bianconeri. Un conto è parlare in linea astratta di 14 milioni di tifosi, un altro assistere al loro esodo da un campionato all’altro, con tutti i riflessi sugli ascolti televisivi e sull’appeal di un prodotto. Si è visto cosa comporta far retrocedere la Juventus: il disequilibrio in A». Siete ancora convinti di aver pagato un prezzo troppo alto? «Senza dubbio, perché il dato fondamentale resta: gli unici a essere finiti in serie B siamo stati noi. Dieci mesi fa tutti pensavano che saremmo stati costretti a svendere i nostri campioni, invece li abbiamo convinti a restare. Questo risultato giustifica le decisioni prese allora. Il primo ringraziamento va a coloro che sono scesi in campo e allo staff tecnico». Nessun momento di sconforto? «Dopo la prima sanzione (Juve in B a -30, ndr) sono andato a cena con Didier. Molti altri se ne sarebbero scappati, lui no. C’era anche Secco. Abbiamo preso carta bianca e rifatto la squadra. Lo ricordo come un momento molto forte in una giornata durissima». In compenso, Deschamps rischiate di perderlo adesso. I dissidi con Secco non sembrano ricomponibili. «La verità è che siamo tutti molto stanchi. Questa è stata una stagione durissima, fisicamente e moralmente. Il fatto che ci possano essere diversi punti di vista su alcuni giocatori non mi preoccupa affatto». Chi avrà l’ultima parola? «L’amministratore delegato». Sulla conferma di Deschamps metterebbe la mano sul fuoco? «Le tengo tutte e due, sul fuoco, da almeno dieci mesi». Perché i malumori filtrano con tanta facilità? «I problemi vengono alimentati soprattutto da fuori, da persone che possono avere la volontà di destabilizzare la nostra società nel momento in cui sta compiendo un passo importante. Vedere una Juve senza affanni, vincente e in grado di raggiungere i suoi obiettivi forse non piace a qualcuno». Per mettere fine alle voci non sarebbe sufficiente rinnovare il contratto a Deschamps? «Ne parleremo nei prossimi giorni. C’è un progetto di cinque anni e Didier resterà con noi. Sul punto eravamo stati chiari: il futuro dopo la salvezza». È così convinto che Buffon rinuncerà alla Champions per un’altra stagione? «Fare la Champions con una squadra diversa non significa vincerla, spesso nemmeno arrivare in semifinale. All’opposto, riportare la Juve dove tutti questi campioni l’hanno trovata è una sfida sportiva e umana impagabile. Un giorno Gigi potrà dire ai suoi figli: ho fatto tutto questo, l’ho fatto per la mia squadra. E sarà apprezzato sotto una luce del tutto nuova, non solo professionale». Avete già ricevuto offerte per lui? «È normale che i grandi giocatori siano richiesti. Ma con Buffon dobbiamo ancora confrontarci: ascolteremo le sue idee, gli esporremo le nostre, nei suoi confronti nutriamo un rispetto infinito». I tifosi sono preoccupati per il mercato. «Questa promozione è per loro, e credo che debba indurli ad avere fiducia sulle nostre capacità di costruire una squadra competitiva da subito. Non è il momento di contestare questo o quello». Frings vi ha scaricati. Temete altri rifiuti? «Guardi, chi sceglie la Juve adesso, sapendo di non giocare in Champions, lo fa perché ne è effettivamente convinto. Frings non aveva un cuore juventino, è meglio che sia rimasto al Werder Brema». Come tornate in serie A? «A testa alta, guardando tutti negli occhi».
COBOLLI: "DOVREMO RINFORZARCI IN MODO IMPORTANTE". La promozione della Juventus, per i suoi tifosi, ha il sapore di un risarcimento danni. Ed anche i dirigenti la pensano così, in primis Cobolli Gigli. “Siamo stati ripagati per 300 giorni di fatica, stavamo andando in C e ora siamo in A - spiega il presidente bianconero intervistato da Sky - la festa è venuta spontanea”. E’ tempo di bilanci per lui, al primo anno nel calcio. “Momento clou dell’annata? A Modena vincemmo in extremis grazie ad un’autorete: lì ho capito che anche gli astri erano dalla nostra. La sorpresa? Forse Boumsong, la cui ripresa dopo un inizio incerto mi ha dato grande soddisfazione. Ma non posso dimenticare i veterani come Buffon e Del Piero, determinanti. Se mi aspettavo un calcio così? E’ il primo anno, aspetto il prossimo per esprimermi: noi ci mettiamo tanta volontà e tanta passione”. Ecco, il futuro è quello cui guardano ora tutti i tifosi. E anche lui. “Dovremo rinforzarci in modo importante, Secco è già al lavoro ma dovremo sfruttare quel grande patrimonio di giovani che abbiamo lanciato quest’anno e ci sono stati dati in dono dal passato. Deschamps? Mai avuto dubbi, né io né Blanc, sull’apprezzamento per il tecnico: ci è stato accanto da subito, nei momenti di malasorte. Non riterrei giusto mettere in discussione il suo operato”.
PESSOTTO: "DEDICATO A ROMEO, ALE E RICKY". Nel momento della festa c’è modo di ricordare anche chi non è qui a festeggiare, ma è sempre presente nel cuore di tutti. Un pensiero espresso dalla parole del team manager Gianluca Pessotto a Juventus Channel: “In questo momento vogliamo ricordare il nostro magazziniere Francesco Romeo e i due ragazzi Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. Quest’anno abbiamo dovuto superare anche questi momenti. Non è stato facile, ma questo gruppo si è dimostrato ancora una volta unito. Ci sono le basi per fare delle ottime cose già dall’anno prossimo”.
TARDELLI DURISSIMO: "IL CALCIO NON E' CAMBIATO, SOLO NOI CI SIAMO PURIFICATO. IN GIRO SI VEDE LA SOLITA GENTE CHE NON PERDE MAI LA FACCIA". Marco Tardelli, lei sta festeggiando? «E perché non dovrei? C´è forse qualcosa di cui vergognarsi? Abbiamo fatto un campionato di grande dignità, giocandolo con impegno e vincendolo, anche se ho sempre pensato che la nostra vittoria sarebbe stata scontata». Ha senso che chi ha vinto tutto festeggi una promozione? Non è come se un laureato si vantasse di aver preso la licenza elementare? «Diciamo che abbiamo preso una specializzazione. In ogni caso, sarebbe stato peggio non vincere, no?». Lei dice: promozione scontata. Deschamps dice: è stata dura. Chi ha ragione?
«La Juve ha semplicemente fatto il proprio dovere. E´ vero, all´inizio c´erano molte difficoltà. Ma come poteva non dominare una squadra con Del Piero e compagni? Saremmo tornati in serie A anche se non ci avessero fatto sconti sulla penalizzazione». Ma qual è in senso di quest´annata?
«Mi auguro che abbiamo dato a tutti il coraggio di cambiare totalmente, perché finora è stato fatto poco». Dice della Juve? «Dico del calcio italiano in generale: non è cambiato proprio niente». Neanche un po´? «No. Niente. E´ tutto com´era prima. Si è persa l´ennesima occasione». E anche qualche faccia? «Macché, quelle sono sempre le stesse: in Federcalcio, in Lega, dappertutto. E quelli lì, la faccia non la perdono mai. Forse ci vorrà ancora qualche anno, ancora qualche cosa. Intanto, siamo sempre al punto di partenza». Qual è l´eredità che la serie B lascerà alla Juve? «L´inizio di un processo di purificazione che non è stato ancora completato. Siamo a metà strada, ma bisogna insistere per purificare del tutto. Io vedo la Juve come una nave scuola che trascini tutto il movimento verso il cambiamento. Spero che questa società diventi un esempio. Spero». Ma la Juve è veramente cambiata? «Sta cercando di farlo, inizialmente aveva dato un´immagine veramente nuova, ma questo non è un momento felice. C´è qualche screzio ma non voglio entrare nel merito». Chi è il simbolo della Juve promossa? «Quelli della vecchia guardia. A proposito: se qualcuno non ha troppa voglia di rimanere, non ha senso trattenerlo per forza. Se uno gioca per obbligo combina poco, se gioca con gioia i risultati si vedono: guardate Del Piero, Nedved, Buffon». Adesso che è finita, può dire quanto male le ha fatto la B? «Io sono sportivo, preferisco stare in B perché ho rubato che non vincere gli scudetti rubando. Abbiamo pagato, non so se tanto o poco, ma non mi interessa più. Quello che conta è cambiare mentalità. Ho sentito di genitori disperati perché non sapevano come spiegare ai figli che la Juve era stata retrocessa, io sarei disperato al contrario, cioè se dovessi spiegare a mio figlio come facevamo a vincere cose che non meritavamo». Scusi, ma la Juve è ancora un po´ moggiana? «Devo assolutamente andare, grazie, arrivederci».
BUFFON: "QUESTO VALE PIU' DI UNO SCUDETTO". «Godiamoci la festa perché questa partita deve rimanere nella storia mia e della Juventus. Questa promozione vale più di uno scudetto». Pensieri e parole sono di Gigi Buffon, portiere sospeso tra presente e futuro. «Del futuro ne parleremo più avanti, adesso dobbiamo solo festeggiare».
DEL PIERO: "FIERO DI ESSERE CAPITANO E BANDIERA DI UNA SOCIETA' TANTO GLORIOSA" - La faccia di Del Piero è la faccia della Juve che risorge, dopo un oblio durato un anno. E ora il fuoriclasse bianconero può gridare tutto il suo orgoglio: “Sono fiero di essere il capitano e la bandiera di una società tanto gloriosa - afferma il campione del Mondo ai microfoni di Sky - la B per me non è stata un incubo, ho accettato l’avventura con grande entusiasmo. Per la società è stato invece un anno orribile, anche dopo l’estate infuocata ricordo le morti del nostro magazziniere e dei due giovani a Vinovo: sembrava di essere in un tunnel senza fine. Che giorno è oggi? E’ un giorno felice, dobbiamo gioire di questo momento perché è stata una cavalcata lunga e difficile: giusto esaltare il nostro cammino, ma capisco tuttavia se i nostri tifosi non sentono il bisogno di festeggiare. Ora possiamo però pensare tutti insieme solo alla serie A".
CHIELLINI, GIOIA E RABBIA: "PUNITI SOLO NOI". Un filo di rabbia dietro quel sorrisone da bravo ragazzo. Giorgio Chiellini saluta la serie B con la prima doppietta della sua carriera: «Ne avevo fatta un'altra quando giocavo nella Berretti del Livorno. Questa, però, ha un altro sapore». Perché arriva in un giorno speciale: «Ci siamo riappropriati di quello che ci avevano tolto. La promozione è una rivincita nei confronti di chi ci ha mandati qui e di quelli contenti che la Juve sia stata spedita in serie B. Abbiamo pagato soltanto noi e i nostri tifosi».
FESTA ZEBINA: "SERIE A E PACE COI TIFOSI". La partita di oggi tra Arezzo e Juventus ha avuto un doppio retrogusto dolce per Jonathan Zebina: oltre alla serie A riconquistata, a fine gara c’è stata anche la riappacificazione con i tifosi attesa da un anno. Dopo tante contestazioni, finalmente solo applausi anche per lui. “Io ho sempre fatto il mio – afferma il difensore - forse oggi sono tornato uno juventino apprezzato, Ma io mi sono comportato da professionista e sono sempre stato uno juventino vero. Comunque le difficoltà mi hanno esaltato: ed è solo l’inizio, l’anno prossimo vado in caccia di altre rivincite…”
NEDVED FELICISSIMO, MA POTREBBE LASCIARE: "STO RIFLETTENDO". “Pavel Nedved a fine gara e` stremato ma contento: `Ora ci siamo sdebitati`. La promozione in serie A della Juventus e` un argomento che rinvigorisce anche un Nedved apparso molto stanco a fine gara: `Sono felice. Non era facile e credo che abbiamo avuto una grande prova di carattere felice. Abbiamo ripagato i tifosi juventini e ci siamo sdebitati. Adesso siamo liberi dal dovere assunto verso la Juve. Ora pensiamo al futuro. Io lavoro e sono contento di farlo, ma e` difficile tenere il passo di tutti questi giovani`«Ho ancora un anno di contratto, ma sono stanco e potrei mollare. Figo mi ha fatto riflettere, per uno straniero giocare in Italia è faticoso. Lasciatemi qualche giorno per riflettere». .
TREZEGUET: "PIU' FORTI DI TUTTO". La Juventus torna subito in Serie A e lo fa alla grande travolgendo l'Arezzo. David Trezegut applaude i compagni. "Siamo stati più forti di tutti e di tutto. Siamo stati bravi a metterci alle spalle la mazzata per la retrocessione. Complimenti ai giocatori piu' anziani e ai giovani, hanno disputato un grandissimo campionato. Il Futuro? Pensiamo a festeggiare, poi ci penseremo..."
BALZARETTI NON DIMENTICA I DUE SCUDETTI. Federico Balzaretti, uno dei giocatori più positivi dell'anno, commenta: “E’ il terzo campionato di fila che vinco e ora ho solo voglia di fare festa”. Corsivo
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