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ASSEMBLEA SINDACALE 6 APRILE / CONSIDERAZIONI SUI BONUS / DETASSAZIONE 10% E PDR

Post n°208 pubblicato il 01 Aprile 2011 da devofiom

Ciao a tutti,

in uno dei commenti ci si chiede di degnarci di rispondere e spiegare. Questo, caro collega, spetta all'Azienda e non a noi. Ripetiamo che il Bonus, in quanto componente la retribuzione, attiene alla contrattazione individuale tra Azienda e Dipendente e non può essere oggetto di trattativa sindacale. Tuttavia è giusto e lecito che ciascuno di noi esprima le proprie opinioni su tutto ciò che in qualche modo è collegabile al mondo aziendale, in maniera che pervengano ai colleghi così come al management, per da favorire lo scambio di idee e pareri. Ed è giusto che anche i membri della RSU, in quanto dipendenti dell'azienda, dicano la propria da lavoratori, quindi anche al di là del proprio ruolo di rappresentanza. Come riportato dal precedente post non ci è piaciuto lo scalino che riduce il valore da 60 a zero, e ci siamo limitati a riportare un dato della formula 2010 che, se rapportato a quello analogo del 2008, risulta evidentemente peggiorativo. E' ovvio che, estrapolati allo stesso modo altri dati, quali l'abbassamento del limite delle ore billate, l'obiettivo da raggiungere decisamente inferiore o l'indipendenza delle due parti della formula, va riconosciuto che questi risultano obiettivamente migliori rispetto a quelli del 2010. Sostanzialmente, però, riteniamo che un confronto assoluto, che stia logicamente in piedi, tra i due bonus, non sia possibile se non con sofismi, in una direzione o nell'altra. Come giustamente rimarca il commento di un altro collega, un conto è dire che "con la formula del 2008 non avremmo preso niente", altra cosa è affermare che "con l'obiettivo del 2008 non avremmo preso niente". Un po' come chiedersi se sia meglio un kg. di patate oppure una dozzina di uova. Dal punto di vista dei carboidrati vince la patata, ma se consideriamo quello delle proteine l'uovo vince.A breve l'azienda elaborerà la formula del bonus 2011 e ce la comunicherà insieme al dato riguardante l'obiettivo stabilito per l'anno in corso. In questi giorni la RSU, pur se attenta alla discussione sui bonus, ha lavorato in sinergia con la Rsu di Milano sulla detassazione (al 10%) di voci retributive quali il lavoro straordinario, festivo e notturno, oltre ad ogni altra voce di carattere collettivo dichiarata "di incremento alla produttività", come ad esempio l'accordo sui PdR (Premi di Risultato) a cui le due RSU, congiuntamente, stanno preparandosi in vista del prossimo incontro in Assolombarda. Per chiarezza precisiamo che l'accordo sul profit sharing (PdR), diversamente dai Bonus, è questione di pertinenza sindacale e pertanto negoziabile. La formula che ne fisserà i criteri di erogazione verrà discussa in una trattativa tra azienda e le rappresentanze sindacali di Roma e Milano che presenteranno una proposta unica in Assolombarda, a Milano. La data, inizialmente fissata per il 18 aprile, successivamente slittata al 28, sarà ulteriormente rinviata a data in via di definizione. Va da sé che, come sempre, riferiremo in assemblea dopo l'incontro per mettere successivamente ai voti la o le ipotesi di accordo convenute dalle parti.Vi chiediamo di partecipare numerosi all'assemblea di Mercoledì prossimo, 6 aprile, alle 17, presso il saloncino della CGIL Roma Sud in Via dell'Acqua Donzella, 32 (Metro A - Colli Albani).

A presto
RSU Roma

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/04/11 alle 19:32 via WEB
Se riguardo ai PdR scrivi "La formula che ne fisserà i criteri di erogazione..." ciò significa che l'Azienda ha già accettato il discorso PdR e che serve solo fissare il modo di distribuirli? O volevi scrivere "La formula che ne fisserEBBE i criteri di erogazione..."?
(Rispondi)
 
 
devofiom
devofiom il 01/04/11 alle 21:08 via WEB
La prima che hai detto. :) Nel senso che l'incontro in Assolombarda avrà ordine del giorno proprio ed esclusivamente la discussione volta a costruire un'ipotesi di accordo sul profit sharing, avanzata al management già alcuni mesi fa. Ovviamente questo non equivale alla certezza assoluta che si arriverà ad un'ipotesi di accordo che entrambe le parti riterranno "buona". Da parte nostra, collaborando strettamente con i colleghi della RSU di Milano, stiamo cercando di adattare alla nostra realtà aziendale un canovaccio di accordo scopiazzato da quello siglato in un'altra azienda e speriamo che si possa rientrare dalla trasferta di Milano con qualcosa di buono da proporre ai colleghi. Intanto grazie dell'osservazione, effettivamente a volte basta un verbo coniugato impropriamente per rendere sibillina una frase ed insinuare leciti dubbi sul suo esatto significato.
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ciuciù il 01/04/11 alle 21:23 via WEB
Scusa rsu ma ci state dicendo che è sicuro che andrà in porto questo affare? No perché questo è importante, cioè mi sembra che state affermando che in pratica abbiamo già i soldi in tasca.
(Rispondi)
 
 
 
 
devofiom
devofiom il 01/04/11 alle 22:11 via WEB
No. Questo purtroppo non possiamo garantirlo. Innanzitutto per PdR (Premio di Risultato) s'intende che se vi saranno utili e che vi sarà profit sharing, ovvero una condivisione dei profitti. Va da sé che, qualora spuntasse improvvisa, inattesa e indesiderata una nuova crisi, globale o aziendale che sia e tale da determinare un bilancio 2011 negativo, le condizioni necessarie verrebbero a mancare... e tutto l'impegno speso nel ricercare e far accettare all'azienda la formula quanto più vantaggiosa per noi, sarà stato, ahinoi, inutile... E ancora, se l'azienda ci ponesse un obiettivo realisticamente impossibile da raggiungere o qualora la posta in palio fosse troppo esigua (una proposta indecente insomma), è verosimile ritenere che non vi sarà alcun accordo. Diversamente non rimane che considerare la possibilità di siglare un accordo sul PdR come un'opportunità da cogliere. Vedremo.
(Rispondi) (Vedi gli altri 4 commenti )
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
anonimo il 02/04/11 alle 10:03 via WEB
Continuo a non capire la differenza tra questo premio legato al profitto dell'azienda e quello che già (NON) ci danno, continuo a non capire perchè hanno tassato i premi con le normali aliquote, continuo a non capire perchè l'azienda fa il 70% e noi prendiamo il 30%, continuo a non capire perchè gli diamo ancora modo di prenderci in giro, continuo a non capire perché non ci ribelliamo, continuo a non capire...
(Rispondi)
 
 
 
 
devofiom
devofiom il 03/04/11 alle 21:53 via WEB
Caro collega, c'è qualcosa che ti è chiaro almeno??? :) Per iniziare partiamo dalla prima delle cose che "ancora non capisci", è cioè la differenza tra il Premio di Risultato ed il Bonus. Il primo, oggetto della prossima trattativa che avremo in Assolombarda fra circa un mese, è una novità nella nostra azienda. Si tratta del tentativo delle due RSU di strappare un accordo che consentirà a TUTTI i dipendenti, se e solo se l'azienda realizzerà dei profitti nell'anno di pertinenza, di ricevere benefici economici, ovvero compensi che, in quanto finalizzati ad incrementare la produttività, verranno tassati con aliquota ridotta al 10%. L'aliquota, infatti, scende al 10% in presenza di un accordo sindacale a garanzia del carattere COLLETTIVO che il premio ha. Il Bonus, invece, è una componente della retribuzione integrata nel contratto di lavoro. All'atto dell'assunzione ciascuno di noi ha condotto una trattativa con l'azienda, in gergo detta "Contrattazione Individuale" (perciò NON collettiva!) che ha determninato la quantificazione della RAL (retribuzione annua lorda). La RAL può essere costituita da una parte fissa ed una parte variabile. Nei contratti della gran parte di noi vi è anche la parte variabile, che noi siamo abituati a definire Bonus. Ora, dal momento che il Bonus attiene, come già detto, alla contrattazione individuale, non solo al sindacato non compete sindacarla, ma per legge non può farlo. Dici anche di non capire perché l'azienda fa il 70 e a noi dà il 30. Questo spetta all'azienda spiegarlo, proprio perché si tratta di Bonus e non del PdR. Tuttavia la tua semplificazione stravolge la matematica! :) Nel senso che... troppo bello sarebbe se ad ogni 70 che l'azienda "fa" a noi spettasse 30!!! La formula è un po' più complessa ed in merito ci è stato detto che ciascun BM abbia espresso la propria disponibilità a spiegarla ai dipendenti che coordina. Le ultime due difficoltà a capire che elenchi aprono un altro livello di discussione. Spegniamo la calcolatrice e cerchiamo di prendere di petto le questioni senza girarci attorno. Affermi di non comprendere "perchè gli diamo ancora modo di prenderci in giro". A noi sembra di poter tradurre le tue parole con un bel: i soldi ci sono, a noi ne spettano più di quelli che percepiamo, quindi ci fregano! Il nostro management li frega a noi per conto degli azionisti o per il proprio tornaconto. Ci raccontano quattro balle, noi ce le beviamo, e il gioco è fatto. Asserire ciò con il calce la propria firma equivale ad offrirsi volontario per una bella condanna per diffamazione. Beh, se ci sono le prove tutto cambia, ovviamente. La realtà dei fatti è che queste prove non ci sono, ciò che invece c'è, e che pervade la stragrande maggioranza dei lavoratori in azienda, è un importante mancanza di fiducia nell'azienda, nel management. In assenza di prove è il dubitare a sostituirle nell'opinione più diffusa, producendo in sostanza i medesimi effetti. Eccolo, il problema, pesante quanto un macigno, che schiaccia il nostro management e, presumibilmente, molti dirigenti di tante altre aziende. Ciò, inesorabilmente, ha una ricaduta sui dipendenti ed un peso determinante nella motivazione dei lavoratori. Come sciogliere questo nodo? Chi ha interesse a che vi sia un'inversione di tendenza su questo punto focale? Rispondere alla prima domanda è tutt'altro che facile. Sarebbe una sfida più che impegnativa che la RSU, senza l'appoggio di una moltitudine di colleghi e la disponibilità dell'azienda, non potrebbe e non riuscirebbe a vincere. Rispondere alla seconda domanda, invece, è semplicissimo quanto mai: interessa (o dovrebbe interessare) TUTTI, in modo assoluto, dall'AD fino al più giovane ed ancora confuso dei neoassunti. Alla domanda "perché non ci ribelliamo?" rispondiamo: ribellarsi è sinonimo di disobbedire, opporsi ad un'autorità. Per cosa questa volta? Per i Bonus? Sai collega, nel corso di questi due anni ci siamo "ribellati" su questioni più importanti e non di rado vi sono stati momenti di autentica tensione tra management e rsu; purtroppo non l'abbiamo spuntata sempre; ci è rimasto, ad esempio, nel gozzo l'assorbimento del superminimo individuale che, sottolineiamo, anche questo attiene alla contrattazione individuale ma, essendo per noi inaccettabile che all'aumento folle del costo della vita non ci venga corrisposto quanto al rinnovo del contratto di lavoro viene periodicamente stimato che ci debba esser dato..., proprio non riusciamo a stare al nostro posto ed a rispettare che, per legge, non ci compete avanzare richieste in merito. Ci è rimasto nel gozzo, dicevamo, ed è ancora lì, indigerito, per cui batteremo ancora su questo maledetto e ingiusto prelievo che l'azienda continua a perpetrare nelle tasche di ciascuno di noi in ragione dell'antipatica clausola contenuta nel template dei contratti di assunzione sin dalla notte dei tempi. Ci siamo ribellati durante la cassa integrazione, quasi sempre avendo la meglio, su varie questioni. L'anno scorso, di questi tempi, c'era la cassa integrazione e la lettera sul Bonus 2010 che l'azienda ci recapitava veniva considerata dai più come una buffonata, se non come un maldestro tentativo di bieca propaganda in un mnomento in cui ci si sentiva sull'orlo di un precipizio. Per fortuna di tutti, ma soprattutto per l'impegno di tutti, le cose sono cambiate, e ora si discute del prossimo Bonus (aspettiamo con ansia la nuova formula per giudicarla senza però poterci opporre fattivamente, se non esprimendo il nostro parere negativo). Pare che il primo quarter (trimestre) appena conclusosi sia andato bene (ce lo ufficializzeranno nel prossimo incontro), e da un po' di tempo ormai riteniamo sia giunto il momento, anche per noi, di raccogliere i frutti dei sacrifici e dell'impegno che abbiamo messo al servizio dell'azienda per risollevarla dalla crisi. In questo contesto nasce il Premio di Risultato, la cui aliquota di tassazione non è quella "da rapina" che lo Stato ci infligge sulla retribuzione ordinaria, così come anche sui Bonus..., ma ridotta al 10%. L'azienda ha molte chances, in questo periodo di ritrovata tranquillità, di riconquistare la nostra fiducia e, con essa, una marcia in più verso la crescita del business. Aspettiamola tutti al varco.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
anonimo il 04/04/11 alle 09:51 via WEB
I miei "continuo a non capire" erano ovviamente provocatori. In realtà c'è davvero poco da capire.
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devofiom
devofiom il 04/04/11 alle 11:18 via WEB
Ovvio che fossero provocatori! :) E' giusto "provocare", serve a stimolare la discussione, e non solo. Ciao, grazie.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
3 carte il 03/04/11 alle 10:59 via WEB
Cara RSU, che senso ha contrattare per un PdR alla luce del fatto che non controlliamo le variabili che determinano il bonus di fine anno ?! un pò come dire: "mettiamo da parte la poca trasparenza aziendale e apriamo un nuovo tavolo per il gioco delle 3 carte magari li siamo più fortunati ...". Io ho capito che l'azienda decide che quest'anno è il caso di dare una mancia di 10 euro ai lavoratori e le formule vengono piegate alla bisogna ... è realistico pensare che con il PdR avremo di più e non la stessa cifra distribuita o magari di meno nella confusione che inevitabilmente si creerà !?
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