Creato da aida.bologna il 15/11/2007
blog in difesa degli animali
 

 

TELEMORT

Post n°104 pubblicato il 18 Aprile 2008 da aida.bologna

Esempi di alcune ricerche su animali finanziate da Telethon

  • Siete mai andati a fondo per sapere che tipo di ricerche e quali grandi risultati si ottengono con i soldi di Telethon? Ce lo spiega - involontariamente - un articolo apparso sul Sole 24-Ore, giornale della Confindustria e quindi al di sopra di ogni sospetto "antiscientifico". Utilizzando il motore di ricerca interno del sito Telethon e inserendo la parola "topo" o "topi" o "murino" o "ratto", ecc. si ottengono vari articoli che descrivono esperimenti su animali finanziati da Telethon: www.telethon.it/ilmotoredellaricerca 
  • Febbraio 2001

La terapia genica della leucodistrofia metacromatica, una grave malattia ereditaria del sistema nervoso che colpisce circa un bambino su 40mila, è oggi un traguardo più vicino grazie al successo di un gruppo di ricercatori dell'HSR-TIGET (Istituto Scientifico Universitario San Raffaele - Telethon Institute of Gene Therapy), il centro per la terapia genica che Telethon finanzia insieme all'Ospedale San Raffaele. I ricercatori, coordinati da Claudio Bordignon dell'HSR-TIGET e da Luigi Naldini dell'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo (TO), sono riusciti per la prima volta ad applicare con successo la terapia genica in topi affetti da questa malattia, facendo arrivare il gene sano fin nelle cellule del cervello.

I risultati di questo importante studio, pubblicati oggi dalla prestigiosa rivista Nature Medicine, aprono la strada a futuri studi sull'uomo, anche se - come sottolinea Bordignon - "il trasferimento della terapia all'uomo non è scontato n&ecaute; immediato e comunque richiederà anni di ricerche".

L'articolo è stato pubblicato su NATURE MEDICINE volume 7, numero 3, Marzo 2001. Titolo "In vivo gene therapy of metachromatic leukodystropy by lentiviral vectors: correction of neuropathology and protection against learning impairments in affected mice".

Fonte: Telethon News

  • Maggio 2003

Passi avanti per la ricerca e la cura delle malattie genetiche. Un solo gene coinvolto in 8 diverse malattie metaboliche rare è stato scoperto dal gruppo Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Napoli, diretto da Andrea Ballabio. L'importante scoperta, annunciata dalla rivista Cell, è stata presentataoggi a Roma. Il gene si chiama Sumf1. Entro 2 anni - ha spiegato Ballabio - potrebbe essere disponibile per i pazienti la terapia enzimatica, mentre per la terapia genica, che richiederà almeno altri 5 anni di lavoro, lasciano spazio all'ottimismo i primi risultati finora osservati nei topi.

Il Nuovo, 20 maggio 2003

 

  • Luglio 2003

E' particolarmente interessante l'articolo "Con le staminali ricostruiti nei topi i muscoli malati", pubblicato su "Il Sole 24 ore" dell'11 luglio 2003, in cui viene candidamente ammesso che Telethon ha finanziato uno studio sui topi - riguardante la distrofia muscolare - assolutamente privo di rilevanza scientifica non solo per gli umani, ma anche per i topi stessi! Questo viene ammesso nell'articolo, ma allo stesso tempo si plaude ai finanziamenti di questa associazione, che consentiranno di continuarlo. Continuando così lo spreco di denaro e risorse che potrebbero davvero aiutare i malati.
Ottimo il commento del Notiziario Animalista a questo articolo. Vi invitiamo a leggerlo:
Distrofia e ricerca dalle belle speranze.

  • Ottobre 2003

NUOVO STUDIO SULLA DISTROFIA DI DUCHENNE
Anche una proteina difettosa può bastare per far funzionare il muscolo Anche la versione alterata della distrofina, la proteina responsabile della distrofia muscolare di Duchenne (DMD), può contribuire al funzionamento della fibra muscolare ed evitare i danni provocati dalla sua totale assenza. E' la conclusione di uno studio che ha sperimentato un farmaco sul modello animale della DMD, cioè topini cosiddetti mdx in cui manca la distrofina.

Fonte: Comunicato stampa Telethon

 
 
 

CRISI DEI CEREALI

Post n°103 pubblicato il 16 Aprile 2008 da aida.bologna

 E' d'obbligo diminuire il consumo di carne

Comunicato del NEIC  (Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione) sulla crisi dei cereali e l'aumento dei prezzi che sta affamando i paesi poveri.

Anche se sembra una novità di questi giorni, era noto già almeno dal luglio scorso, dalle dichiarazioni dei responsabili del programma delle Nazioni Unite per combattere la denutrizione in Africa e altre regioni del mondo (Programma WFP), che la situazione della scarsità di cereali per il consumo umano era un problema estremamente urgente.

Dichiarano i responsabili del NEIC, il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione: "La domanda sempre crescente di cereali non può essere attribuita alla sola produzione di biocarburanti, come qualcuno si ostina ingenuamente a credere (o a voler far credere) che è ancora marginale, ma all'enorme consumo - che nei paesi in via di sviluppo continua ad aumentare - di carne altri alimenti animali, che esiste da qualche decennio."

L'unico modo di soddisfare questa domanda è attraverso l'allevamento intensivo con mangimi a base di cereali. Le coltivazioni nei paesi in via di sviluppo stanno passando rapidamente dalla produzione di cibo per il consumo umano alla produzione di mangimi per animali: nel 1983 in media venivano usate 128 milioni di tonnellate per nutrire gli animali, nel 1993 il totale è salito a 194 milioni di tonnellate, e continua ad aumentare.

La trasformazione vegetale-animale è un non-senso che non ci possiamo più permettere: gli animali d'allevamento sono "fabbriche di proteine alla rovescia", basti pensare che per produrre un kg di carne bovina, per esempio, servono mediamente 15 kg di vegetali. Fino a che solo pochi paesi ricchi hanno contribuito a questo spreco enorme, la situazione poteva essere a malapena "sostenibile", ma ora che anche i molto piu' numerosi abitanti dei paesi in via di sviluppo vogliono salire qualche gradino della "sacala alimentare" e' ovvio che la sostenibilita' non puo' piu' esistere. E che quella di prima esisteva solo perche' pochi predavano le risorse di tutti.

L'Irri (Istituto internazionale per la ricerca sul riso) stesso ammette che tra le cause vi sono: la riduzione della terra coltivabile e dell'acqua per l'irrigazione, la domanda in crescita di carne e formaggio da parte delle classi medie urbane dell'Asia (che porta alla riduzione delle coltivazioni di riso).

Ma la terra coltivabile è scarsa proprio perché ne viene sprecata una quantità immensa per coltivare mangimi per animali. Se i vegetali (cereali, legumi, ecc.) venissero usati per il consumo diretto umano, si risparmierebbe fino al 90% del raccolto, dell'acqua utilizzata, delle sostanze chimiche, dell'energia... bisogna invertire la tendenza e tornare, tutti, a consumare meno carne.

Il fatto che si mangi più carne non è affatto "un miglioramento della dieta", come qualcuno ha dichiarato sui giornali.

Nei paesi in via di sviluppo, la maggior parte delle persone che riescono a nutrirsi in maniera adeguata - come quantità di cibo - consumano pochissimi (o per nulla) prodotti animali, eppure la loro dieta - formata per lo più da cereali, legumi, verdura e frutta - soddisfa tutti i requisiti nutrizionali. Un numero molto maggiore di persone potrebbero nutrirsi adeguatamente con questo tipo di dieta, consumando le stesse risorse, rispetto al numero di persone che si possono nutrire con una dieta a più alto contenuto di alimenti animali.

I paesi sviluppati detengono comunque la maggiore responsabilità in questo spreco di risorse, come maggiori consumatori di cibo animale. Se i paesi ricchi riducessero del 10% il loro consumo di prodotti animali ricavati da bestiame nutrito a cereali, potrebbero "liberare" 64 milioni di tonnellate di grano per il diretto consumo umano. Questo coprirebbe il fabbisogno derivante dall'aumento di popolazione per altri 26 mesi. Una diminuzione del 20% coprirebbe il fabbisogno per più di quattro anni. E i benefici per la salute farebbero diminuire di molto i costi delle cure sanitarie.

Oltretutto, se si vuole parlare del problema dei combustibili, e' proprio la trasformazione vegetale-animale a causare un enorme spreco di energia: la quantità media di combustibile fossile necessaria a produrre 1 kcal di proteine dalla carne è di 25 kcal, vale a dire 11 volte tanto rispetto a quello necessario per la produzione di grano, che ammonta a 2,2 kcal circa. Il rapporto è di 57:1 per la carne di agnello, 40:1 per quella di manzo, 39:1 per le uova, 14:1 per il latte e la carne di maiale, 10:1 per il tacchino, 4:1 per il pollo.

Conclude il NEIC: "L'unica soluzione razionale, e a questo punto ormai obbligata, è una diminuzione dei consumi di carne. Questo porterebbe a molti effetti collaterali positivi: una dieta più sana, migliore qualità dell'aria, maggiore disponibilità di acqua, una razionalizzazione dell'uso dell'energia e della produzione di cibo."

 
 
 

VACCHE GRASSE, BAMBINI MAGRI, FORESTE DISBOSCATE

Post n°102 pubblicato il 13 Aprile 2008 da aida.bologna

840 milioni di esseri umani, soprattutto bambini (e quasi tutti nel Sud del mondo), soffrono di denutrizione  cronica (dati FAO 2004). Ma, com’è noto, la fame nel mondo

non è un problema causato dalla mancanza di cibo prodotto, ma da una sua distribuzione non omogenea e soprattutto dagli sprechi enormi: 36 dei 40 paesi più poveri del mondo esportano cibo verso gli USA e l’Europa.

L’Etiopia, anche durante la sua peggiore carestia, produceva semi oleosi che esportava per il consumo animale.

Il Brasile conta 16 milioni di persone malnutrite. Ed esporta 16 milioni di tonnellate di soia per mangimi animali - 1000 kg di soia l’anno per ogni individuo malnutrito! (Fonte: Database FAO 2001) La Colombia dispone di 45 milioni di ettari coltivabili: solo 5 milioni sono coltivati per produrre cibo per la popolazione, 40 milioni sono latifondi lasciati a pascolo per la produzione di carne. In Messico, milioni di persone soffrono di denutrizione cronica. Nel 1960, il bestiame consumava il 5% dei cereali prodotti. Nel 2003, il 45%. Allo stesso modo, per l’Egitto si è passati dal 3% a 31%, per la Cina dall’8% al 28%. (Fonte: Unimondo)

Abbiamo visto che nel mondo una gran parte dei vegetali prodotti non va a nutrire gli umani, ma gli animali, anche in quei paesi in cui la morte per fame è all’ordine del giorno. Si potrebbe pensare “D’accordo,produciamo mangimi anziché vegetali per noi, però poi l’animale produce carne, latte,uova, quindi quello che ha mangiato ce lo restituisce. Giusto?” No! Sbagliato! Perché l’animale, considerato come macchina che trasforma risorse vegetali in animali, è completamente inefficiente. È definito l’indice di conversione come la quantità di kg di vegetali necessari a far aumentare il peso dell’animale di un kg:

Animale               Kg di vegetali                        Kg di vegetali per un kg di carne

                            per crescere di un kg            (contando 35-40% di scarti)

                                                                                   

VITELLO             13                                           18

BUE                     11                                          15

AGNELLO            24                                          33

POLLO                 3                                             4

Se facciamo un confronto con le proteine, anziché col peso dei vegetali, i risultati sono simili: per produrre un kg di proteine animali servono 16 kg di proteine vegetali! Una vera fabbrica di proteine alla rovescia.

Qual è l’impatto sociale di questo spreco, la sua ripercussione sui popoli dei paesi più poveri? L’economista Frances Moore Lappé, ha calcolato che in un anno, nei soli Stati Uniti, sono state prodotte 145 milioni di tonnellate di cereali e soia. Per contro, sono stati ricavati 21 miloni di tonnellate di carne, latte, uova. Facendo la differenza, si ottengono 124 milioni di tonnellate di cibo sprecato: questo cibo, avrebbe assicurato un pasto completo al giorno a tutti gli abitanti della Terra! Con il solo spreco degli USA. (Fonte: Frances Moore Lappé, “Diet for a small planet”, New York, Ballantine Books, 1982,

pp.69-71) Se consideriamo le proteine anziché le calorie: un ettaro di terra destinata ad allevamento bovino produce in un anno 66 kg di proteine. Destinando lo stesso terreno alla coltivazione della soia otterremmo nello stesso tempo 1848 kg di proteine, cioè 28 volte di più. (Fonte: J. Andrè, Sette miliardi di vegetariani, Giannone Ed.)

LATERRA, LA PRODUZIONE

I 2/3 delle terre fertili del pianeta sono usati per coltivare cereali e legumi per animali.

(Fonte: FAO e USA Agency for International Development)

Il 77% dei cereali in Europa è destinato non al consumo umano, ma ai mangimi per animali. Negli USA, l’87%. Nei paesi più poveri, solo il 18%. Su scala mondiale, il 90% della soia e la metà dei cereali prodotti globalmente sono destinati a nutrire gli animali anziché gli esseri umani.

L’Europa è in grado di produrre abbastanza vegetali da nutrire tutti i suoi abitanti, ma non i suoi animali. Solo il 20% delle proteine vegetali destinati agli animali d’allevamento proviene dall’interno, il resto viene importato dai paesi del sud del mondo, impoverendoli ulteriormente, e sfruttando le loro risorse ambientali. (Fonte: Commissione Europea)

Se tutti, sulla Terra, adottassero un modello di consumo come quello oggi imperante nei paesi occidentali, il pianeta non potrebbe reggere, servirebbero almeno due volte e mezza le terre emerse oggi esistenti.

Viceversa, se tutti seguissero il modello alimentare degli indiani, potremmo nutrire 11 miliardi di persone (contro i 6 miliardi attualmente esistenti).

INQUINAMENTO

I prodotti chimici comprendono fertilizzanti, pesticidi (che uccidono gli insetti nocivi per le colture) ed erbicidi (che uccidono le piante nocive): tutti inquinano il suolo, l’acqua e il cibo stesso.

Non si tratta però di un  problema legato all’agricoltura in sé e per sé, ma all’agricoltura finalizzata all’allevamento di animali: per quanto riguarda gli erbicidi, ad esempio, è indicativo il fatto che l’80% di quelli usati negli USA viene utilizzato nei campi di mais e di soia destinati all’alimentazione degli animali.

Il massiccio uso di fertilizzanti è dovuto  soprattutto alla pratica della monocoltura, che risulta conveniente in quanto consente una industrializzazione spinta: vengono standardizzate le tipologie di intervento, i macchinari agricoli, le competenze e i tempi di lavoro. Se anziché alla monocoltura i suoli fossero destinati a coltivazioni a

rotazione per uso diretto umano, non sarebbero necessari prodotti chimici, perché il suolo rimarrebbe fertile.

In Italia gli animali d’allevamento producono annualmente circa 19 milioni di tonnellate di deiezioni a scarso contenuto organico, che non possono essere usate come fertilizzante. Contengono prodotti chimici (farmaci, fertilizzanti) di cui gli animali sono imbottiti. Calcolando il carico equivalente, ovvero trasformando il numero di animali in quello equivalente di popolazione umana che produrrebbe lo stesso livello di inquinamento da deiezioni, in totale, in Italia, gli animali equivalgono ad una popolazione aggiuntiva di 137 milioni di cittadini, cioè più del doppio del totale della popolazione. (Fonte: “Le fabbriche degli animali”, E. Moriconi, Ed. Cosmopolis, 2001)

Le deiezioni provenienti dagli allevamenti intensivi USA inquinano l’acqua più di tutte le altre fonti industriali raggruppate. (Fonte: Environmental Protection Agency 1996)

Lo spandimento delle deiezioni animali è strettamente collegato alla “zona morta” di 7.000 miglia quadrate nel Golfo del Messico, che non contiene più vita acquatica (Fonte: Howlett, Debbie “Lakes of Animal Waste Pose

Environmental Risk”, USA Today, 30 Dec. 1997, p. A7.)

Il 16% del metano immesso nell’atmosfera, una delle cause dell’effetto serra, viene emesso dagli animali d’allevamento. (Fonte: World Watch Institute, “State of the World 2004”, p. 74)

L’ABBATTIMENTO DELLE FORESTE

Le foreste pluviali non vengono abbattute per predarne il legname: questa è una della cause minori, la causa principale è la creazione di pascoli per l’allevamento di bovini destinati a fornire carne all’Occidente. In Costa Rica, ad esempio, durante gli anni ’60 e ’70 l’aumento vertiginoso delle esportazioni di carne verso gli Usa - conseguente al boom del consumo degli hamburger - determinò un vero e proprio assalto alle foreste pluviali; oggi sono ridotte a poco più del 10% della loro estensione originaria. (Fonte: Unimondo) Nella foresta Amazzonica, l’88% del territorio disboscato è stato adibito a pascolo. (Fonte: The year the world caught fire, Rapporto del WWF, 12-1997) In totale, la metà della foresta pluviale dell’America centrale e meridionale è stata abbattuta per l’allevamento. (Fonte: FAO e USA Agency for International Development)

E il ritmo di disboscamento è in continua crescita.

ALLEVAMENTO INTENSIVO SIGNIFICA

-animali in numero altissimo in piccoli spazi, e conseguentemente, come per gli allevamenti di animali terrestri, largo uso di antibiotici e altri farmaci atti a prevenire malattie di vario tipo (cui gli animali vanno più soggetti per la

vita del tutto innaturale cui sono costretti) per evitare epidemie devastanti;

- uso di erbicidi per controllare la crescita della vegetazione acquatica;

- uso di disinfettanti;

- produzione di grandi quantità di deiezioni;

--> tutte queste sostanze vengono scaricate nelle acque costiere, insieme agli scarti dei mangimi, inquinando

irrimediabilmente le acque;

- saccheggio delle già scarse risorse ittiche naturali per fornire cibo ai pesci carnivori allevati: per 10 kg di spigole d’allevamento serve un quintale di sardine catturate in mare!

CONCLUSIONI: ABBIAMO IL POTERE DI CAMBIARE!:

Qual è la soluzione a questo sfacelo? Una sola: cambiare le nostre scelte alimentari diminuendo il consumo di cibi di origine animale. Non vi è altro modo, perché lo spreco e il conseguente impatto ambientale e sociale è

insito nella trasformazione vegetale-animale. Non si tratta di cambiare i metodi di coltivazione o allevamento:

fintantoché il consumo di alimenti animali continuerà ad essere così elevato (e, nel mondo, sta aumentando, perché i paesi in via di sviluppo stanno aumentando la loro richiesta di carne) non vi è possibilità d’uscita. Più che potete. Poco è meglio di nulla, ma più alta sarà la diminuzione del consumo di carne, latte e uova - fino anche al 100%, se decidete di farlo -, maggiori saranno i benefici: per il pianeta, per i popoli affamati, ma anche,

egoisticamente, per la vostra salute. Abbiamo un potere immenso nelle nostre mani: non servono

leggi, non servono le decisioni dei potenti, la decisione sull’alimentazione da seguire spetta solo a noi. È un grande potere, e quindi anche una grande responsabilità.

Per info: http://www.saicosamangi.info/allevamenti/sociale/index.html

 

 

 

 

 

 
 
 

ELEZIONI

Post n°101 pubblicato il 12 Aprile 2008 da aida.bologna

COSA C'ENTRANO GLI ANIMALI ?

La LAV, ha proposto anche quest'anno un proprio PROGRAMMA ai partiti, ai candidati leader e parlamentari, al fine di stilare una lista positiva e una negativa di voto per i tanti che, sempre più numerosi, leggono la necessità di una società meno iniqua e intollerante attraverso la necessità di ridefinire il nostro rapporto con gli animali e tramite l’affermazione dei loro diritti.

Si stenta però, tanto più in campagna elettorale, a parlare e a sentir parlare di animali. I temi al centro del dibattito sono ben altri: dal lavoro alla giustizia, dalla famiglia alla sicurezza. Possibile che in queste settimane il randagismo o le pellicce, la vivisezione o la caccia interessino a qualcuno? Possibile. Necessario. Perché sono temi che interessano milioni di persone, tutti i giorni, direttamente o indirettamente, Così ho provato a declinare gli slogan principali della campagna elettorale in un ottica diversa, perché non sento e non ritengo gli animalisti persone avulse dalla società, ma individui sensibili agli ‘ultimi fra gli ultimi’, a tutti coloro che sono relegati ai margini della vita quotidiana e del dibattito politico.

Legalità: che il traffico illegale degli animali sia il secondo commercio fuori legge al mondo significa qualcosa? E cosa dire della zoomafia delle macellazioni clandestine, della pesca non consentita, del mercato degli uccelli protetti e delle corse per le scommesse? Sono reati contro tutti, non solo contro gli animali. Alcune aree del Paese per mesi sono di fatto chiuse al controllo delle Forze di polizia perché soggette alla supremazia, dalle valli bresciane alla piccole isole tirreniche, della malavita delle trappole per animali.

Sicurezza: si può vivere in un Paese che per diffondere l’uso delle armi consente fin dagli anni ’30, l’ingresso senza permesso ai cacciatori – e solo a loro – nei fondi privati? E come commentare sulle vittime umane della caccia, diverse decine ogni anno, e sulle campagne trasformate da settembre a gennaio in un teatro di guerra? E sull’uso di spargere bocconi avvelenati, un minaccia per tutti? Anche il tema “cani pericolosi”, a distanza di cinque anni dal suo momento di risonanza mediatica, ha registrato pochi o zero cambiamenti concreti, in grado di coniugare prevenzione e tutela degli animali, che sono le responsabilità effettive di chi vive con un quattrozampe.

Famiglia: più di una su tre vive con un animale domestico. Eppure la famiglia, allargata di fatto, che pur avendo adottato un cane randagio o un gatto vagante, con evidente risparmio per la collettività, si trova a doverlo accudirlo come fosse un bene di lusso! Perché abbiamo l’Iva sul cibo per animali e sulle prestazioni veterinarie più alta d’Europa, nonostante la Commissione di Bruxelles abbia dato il via libera ad equiparazioni e annullamenti.

Spesa pubblica: investendo perlopiù male e senza controlli, i Comuni spendono almeno 500 (cinquecento) milioni di euro l’anno per canili dove far marcire i cani senza controlli. E le Regioni, tramite le Asl veterinarie non affrontano come si dovrebbe la prevenzione, cioè la sterilizzazione degli animali, anche negli ambiti previsti per legge, come le colonie feline.

Lavoro: gli animali e la loro tutela rappresentano sempre di più possibilità di lavoro e offrono nuove professioni. Dalla medicina veterinaria alle scienze naturali e biologiche, dai dog sitter all’educatore cinofilo, agli etologi. Così come dimostrano i centri europei che l’Italia ospita come l’Ecvam dei metodi alternativi e l’Efsa della sicurezza alimentare oppure il Centro di Referenza sul benessere animale del Ministero della Salute.

Ricerca: mentre nel resto d’Europa rappresenta un capitolo di occupazione pulita e duratura, da noi la sperimentazione scientifica senza animali è ancora considerata un passatempo domenicale. Da quindici anni una legge prevede corsi di studio nelle Università, mai realizzati. I nostri giovani ricercatori perdono anche questo treno di nuove strade e aggiornamento.

Salute: mucca pazza e influenza aviaria non hanno insegnato, passata la ventata sui media, che è necessario ripensare il sistema d’allevamento, crudele per gli animali e a neanche tanto salutare per gli umani. E che alcuni settori di sfruttamento degli animali, come quello delle “vacche a terra” si fondano sull’illegalità a rischio dei consumatori. Ora poi si propongono i prodotti degli animali clonati… Non si favorisce la possibilità di scegliere alimentazioni diverse, peraltro raccomandate dalla dietologia indipendente per la prevenzione delle malattie. Si è scoperta la pet-therapy per bambini autistici o per anziani soli, ma senza regolamentazione e certezze per gli umani, e tanto meno per gli animali coinvolti.

Scuola: a fronte di una generalizzata richiesta di natura e contatto con gli animali vi è solo una generica e frammentata risposta, talvolta negativa come le visite a zoo e circhi. E i programmi per la conoscenza e il rispetto degli animali, previsti da quattro anni, non sono patrimonio dell’attuale educazione scolastica.

Riforme: l’inserimento come altri Paesi hanno fatto, del principio costituzionale di tutela e rispetto degli animali non sarebbe un mero esercizio accademico, perché dal prossimo 1° gennaio entrerà in vigore il nuovo Trattato Europeo che riconosce gli animali come esseri senzienti. Così come adeguare il Codice Civile, dove gli animali sono definiti ancora ‘cose’. E prevedere che il Ministero della Salute si doti di un Viceministro con delega alla veterinaria e ai diritti degli animali e di una Direzione generale specifica - come avviene a livello europeo - significherebbe dare riconoscibilità piena a queste tematiche.

Ambiente: una per tutti, se il riscaldamento globale è determinato in massima parte dallo stratosferico numero di animali allevati per le carni, perché non incidere su questo settore? Questa è la scomoda verità.

L'esame di punti chiave delle campagne elettorali vuole far comprendere che “occuparsi di animali”, così come nei secoli hanno fatto personaggi da Gandhi a Leonardo da Vinci, significa occuparsi della vita di tutti i giorni. E far capire che la “lente” animalista - “grandioso movimento storico”, come lo ha definito Norberto Bobbio – legge la necessità di un cambiamento in grado di abbattere i confini tra le specie e nel contempo riesce a identificare e raccogliere risultati anche piccoli ma continui. Per questo i programmi hanno bisogno di gambe adatte a muoversi e di interpreti che siano sempre di più in grado di realizzarli. Chi farà il Ministro o il Sottosegretario alla Salute, o alle Politiche Agricole, all’Ambiente, chi siederà nelle rispettive Commissioni parlamentari? Non è indifferente per i cittadini, e per gli animali.

Ovviamente non è indifferente per noi da cittadini-animalisti se vi sarà o meno una sola Camera legislativa o se vi sarà un aumento degli stipendi o delle pensioni. Ma chiediamo di produrre cambiamenti legislativi concreti a tutela degli animali, come sostenuto da una parte sempre più numerosa dell’opinione pubblica. Il benessere, la protezione, i diritti degli animali sono sempre più presenti nella società, vogliamo credere in una nuova Legislatura pronta a far fare un effettivo salto di qualità e quantità normativa, dal Governo o dall’opposizione.

Gianluca Felicetti, Presidente LAV

 
 
 

Visite gratuite per i nostri amici animali

Post n°100 pubblicato il 11 Aprile 2008 da aida.bologna

La stagione della prevenzione 2008

Dal primo marzo al 30 aprile chiama il numero verde
800 189 612

E chiedi del veterinario più vicino che ha aderito alla Stagione della Prevenzione
C’è una visita gratuita per il tuo cane o gatto.


Con il patrocinio del Ministero della Salute

 
 
 

MARTINO CERCA CASA

Post n°99 pubblicato il 09 Aprile 2008 da aida.bologna
Foto di aida.bologna

Cerchiamo una famiglia x questo micione di nome Martino. E’ un certosino di 3 anni è castrato e vaccinato. Purtroppo la sua padrona è deceduta ed ora, Martino vive insieme a tanti altri gatti in un gattile ma sta cercando disperatamente un padrone che gli dia tanto affetto! E' buono ed affettuoso. Per contatti  aida.bologna@libero.it

 
 
 

Perchè ricerca senza animali

Post n°98 pubblicato il 07 Aprile 2008 da aida.bologna

Questi esperimenti conducono spesso ad un vicolo cieco e ostacolano il progresso della medicina. Infatti, un procedimento che induce artificialmente una patologia su animali sani, per poi tentare di estrapolare i risultati ottenuti agli esseri umani, è necessariamente votato all'insuccesso. Questo perché le reazioni fisiologiche variano enormemente tra le specie e le patologie indotte differiscono notevolmente con quelle che si riscontrano naturalmente nell'uomo.

Per rendersi conto della contraddizione insita nella pratica della sperimentazione animale, basti pensare, ad esempio, che, mentre i tossicologi continuano a sostenere che roditori e uomini sono così simili da permettere l'utilizzo di questi animali per provare le sostanze chimiche che verranno a contatto con l'uomo, i produttori di rodenticidi assicurano che i roditori sono così diversi dall'uomo (e dai suoi animali d'affezione) da offrire la possibilità di preparare veleni altamente specifici, efficaci solo per quegli animali.

Eppure, più di un milione di animali continuano a morire ogni anno nei laboratori in Italia. La maggior parte di loro sono allevati appositamente per la sperimentazione e conoscono una vita fatta solo di prigionia e sofferenza. Altri, per esempio alcune specie di scimmie, sono catturati in natura e importati. Molti di questi muoiono durante il trasporto. I test condotti su animali comportano sempre e comunque sofferenza: l'animale è tenuto prigioniero in un ambiente innaturale, viene sottoposto a trattamenti invasivi, prova dolore, spesso intenso, nella maggior parte dei casi non viene anestetizzato, e alla fine viene ucciso (dopo giorni, mesi, o anni di questa "vita").

I metodi scientifici più moderni ed aggiornati, che si focalizzano sui dati riguardanti la nostra specie (studi clinici, epidemiologici, studi su tessuti umani, le moderne tecniche non invasive di analisi), sono sicuramente da preferire alle risposte inaffidabili ottenute dai test su animali: in primo luogo per il progresso della medicina, in secondo luogo per gli animali, a cui verranno risparmiate atroci sofferenze.

 
 
 

Post N° 97

Post n°97 pubblicato il 04 Aprile 2008 da aida.bologna

Vi invitiamo a firmare questa petizione:
http://ga0.org/campaign/spindel?rk=5dAeCWE1KwRCW

dell'associazione animalista statunitense IDA (In Difesa degli Animali)
che chiede di fermare i finanziamenti al dott. Eliot Spindel che sta
facendo da 24 anni esperimenti su cuccioli di scimmia sugli effetti
della nicotina, ed e' previsto che possa continuare fino al 2012!

La petizione chiede all'universita' e all'Istituto Nazionale per la
Salute di tagliare i fondi per questi esperimenti e usare invece i soldi
per fare in modo che meno persone fumino con campagne educative.

Dovete inserire nei campi obbligatori sulla colonna di destra il vostro
email, nome, cognome, e poi scegliere la nazione, il testo e' gia'
pronto sul sito.

 
 
 

IL DIVERTIMENTO NEL 2008

Post n°96 pubblicato il 01 Aprile 2008 da aida.bologna

Boicottato Palio della Rana a Fermignano

I volontari di Animal Liberation intervengono per interrompere la vergognosa gara.

Comunicato di Animal Liberation di Rimini

Domenica 30 marzo 2008, al vergognoso Palio della Rana di Fermignano eravamo presenti anche noi, decisi ad interrompere la gara durante la quale i concorrenti devono percorrere un tratto di strada trainando una carriola con sopra una rana.

Quando le rane, spaventate e sofferenti, balzano fuori dalle carriole, i concorrenti si affrettano a recuperarle per poi riprendere la corsa. Lo stesso regolamento prevede che durante il tragitto le rane possono venire "danneggiate" o "subire menomazioni fisiche".

Se questo gioco poteva divertire i sudditi di Francesco Maria II della Rovere, nel 1600, nel 2008 appare fortemente anacronistico e non in linea con l'aumentata sensibilità nei confronti degli animali, soggetti portatori di diritti e non oggetti nelle mani di chi li utilizza per divertimento.

La nostra protesta è stata pacifica, diversamente dalle reazioni dei presenti: alla partenza della prima batteria abbiamo fatto irruzione in pista fra lo sconcerto generale, ostacolando di fatto il proseguimento della gara.

Ciò ha scatenato un'immediata reazione fisica e verbale da parte di forze dell’ordine, organizzatori e pubblico presente, che hanno trasferito su di noi la violenza e la coercizione altrimenti riservate agli animali utilizzati durante il palio.

Siamo stati bloccati, strattonati, presi per i capelli e trascinati, oltre a essere insultati pesantemente dagli astanti, inferociti per l'interruzione della tanto attesa gara.

Questa la dice lunga sul genere di pubblico che affolla certe manifestazioni di pura inciviltà, dove esseri viventi indifesi e inermi come le rane vengono utilizzati come giocattoli, fra le risate e il divertimento generali.

GUARDA IL VIDEO

http://it.youtube.com/watch?v=PAo2DhtZIb0

Facciamo un appello perché un giurista ci aiuti a strutturare una denuncia per le percosse subite dai manifestanti, assolutamente sproporzionate all'esiguità del numero e alla resistenza passiva messa in pratica dagli attivisti.

Se la gara si ripeterà anche l'anno prossimo, anticipiamo fin d'ora la nostra presenza al fine di interrompere e disturbare nuovamente una manifestazione tanto diseducativa e lesiva del basilare diritto alla non sofferenza di cui sono portatori ANCHE gli animali non umani.

 
 
 

IL 5 PER MILLE DALLO A CHI VUOI, MA NON ALLA VIVISEZIONE

Post n°95 pubblicato il 16 Marzo 2008 da aida.bologna

Bisogna evitare che i soldi del proprio 5 mille delle tasse vadano a finanziare la vivisezione. E' importante, perche' associazioni come AIRC, AISM, Telethon, la Fondazione san Raffaele dal Monte Tabor, tutte che finanziano la vivisezione, e perfino il tristemento famoso Istituto Mario Negri, hanno guadagnato milioni di euro dalle donazioni del 5 per mille, sia dalle donazione esplicite, che da quelle "senza preferenza".

Scegli con attenzione a chi donare il 5 per mille delle tue tasse, se non vuoi finanziare la pratica della vivisezione, dannosa per l'uomo e per gli animali usati!

ATTENZIONE A:

1. non scegliere le associazioni per la "ricerca" che finanziano anche la vivisezione;

2. non scegliere solo il settore (sanità, ricerca scientifica, volontariato) senza mettere preferenze, perchè gran parte del tottale andrà a chi finanzia la vivisezione!

Perché è sofferenza e morte per gli animali

Molti affermano “la vivisezione non esiste più”. O non sanno di cosa parlano, o sono in malafede. “Vivisezione”, oggi è quello che milioni di animali ogni anno, nel mondo, subiscono nei laboratori:

avvelenamenti con sostanze chimiche, farmaci e cosmetici compresi, induzione di malattie di ogni genere (cancro, sclerosimultipla, varie imitazioni dell’AIDS, malattie cardiovascolari, ecc.), esperimenti al cervello, esperimenti sul dolore, e molto altro.

E tutto questo, senza alcuna necessità, non solo, ma senza alcuna utilità. I vivisettori chiedono “Preferisci salvare un topo o un bambino?”, per colpire l’emotività delle persone che non sanno cosa sia la sperimentazione animale e quanto sia inutile. Ma la vivisezione, ammazza il topo e non salva il bambino, anzi fa diventare una cavia te e tuo figlio, questa è la realtà dei fatti.

                                                                                                

Perché non è scientifica

I medici antivivisezionisti partono dalla semplice ed oggettiva constatazione che gli animali non sono modelli sperimentali adatti all’uomo, perché troppo diversi da noi. Ogni specie animale è infatti biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l’altra sono impossibili. I veri progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici, a innovazioni tecnologiche (quali l’invenzione del microscopio, dei moderni strumenti di diagnosi, ecc.).

 

Perché non aiuta i malati

Non è ammissibile sprecare tempo, risorse, soldi, in una pratica obsoleta e antiscientifica.

Per aiutare davvero i malati, occorre far cessare questo spreco, e l’unico modo che abbiamo per far cambiare comportamento alle associazioni che finanziano la vivisezione è evitare di sostenerle fino a che non cambiano sistema.

Per saperne di più sul tema della sperimentazione animale, puoi leggere i numerosi articoli e le notizie pubblicate ogni settimana sul sito www.NoVivisezione.org, il portale italiano dell’antivivisezionismo.

 

 

Chi finanzia la vivisezione

è documentato - e loro stesse lo ammettono - che le seguenti associazioni “per la ricerca”, le più note, usano parte dei fondi raccolti per finanziare esperimenti su animali, cioè vivisezione: AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), AISM - Associazione

Italiana Sclerosi Multipla, ANLAIDS - Associazione Nazionale per la lotta contro l’AIDS, Telethon, Trenta Ore per la Vita. Ma attenzione: anche le altre associazioni per la ricerca quasi certamente finanziano la vivisezione, quindi, prima di donare,

chiedete che rilascino una dichiarazione sull’argomento!

Va notato che tutte le preferenze date solo al settore, per esempio “ricerca scientifica”, senza preferenza diretta a una data associazione, vengono distribuite in maniera proporzionale tra i vari beneficiari: dato che le associazioni che finanziano la vivisezione sono ai primi posti, significa che ricevono anche gran parte dei soldi derivanti dalle preferenze generiche!

Bisogna fare attenzione anche alle università: se si sceglie una università come destinataria del 5 per mille, si deve sapere che parte di quei soldi vanno a finanziare la vivisezione, perché in tutte le facoltà bio-mediche esistono laboratori di sperimentazione su animali.

Perciò: se non volete finanziare la vivisezione, attenzione a scegliere solo le associazioni di cui siete certi che non fanno sperimentazione animale, a non dare mai una preferenza generica senza destinatario specifico (perché gran parte dei soldi delle

preferenze generiche vanno di nuovo a queste associazioni, non solo per il settore ricerca scientifica o sanitaria, ma anche per il settore volontariato!), e a evitare le università.

IL 5 PER MILLE DALLO A CHI VUOI, MA NON ALLA VIVISEZIONE!

 

 

 
 
 

riflettere!

La tirrannia degli umani ai danni dei non umani sta causando una quantità di dolore e sofferenza che può essere paragonata solo a quella causata dai secoli di tirannia dei bianchi ai danni dei neri.

Peter Singer
 

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IO L'HO VISTO

DA PRONTOFIDO, UNA GRANDE IDEA CONTRO L’ABBANDONO DEGLI ANIMALI IN AUTOSTRADA!

AUTOGRILL E POLIZIA STRADALE PARTNER DELL’INIZIATIVA.

Se viaggi in autostrada e vedi un animale abbandonato adesso finalmente puoi fare qualcosa anche tu fermandoti alla prima area di sosta e inviando un sms al numero

334 1051030 di “IO L’HO VISTO”

(SOLO PER AVVISTAMENTI IN AUTOSTRADA!)

Il tuo sms sarà pubblicato sul sito http://www.prontofido.net/ e da qui inoltrato alla sede più vicina della Polizia Stradale che attiverà le necessarie operazioni di emergenza ed interesserà le strutture preposte al recupero del cane.
Ricordati di specificare la località, la direzione di marcia e l’ora dell’avvistamento.

Il comunicato per intero:
sezione: Rassegna stampa oppure
http://www.prontofido.net/

 

cosmesi biologica

Nel settore della cosmesi biologica non esiste ancora una norma di riferimento condivisa a livello mondiale ed europeo; per questo motivo alcuni prodotti vantano caratteristiche poco chiare e non verificate, oltre a richiamarsi a un concetto generico di  cosmesi "naturale" . Per contribuire a fare chiarezza nel settore, AIAB e ICEA, in collaborazione con un gruppo di produttori, hanno avviato un  percorso di regolamentazione conclusosi con l'approvazione del Disciplinare per i cosmetici bio-ecologici.
Al gruppo iniziale si sono uniti autorevoli esponenti del mondo accademico e scientifico (Scuola di cosmetologia dell’Università di Ferrara, Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Bologna), attorno ad un tavolo tecnico coordinato da AIAB.
Il disciplinare ha il merito di essere condiviso da tutte le parti coinvolte:  rappresentanti dei settori della produzione, della commercializzazione, del mondo scientifico e, fatto importante, i rappresentanti dei consumatori.
Esso prende a riferimento lavori referenziati di altri Paesi Europei, e viene sottoposto periodicamente a revisioni e miglioramenti, con l'obiettivo di tracciare le regole di orientamento per il settore e dare una più chiara visione del cosmetico che è stato  definito "BIO-ECOLOGICO”.
I cosmetici bioecologici che ICEA certifica sulla base del Disciplinare AIAB, soddisfano le aspettative dei consumatori di un prodotto salubre, sicuro e a basso impatto ambientale, fornendo una informazione trasparente e completa di Eco-Bio-Cosmesi.
Il cosmetico Bio Ecologico AIAB, Certificato da ICEA, è un prodotto ottenuto:
-  rispettando una lista di sostanze vietate;
-  senza l' impiego di OGM;
-  senza ricorrere alla sperimentazione sugli animali;
-  senza l'uso di radiazioni ionizzanti;
-  impiegando prodotti agricoli e zootecnici primari da agricoltura biologica certificati in tutti i casi in cui sono disponibili.

http://www.icea.info/Default.aspx?tabid=265

 

Ruminaci sopra...

Chew on this  (clicca sul titolo qui di fianco)
Ovvero: ruminaci sopra... Il filmato e' in inglese, ma le immagini superano ogni barriera linguistica. Dategli un'occhiata...

 

Hamburger?!!

Viaggio al centro dell'hamburger  (clicca sul titolo qui di fianco) 
Breve servizio mandato in onda dalla RAI (7 minuti) in cui viene spiegato l'impatto sull'ambiente, sulla società e sulla nostra salute del consumo di carne.

VIVI E VEGETI, “LE NUOVE LINEE GUIDA DELL’ ALIMENTAZIONE VEGETARIANA”

L'alimentazione basata su cibi vegetali (plant-based diet) si sta sempre di più rivelando una valida alternativa alla dieta occidentale (meat-based diet), responsabile delle principali malattie che affliggono le società ricche. Durante l'incontro saranno passati in rassegna i più rilevanti aspetti dell'alimentazione vegetariana (composizione, adeguatezza nutrizionale) e la sua influenza sullo stato di salute.

Autorevoli studi epidemiologici e clinici hanno dimostrato che i vegetariani, la cui alimentazione è basata su cereali, legumi, frutta, verdura e oli vegetali, hanno una minore mortalità per malattie cardiovascolari e tumori, nonché una maggiore resistenza alle infezioni. La scelta vegetariana protegge la nostra salute ed evita sofferenze agli animali. Le ricorrenti crisi sanitarie dimostrano l’insostenibilità delle “fabbriche animali” sia per gli animali stessi che per la salute dei consumatori. Ognuno di noi può scegliere di aspettare la prossima emergenza sanitaria, oppure decidere per una sana e sicura alimentazione vegetariana.

 

Elenco dei pronto soccorso veterinari

EMILIA ROMAGNA:
Clinica veterinaria 4 zampe,
Via A. Gramsci 6/A - BIBBIANO (RE) Tel. 0522.88.34.80
Clinica veterinaria Avoni Ivano,
Via Emilia Levante 2/A - BOLOGNA (BO) Tel. 051.23.07.09
Clinica veterinaria cucchi,
Via Agnini 10 - CARPI (MO) Tel. 059.68.69.67
Clinica veterinaria estense,
Via Pianelle 31 - FERRARA (FE) Tel. 0532.72.00.33
Clinica veterinaria l'arca,
C.so Isonzo 99/A - FERRARA (FE) Tel. 0532.20.09.53
Clinica veterinaria privata Giardini Margherita,
Via Murri 10/A - BOLOGNA Tel. 051.39.22.90
Clinica veterinaria privata Parco Reno,
Via Ronzani 7/25 - CASALECCHIO DI RENO (BO) Tel.051.59.27.30
Clinica veterinaria privata Semprini Giovanni,
Via Montenero 24/a - BOLOGNA (BO) Tel. 051.64.91.706
Privata,
Via Beati 31 - PIACENZA (PC) Tel. 0523.57.98.37
S.Francesco,
Via P.Giordani S.Nicolò 71 - ROTTOFRENO (PC) Tel. 0523.76.20.27
 

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Crudeltà Iams

www.iamscruelty.com

"Ask the experimenters why they experiment on animals, and the answer is: 'Because the animals are like us.' Ask the experimenters why it is morally OK to experiment on animals, and the answer is: 'Because the animals are not like us.' Animal experimentation rests on a logical contradiction."
-Professor Charles R. Magel

www.kentuckyfriedcruelty.com

 

!!!

Quella dei circhi con animali è un’attività obsoleta che riesce a sopravvivere soltanto grazie ai cospicui finanziamenti pubblici e che registra un crollo verticale del pubblico pagante.

Lo spettacolo è basato su una continua violenza perpetrata agli animali: dalle condizioni di detenzione, spazi ristretti, catene e gabbie, al trasporto in carrozzoni/contenitori, per finire con l’addestramento, spesso coadiuvato con bastoni, fruste, finalizzato a soggiogare l’animale alla volontà dell’uomo e costringerlo a ripetere ridicoli ed innaturali esercizi. E’ difficile dire con precisione quanti animali siano attualmente prigionieri dei circhi perché manca un’anagrafe ed è impossibile eseguire un censimento serio, vista l’abitudine dei circensi di scambiarsi gli animali e parcheggiarli, a volte, in zoo o strutture fisse. Si stima comunque che in Italia siano almeno un migliaio gli animali costretti a questa vita, in molti casi si tratta di animali così detti “pericolosi”, tenuti legalmente prigionieri grazie ad una modifica “pro-circo” della legge che ne aveva vietato la detenzione. Così bisonti, ippotami, elefanti, tigri, leoni, orsi, coccodrilli e tanti altri, abbruttiti dalle allucinanti condizioni di detenzione, attraversano la nostra Penisola e costituiscono anche un rischio per la popolazione, come dimostrano le decine di incidenti occorsi negli ultimi anni e riportati nel dossier LAV.

Leggi il dossier LAV

http://www.infolav.org/allegati/2/3904_Dossier_Circo.pdf


 

Parola di Veronesi

prof. Umberto Veronesi

"Gli animali vanno rispettati e non uccisi per poi mangiarli. [...] Si tratta di una scelta che ho fatto molto tempo fa, perché sono fermamente convinto che gli uomini non abbiano diritto di provocare la sofferenza e la morte degli altri esseri viventi." [23 ottobre 2002]
"La carne non è indispensabile alla nostra alimentazione, nemmeno durante lo svezzamento: le proteine necessarie al nostro organismo, oltre che nella carne e nei cibi di origine animale, si trovano anche in molti vegetali, come i legumi. E' dunque possibile trarre dal mondo vegetale una dieta ricca e variata capace di fornirci vitamine, proteine, zuccheri e grassi vegetali in modo completo e calibrato. [...] Esistono poi prove scientifiche che questi alimenti, se consumati in quantità sufficiente, permettono anche di evitare alcune carenze e rinforzano la resistenza contro le malattie infettive. I vegetariani, in genere, hanno non soltanto una vita più lunga dei carnivori, ma evitano malattie croniche invalidanti." [Corriere della Sera on-line, 2-7-2004]

 
 

Numeri da un pianeta in crisi

1 miliardo 300 mila:
le persone che potrebbero essere nutrite con grano e soia destinati ai bovini.
20%:
la quota di grano coltivato per nutrire persone.
38%:
la quota coltivata per nutrire bestiame nel mondo.
9 milioni di acri:
il terreno destinato alla coltivazione di vegetali, frutta e semi.
56 milioni di acri:
il terreno destinato alla coltivazione del fieno destinato a nutrire gli animali da allevamento.
260 milioni:
acri di foresta distrutta per fare spazio a pascoli.
40 mila:
i bambini che muoiono di fame ogni giorno.
10 mila:
i chili di patate che si ottengono da 1 acro di terra.
63:
i chili di manzo che si ottengono da 1 acro di terra.
5000 le tonnelate:
di antibiotici impiegate negli allevamenti europei. Di cui 1.500 per favorire la crescita degli animali.
1000:
animali estinti ogni anno a causa della distruzione delle foreste pluviali.
3 dollari:
costo di un chilo di proteine presenti nel frumento.
31 dollari:
costo di un chilo di proteine animali.
260 anni:
durata delle riserve se tutti fossero vegetariani.
13 anni:
durata delle riserve petrolifere mondiali se tutti gli esseri umani fossero carnivori
500 mila chili al secondo:
produzione di escrementi da parte di tutti gli animali d'allevamento negli Usa.
120 milioni di chili:
i rifiuti tossici prodotti ogni giorno dagli allevamenti di polli negli Usa.
17 miliardi:
i dollari spesi ogni anno per dare da mangiare agli animali nella sola Europa.
 

Le immagini parlano da sole.

 

Parte anche in Italia la nuova campagna-parodia mondiale contro i test cosmetici su animali.

Il detersivo più amato dagli italiani nasconde un piccolo sporco segreto. E la PeTA (People for the Ethical Treatment of Animals) lo ha svelato nel primo annuncio pubblicitario del suo genere per condannare i test cosmetici sugli animali da parte della Procter&Gamble.

La nuova campagna è stata lanciata anche in Italia dalla PeTA nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato la newyorkese "Lady Bunny", star internazionale di cabaret e night clubs e Dan Mathews, Direttore Campagne Mondiali della PeTA.

La campagna apre una nuova frontiera nel mondo del boicottaggio. In passato venivano colpite direttamente le aziende, oggi invece la PeTA attacca i singoli prodotti sperimentati su animali, con pubblicità-parodie basate sulle stesse strategie di marketing delle aziende, per raggiungere così lo stesso target a cui è rivolta la vera pubblicità del prodotto.

Migliaia di animali soffrono e muoiono nei laboratori della Procter&Gamble durante test che non sono richiesti dalla legge. I ricercatori immettono sostanze chimiche negli occhi degli animali, li costringono ad inspirare e deglutire dosi massicce di composti chimici e spalmano il loro pelo o la loro pelle di sostanze irritanti. Oltre 550 industrie garantiscono la sicurezza dei loro consumatori usando metodi più accurati e, soprattutto, non utilizzando animali per i loro test".

Alla nuova campagna mondiale della PeTA il Wall Street Journal ha dedicato recentemente un ampio servizio.

 
 
 

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